Beati gli afflitti, perché saranno consolati - CORPO ETERICO
- Pleroma
- 31 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 1 giu

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Versetto 4: “Beati coloro che prendono su di sé il dolore, perché troveranno in sé la consolazione”. Il dolore è uno dei grandi enigmi del mondo. I Greci, individui liberi e gai che tenevano tanto alla vita e per i quali la gioia dei sensi era come l’aria per il respiro, fanno rispondere al Sileno, quando gli viene chiesto quale sia la cosa migliore: “Infelice stirpe di un giorno! La cosa migliore per te è irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere nulla. Ma la cosa che viene subito dopo per te è morire presto”. Esopo dice che la saggezza si ottiene dal dolore. E Giobbe, dopo tutte le sofferenze che gli sono state imposte, arriva a questa conclusione: il dolore nobilita l’uomo e lo purifica.
Come mai, dopo aver assistito a una tragedia, usciamo dal teatro con un senso di appagamento? L’eroe è vincitore rispetto al dolore. Se il dolore è accettato, c’è un rapporto tra il progresso dell’uomo e esso stesso. Il dolore e la sofferenza dell’anima si esprimono, per chi sa riconoscerli, attraverso la fisionomia. L’uomo deve crearsi un organo spirituale per poter sopportare il dolore. Come l’occhio è formato dalla luce e l’orecchio dal suono, così il dolore e le sofferenze formano organi spirituali. L’uomo porta in sé la consolazione di sapere che può sopportare il dolore: è attraverso il dolore che l’uomo si sviluppa.
[O.O. 97 - Il Mistero Cristiano]
Per il corpo eterico si potrebbe esprimere nel seguente modo: nel corpo eterico vi è il principio del dolore. Un essere vivente, pure avendo un corpo astrale, può soffrire soltanto per guasti al suo corpo eterico. La sede del dolore va cercata nel corpo eterico. Questo voi potrete dedurre dalle varie conferenze.
Se si volesse esprimere nei riguardi della nuova verità ciò che in fatto di elemento curativo scaturiva anticamente dal mondo spirituale, ciò che concerne il corpo eterico, si potrebbe dire: non è più possibile di consolare coloro che soffrono nel corpo eterico facendoli semplicemente uscire fuori di loro stessi ed entrare in rapporto col mondo spirituale; se invece essi entrano ora in un nuovo rapporto con il mondo, è proprio dentro sè stessi che possono trovare consolazione, perchè una forza nuova è stata portata dal Cristo nel corpo eterico.
La nuova verità dunque per il corpo eterico dovrebbe essere espressa così: i sofferenti non possono ormai più diventare beati con il solo penetrare nel mondo spirituale e col lasciare convergere su di loro, in stato di chiaroveggenza, le correnti del mondo spirituale; sibbene, col dirigere la loro vita verso il Cristo, essi si riempiono della nuova verità, e sperimentano in sè stessi la consolazione per ogni dolore!
Rudolf Steiner
O.O. 23 - Il Vangelo di Matteo
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