
Esperienza a Villa Garzoni (Collodi) con Comunità Michaelita Toscana
- Pleroma

- 19 ott
- Tempo di lettura: 8 min
Qualche settimana fa, siamo stati a Villa Garzoni (a Collodi in provincia di Pistoia) con una parte del gruppo Comunità Michaelita Toscana (scopri di più qui: https://www.pleroma.uno/gruppi-regionali). Dalla Villa e dai suoi meravigliosi giardini, lo stesso Collodi fu ispirato per la scrittura della storia di Pinocchio.

Villa Garzoni, che domina dall’alto il borgo di Collodi, è un luogo carico di significati simbolici e misteriosi, profondamente intrecciati con la figura di Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio, che da questo borgo trasse il proprio nome d’arte.
Il giardino monumentale della villa, con i suoi viali che salgono a spirale, le scalinate che si intrecciano e le statue mitologiche disseminate fra cascate e terrazze, non è soltanto un capolavoro del barocco toscano: è un vero e proprio percorso iniziatico, un cammino dell’anima dalla materia alla luce.
Ogni livello del giardino rappresenta un passaggio, una prova, un’elevazione. Dai labirinti bassi e tortuosi — simbolo delle illusioni e dell’ignoranza — si sale verso le vasche e le fontane, dove l’acqua, elemento purificatore e mediatore tra mondi, prepara l’anima all’ascesa. In cima, la villa appare come meta luminosa, quasi un tempio solare, immagine della coscienza liberata.

In questa scenografia simbolica si può leggere, in filigrana, la stessa struttura iniziatica che Collodi, forse inconsciamente, riversò nella Fiaba di Pinocchio: la discesa nel mondo materiale, la prova attraverso l’errore e il dolore, la metamorfosi spirituale che trasforma il burattino in essere umano. La lumaca, la fata, il pescecane, il campo dei miracoli, sono tutti riflessi trasfigurati di questo giardino dell’anima, di cui Collodi respirò l’atmosfera fin dall’infanzia.
Così Villa Garzoni e il suo giardino diventano la matrice simbolica di un cammino di iniziazione: l’uomo-burattino, spinto dalle forze della natura e dell’illusione, attraverso l’esperienza e la conoscenza, risale verso la propria origine spirituale. In questo senso, il legame tra la villa, il giardino e la fiaba di Pinocchio è profondo: entrambi raccontano, in linguaggio diverso, la stessa verità esoterica del risveglio dell’anima.
Arriviamo all’appuntamento a Villa Garzoni, dove ci attende già Antonio insieme ad alcuni membri del gruppo. Le nuvole della mattina hanno lasciato il posto a un sole pomeridiano luminoso e caldo. Passando dalla biglietteria, facciamo il nostro ingresso al giardino da un’entrata laterale, quasi come passando dalle quinte di un teatro, attraversando una piccola stradina.

Mi volto a destra e l’impatto con ciò che vedo mi strappa uno spontaneo “wow”: vengo subito pervasa da un senso di meraviglia per la bellezza del luogo. Fontane con giochi d’acqua, statue di pietra, fiori colorati, rose e piante, ochette bianche che si rinfrescano nei laghetti, tutto mi appare vivo, vibrante e armonico.
Dall’ingresso si vedono già tre livelli di terrazzamenti ben distinti, che proiettano lo sguardo verso l’alto, come a trovarsi davanti la figura di una montagna. Oltre questi tre livelli si intuisce che c’è dell’altro, ma nella posizione in cui siamo mi è del tutto impossibile capire cosa...
Da qui inizia la nostra visita al giardino. Una visita che potrei definire “esperienziale”, poiché ogni componente del gruppo vi ha partecipato in maniera attiva, provando a percorrere realmente, con presenza, il viaggio iniziatico di cui l’architettura del giardino si fa interprete.

