Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati - ANIMA SENZIENTE
- Pleroma
- 2 giu
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Versetto 6: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. In questo versetto, il Cristo spiega ai discepoli il significato delle forze interiori più profonde dell’anima umana. Date amore agli altri senza chiederlo e allora l’amore si diffonderà a tutti, perché ognuno lo praticherà verso gli altri.
[O.O. 97 - Il Mistero Cristiano]
Come arriverà l’uomo ad elevare e a rendere beati gli altri arti del suo essere per mezzo dell’essenza-Cristo che dimora in lui? Vi arriverà, quando l’elemento anima verrà seriamente e degnamente pervaso dalla forza dell’Io, quanto lo è l’elemento fisico.
Per l’anima senziente potremo dire: L’uomo, se vuole gradatamente sperimentare in sè il Cristo, deve arrivare a sentire nella sua anima senziente uno stimolo, come quello sentito incoscientemente dal suo corpo, e a cui si dà di solito il nome di fame e sete. Egli deve essere assetato di anima, come il suo corpo è affamato e assetato di cibo e di bevanda.
Ciò a cui l’uomo, per virtù della forza-Cristo che dimora in lui, può giungere in questo modo, veniva indicato nel vecchio stile nel suo più ampio significato, come sete di giustizia; e quando l’uomo riempie l’anima senziente della forza-Cristo, egli può arrivare a trovare in se stesso la possibilità di soddisfare la sua sete di giustizia.
[…]
Alla storia della Tentazione, che abbiamo descritta come un impulso verso uno speciale genere d’iniziazione, segue ciò che il Cristo Gesù ha potuto divenire come divulgatore degli antichi insegnamenti in forma completamente nuova, anzitutto ai suoi discepoli; ciò dunque, che Egli è potuto divenire, non soltanto come divulgatore d’insegnamenti, bensì – se ci si può servire del termine – come forza, come forza risanatrice degli uomini. Questo è descritto nelle guarigioni.
Ieri abbiamo anche seguito il passaggio che – come ho detto – richiede una certa buona volontà di comprensione, buona volontà che risulta da una elaborazione delle cognizioni spirituali scientifiche in noi raccolte nel corso degli anni; abbiamo seguito il passaggio a quel peculiare genere d’insegnamento vivente, che si effettuava per mezzo della trasmissione di forze, che emanavano dal Cristo Gesù e irradiavano, per così dire, dentro alle anime dei suoi discepoli. E abbiamo cercato, per quanto era possibile, di esprimere un poderoso mistero con parole umane: abbiamo cercato di osservare come fosse questo insegnamento, che il Cristo Gesù aveva da dare ai suoi discepoli.
Il Cristo era una specie di punto di raccoglimento, un essere di concentramento, per forze che dal macrocosmo fluivano nelle condizioni della Terra e che dovevano scorrere nelle anime dei discepoli, e potevano venire raccolte soltanto per mezzo di quelle forze che si trovavano riunite nel Cristo Gesù. Quelle forze che affluiscono di solito nell’uomo soltanto incoscientemente durante lo stato di sonno, scorrevano invece nei discepoli dagli spazi universali attraverso l’Entità del Cristo Gesù, come forze istruttive e vivificatrici del Cosmo stesso. Queste forze, che erano quelle che c’illuminano sull’esistenza dell’Universo, si possono caratterizzare naturalmente nei singoli particolari soltanto se si esaminano le diverse costellazioni del Cosmo.
Di questo mistero, così come viene descritto nel Vangelo di Matteo, parleremo ancora oggi.
Anzitutto dobbiamo però renderci chiaramente conto, come i discepoli progredissero nella saggezza rispetto alle condizioni della Terra per il fatto, che le forze del Cristo irradiavano su di loro. Essi dovevano, per così dire, crescere in sè stessi, nella loro vita, nella loro saggezza vivente, – dovevano crescere nei modi più diversi. Orbene, ci viene appunto descritto un aspetto particolare della crescenza di uno dei discepoli, o apostoli. Per comprendere questo singolo fatto, specialmente importante nella vita di un apostolo, è necessario considerarlo inquadrato in un grande complesso. Dobbiamo renderci ben conto, che nell’evoluzione dell’umanità l’uomo progredisce.
Non è invano che si percorrono tante successive incarnazioni. Non abbiamo attraversato inutilmente delle incarnazioni nell’epoca postatlantea, nel primo periodo di civiltà postatlantea, quello indiano, poi nel periodo di civiltà persiano, in quello egizio-caldaico, in quello greco-latino ecc. sibbene queste incarnazioni vengono da noi attraversate come una grande scuola della vita, perchè dalle condizioni esistenti in ciascuna di queste incarnazioni e in ognuno di quei periodi di civiltà si possa raccogliere qualcosa dell’ambiente. Con questo mezzo cresciamo gradatamente. E in che cosa consiste questa crescenza dell’uomo attraverso le singole epoche di evoluzione dell’umanità?
L’uomo, come già sappiamo dalle nozioni elementari della scienza dello Spirito, possiede varii arti nella sua entità. Se vogliamo enumerarli nel nostro senso possiamo dire, che vi è: il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale con il corpo astrale è collegata l’anima senziente, poi vengono l’anima razionale o affettiva e l’anima cosciente; vi sono inoltre gli arti superiori della natura umana, verso i quali ci andiamo evolvendo: il Sè Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo-Spirito.
Effettivamente, in ciascuna di queste epoche della civiltà postatlantea, ci è stato dato qualcosa per questi singoli arti della nostra natura umana. Difatti nella prima epoca, nella civiltà paleoindiana, vennero inserite nell’uomo alcune forze, dalle quali il suo corpo eterico ha tratto profitto. Ciò che a questo riguardo doveva venir impresso nel corpo fisico dell’uomo era già stato inserito in quel corpo negli ultimi tempi del periodo atlanteo; è col corpo eterico invece che cominciano a manifestarsi le facoltà che spettavano all’uomo durante l’epoca postatlantea.
Così nell’epoca antica indiana gli vennero date le forze che dovevano venire impresse nel suo corpo eterico; nell’epoca antica persiana le forze che dovevano essere impresse nel suo corpo astrale, nel corpo senziente; durante l’epoca egizio-caldaica le forze per l’anima senziente; durante il quarto periodo di cultura, quello greco-latino, gli vennero impresse a questo riguardo le forze dell’anima razionale o affettiva, – e ora viviamo nell’epoca, in cui le forze, che in linea di successione corrispondono ad essa, devono essere gradatamente impresse nell’anima cosciente; ma in questo ultimo compito, però, l’umanità non è ancora molto progredita. Verrà poi un sesto periodo postatlanteo, in cui verranno impresse le forze del Sè Spirituale – e nella settima condizione di cultura le forze dello Spirito Vitale. E poi nel lontano avvenire verrà impresso nell’umanità normale di quell’epoca l’Uomo-Spirito o Atma.
Rudolf Steiner
O.O. 23 - Il Vangelo di Matteo
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DEL SERMONE DELLA MONTAGNA
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