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Vi sono uomini i quali credono che, coi limiti della percezione dei sensi, siano posti anche i limiti di ogni cognizione. Se ponessero attenzione a come essi diventino coscienti di quei limiti, scoprirebbero in questa coscienza anche le facoltà per varcare i limiti. Il pesce nuota al limite dell’acqua: deve ritrarsene, perché gli mancano gli organi fisici per vivere fuori dell’acqua. L’uomo arriva al limite della percezione dei sensi: può riconoscere che, lungo la via fin lì, ha acquisito le forze dell’anima per vivere animicamente nell’elemento che non è abbracciato dalla percezione dei sensi.

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