Così abbiamo messo in scena le forze ostacolatrici, rivelandone il modo di agire; abbiamo fatto l’esperienza del perdersi dentro un labirinto, per poi ritrovare il centro in noi stessi e proseguire lungo la “via maestra”; abbiamo attraversato soglie, spesso invisibili, ma tangibili, che ci hanno fatto provare un senso di vertigine e vuoto angosciante; abbiamo scelto le strade da percorrere e, anche quando abbiamo sentito la spinta di andare verso un tragitto che sapevamo ci avrebbe portato un po’ più lontano dalla meta, abbiamo provato a farlo insieme, con consapevolezza e discernimento; abbiamo visto che oltre il terzo livello si celava ancora un’altra salita, la punta della montagna, alla cui sommità abbiamo scoperto un angelo che con la sua tromba chiama a raccolta le anime tutte; e lì, su quella che sembrava la meta del viaggio, abbiamo visto che c’era ancora altra strada da percorrere, ancora soglie da oltrepassare, ponti da attraversare, labirinti in cui non perdersi, per arrivare alla vera meta del percorso iniziatico del giardino: una castello nascosto, un Castello Interiore.
La visita a Villa Garzoni mi ha spiazzato. Pensavo che avrei partecipato a un tour guidato sui significati esoterici e simbolici del luogo che ha ispirato Collodi nello scrivere il suo Pinocchio. E invece mi sono trovata a fare un’esperienza potente.
Le forti sensazioni corporee vissute durante il percorso mi hanno destabilizzato molto, lo ammetto, hanno sollevato dubbi, paure e resistenze, ma mi hanno anche aperto a nuove domande e hanno sollevato riflessioni su me stessa e sul mio percorso di crescita personale e spirituale. E molto prezioso è stato per me sentire la forza del gruppo, ovvero la presenza e il sostegno di altre persone che in qualche modo condividono un percorso simile al mio, anche se ognuna con la propria specificità: questo mi dà la possibilità di accostarmi a una varietà di vissuti che arricchiscono il mio sguardo sull’uomo e sull’esperienza umana.
Grazie a tutti e… alla prossima avventura.
Alessandra

Credo che da quel giorno...decidendo di immergerci ed attraversare consapevolmente quel giardino insieme....siamo tutti in "viaggio".
Un viaggio dal quale sia impossibile tornare indietro.
Enrico

Mi associo alle testimonianze degli altri che ringrazio per aver aperto la strada condividendo anche la mia esperienza del pomeriggio a Villa Garzoni.
Nel giardino avvertivo un fermento intenso ma nello stesso tempo ordinato.
Dentro di me ero calma e fiduciosa.
Le persone intorno a me cercavano quello che cercavo io in modo personale eppure misurato.
Non avevo bisogno di niente, il sole ci benediceva riempiendoci.
Marzia

Mi aspettavo una visita più "didattica" e invece sono stata piacevolmente sorpresa. Dopo un po' di resistenza iniziale mi sono lasciata andare (non è che Antonio lasci alternative😅) ed è stato interessante quello che è successo. Ho ricevuto degli spunti su cui lavorare e di cui farò tesoro. Con alcuni dei partecipanti sì è creata una confidenza che prima non c'era e il luogo.. vabbè, è stato amore a prima vista!
Ester

Tredici viandanti del Gruppo Michaelita Toscana, guidati da Antonio, si sono ritrovati ai piedi del Giardino di Villa Garzoni a Collodi ,luogo dove la natura e l’arte si intrecciano come in un sogno.
Il percorso, scandito da terrazze, scalinate e statue, si è rivelato una metafora del cammino interiore, un viaggio dall’ombra alla luce. Ogni angolo del giardino sembrava custodire un messaggio: l’acqua che scorre come memoria, i miti scolpiti nella pietra come specchi dell’anima, i sentieri che si biforcano come scelte di vita.
Nel silenzio condiviso, il gruppo ha meditato sul valore della comunità,come cerchio che sostiene e accoglie, e sul ruolo degli ostacolatori,forze che mettono alla prova e, attraverso la sfida, conducono alla consapevolezza.

