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Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio - SE’ SPIRITUALE

  • Immagine del redattore: Pleroma
    Pleroma
  • 5 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

[Tutti gli articoli che troverete nel presente post e nei prossimi che usciranno fino al giorno di Pentecoste, sono stati estratti grazie all’utilizzo dell’Archivio “Libera Antroposofia”



che è stato reso completamente gratuito per un anno dalla sua pubblicazione]



Versetto 9: “Beati coloro che portano la pace, perché diventeranno figli di Dio per mezzo di sé stessi”. La via dell’anima va da Dio attraverso l’uomo a Dio. Un tempo le anime erano pacifiche e la pace le porterà di nuovo all’Essenza Divina.


[O.O. 97 - Il Mistero Cristiano]


Le frasi che seguono si riferiscono allo sviluppo dell’uomo negli arti superiori della sua entità allo sviluppo del Sè Spirituale, dello Spirito Vitale e dell’Uomo-Spirito. Esse accennano perciò soltanto a quello che l’uomo sperimenterà nell’avvenire, e che ora alcuni eletti soltanto possono sperimentare. 


Il versetto successivo si riferisce perciò al Sè Spirituale: «Beati coloro i quali si attirano il Sè Spirituale come primo arto spirituale; perchè saranno chiamati figli di Dio». 


Il primo arto della Trinità superiore è già penetrato in loro. Essi hanno accolto il Dio, sono diventati espressioni esteriori della Divinità. – Ora però è specialmente espresso, che soltanto gli eletti potranno arrivare a questo, coloro i quali comprendono appieno ciò che l’avvenire deve apportare alla totalità.


[…]


Il Cristo Gesù, dopo aver condotto innanzi (avanti nel cammino) i suoi discepoli per quanto era possibile, li ha fatti prender parte alle tappe, alle quali l’iniziando viene condotto, e ha fatto loro vedere che, se seguono questa via, sperimenteranno essi stessi il proprio sviluppo nel mondo spirituale del macrocosmo, perchè essi hanno disposizione all’iniziazione, e questa sta dinanzi a loro; essi così si svilupperanno nel mondo macrocosmico, dove potranno conoscere sempre più la vera natura del Cristo, dell’Essere che riempie tutti gli spazi,spirituali, e che ha avuto la sua personificazione in Gesù di Nazareth. 


Cristo ha dovuto dire ai suoi discepoli, che essi andavano maturando verso questa iniziazione, che diventerebbero iniziati dell’umanità. Egli poteva anche richiamare la loro attenzione sul fatto, che ci si può sviluppare all’iniziazione indipendente soltanto lasciando con pazienza e perseveranza maturare l’interiorità. Che cosa deve dunque svilupparsi nell’interiorità dell’uomo, quando l’interiorità va diventando sempre più possente e l’uomo evolve la forza chiaroveggente superiore? 


Le sue disposizioni devono svilupparsi in modo, che egli possa accogliere le forze del Sè Spirituale, dello Spirito Vitale e dell’Uomo-Spirito. Ma la penetrazione dall’alto di quella forza che rende l’uomo iniziato, che lo fa partecipare ai Regni dei Cieli, dipende dal momento in cui l’uomo può diventare maturo, dipende dal Karma del singolo. Chi sa questo? 


Soltanto gli iniziati più elevati lo sanno; coloro che stanno sui gradini inferiori dell’iniziazione ancora non lo sanno. Quando qualche individualità è matura per elevarsi nel mondo spirituale, arriva anche per lei l’ora di penetrarci. Viene certamente; ma in modo, che l’uomo non se l’aspetta, viene come il ladro di notte! Ma come si sviluppa l’uomo nel mondo spirituale? 


I Misteri antichi – e sotto un dato rapporto anche i nuovi – avevano tre gradini per l’iniziazione macrocosmica; il primo era quello in cui l’uomo si sviluppava in modo da percepire tutto ciò che si può percepire per mezzo del Sè Spirituale; allora egli non è soltanto un uomo nel nuovo senso, bensì si è sviluppato a ciò che in ordine alle gerarchie si chiama la «natura angelica»; questa è la gerarchia che sta immediatamente al di sopra dell’uomo. 


Nei misteri persiani anche colui che si sviluppava nel macrocosmo, di guisa che il Sè Spirituale agiva in lui, si chiamava un «Persiano», perchè un tale uomo non era più un singolo, – bensì apparteneva all’angelo del popolo persiano; oppure lo si chiamava anche addirittura Natura di Angelo – o di Dio. 


Il grado seguente è quello, in cui si desta corrispondentemente lo Spirito-Vitale; un uomo su questo gradino si chiamava un «eroe solare», nel senso dei misteri persiani, perchè egli accoglieva allora la forza del sole, si evolveva dal basso in alto verso le forze del sole, dove la forza spirituale del sole veniva incontro alla Terra; – lo si chiamava però anche un «Figliolo del Padre». E colui in cui dominava l’Atma o l’Uomo-Spirito si chiamava negli antichi misteri il «Padre». 


Questi erano i tre gradini dell’iniziando: angelo, figliolo o eroe del sole – e Padre. Soltanto gl’iniziati superiori possono giudicare quando l’iniziazione può risvegliarsi nell’uomo. Perciò il Cristo diceva: L’iniziazione verrà, se procedete più oltre sulle vie per le quali ora vi ho condotti, salirete nei Regni dei Cieli; ma l’ora non è conosciuta nè dagli angeli – che sono iniziati con il Sè Spirituale, – nè dal Figliolo, – cioè, da coloro che sono iniziati con lo Spirito-Vitale, – ma soltanto dagl’iniziati più elevati che sono iniziati col «Padre». 


Nel Vangelo di Matteo, perciò, troviamo qui di nuovo delle parole assolutamente conformi alla tradizione dei misteri. E vedremo che l’annunzio dei Regni dei Cieli altro non è che la predizione ai discepoli, che essi sperimenteranno l’iniziazione. Il Cristo Gesù del Vangelo di Matteo esprime chiaramente, che Egli intende appunto questo. 


Se si legge il passo in questione correttamente, risulta evidente, che il Cristo accenna a degli speciali insegnamenti allora correnti, sul modo di ascendere nei Regni dei Cieli. Questo svilupparsi per penetrare nei Regni dei Cieli era stato allora interpretato materialisticamente, perchè si credeva che tutta la Terra vi avrebbe partecipato, mentre si sarebbe dovuto sapere, che soltanto alcuni degl’iniziandi arrivavano a svilupparsi per mezzo della loro iniziazione; cioè, regnava l’opinione fra alcune persone, che ben presto si sarebbe verificata materialmente una trasformazione della Terra in Cielo.


Rudolf Steiner

O.O. 23 - Il Vangelo di Matteo




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