La salita verso la sommità del giardino è diventata così un rito simbolico: un’ascesa verso la chiarezza, la fiducia e la comunione. Al termine, lo sguardo rivolto al paesaggio di Collodi è stato come un respiro collettivo di gratitudine e unità, suggellando l’esperienza come un passo ulteriore nel cammino condiviso del gruppo.
L’esperienza è stata resa ancora più piacevole dal nostro “cicerone” Antonio che ci ha guidato e ispirato anche attraverso le sue magistrali “interpretazioni”.
Condivido inoltre alcune riflessioni notturne che ,in parte ,ho scritto sul mio diario personale il martedì successivo alla visita al Giardino di Villa Garzoni.

Stanotte il giardino è tornato a farsi sentire dentro di me. Nel sonno ho ripercorso il cammino esoterico tra terrazze e fontane, come se ogni passo del giorno precedente volesse risuonare più a fondo.
Mi sono svegliata con un senso di gioia e trepidazione, quasi una vigilia interiore, come se qualcosa stesse per nascere.
Nel sogno respiravo ritmicamente ,come nella meditazione che ci ha suggerito Antonio, e quel respiro continuava anche al risveglio, collegando il corpo alla memoria sottile del luogo.
Ora sento che il “giardino”non è solo a Collodi,
ma vive dentro di noi, come spazio di luce, di ascolto e di trasformazione. Una chiamata silenziosa a custodire ciò che abbiamo vissuto, non come ricordo, ma come seme di consapevolezza che continua a germogliare.
Daniela C.

Alcune riflessioni. Ogni tappa aveva un livello diverso di energia. Mi è piaciuta molto la sensazione di 'perdermi senza perdermi' nel labirinto, verso il finale. Con la sensazione che si puo' uscire dai vicoli ciechi. Ho vissuto con grande intensità l'ultimo tratto della visita, il castello dentro al castello. Energia antica, misteriosa, come un richiamo di sirena.
Claudia

Tra viali segreti e stanze simboliche di Villa Garzoni, a Collodi, ho intrapreso non una semplice visita guidata, ma un vero e proprio "*Viaggio oltre lo sguardo*", tra muri antichi e giardini che sussurrano enigmi, ho compiuto un'esplorazione che non era solo tra stanze e sentieri, ma dentro la geografia dell’anima. Guidato da Antonio e accompagnato da compagni incontrati per la prima volta quel giorno, ho intrapreso un percorso strutturato come un vero e proprio viaggio dell’eroe: un cammino iniziatico suddiviso in livelli, ognuno dei quali ha rivelato un nuovo strato della coscienza.
Il primo passo è stato il più oscuro: quello in cui il discepolo non vede, non riconosce, non comprende. È lo stato in cui molti di noi vivono, inconsapevoli delle forze che ci plasmano dall’esterno e dall’interno. Ma man mano che salivamo, non solo lungo scale di pietra, ma attraverso strati simbolici di verità nascoste, qualcosa ha cominciato a risvegliarsi. Il velo si è fatto più sottile. Le distrazioni del mondo, i gatti e le volpi moderne, con le loro lusinghe di consumo, egocentrismo e desideri vuoti, si sono mostrate per ciò che sono: tentazioni che allontanano dall’essenza, non arricchiscono.

In quel labirinto di specchi simbolici, ho incontrato le mie stesse ombre. Eppure, non ero solo. Il gruppo, pur formato da sconosciuti fino a poche ore prima, ha generato una presenza palpabile, quasi tangibile: una forza di campo, come l’ha chiamata Antonio. In alcuni momenti, questa energia si è manifestata con una chiarezza disarmante, un brivido improvviso, la pelle d’oca, un silenzio che parlava più di mille parole. Era la coscienza collettiva che si accendeva, che si riconosceva.
Ogni tappa del percorso ha portato con sé bellezza e turbamento, chiarezza e mistero. Simboli noti si intrecciavano a enigmi mai visti, eppure familiari, come se il mio spirito li avesse già incontrati in sogni dimenticati. E alla fine, un Castello, visibile ma nascosto, come tante verità che attendono solo di essere viste con occhi nuovi, ha offerto il culmine del viaggio. Lì, tutto si è ricomposto. Non in una risposta definitiva, ma in una sintesi viva, dinamica, capace di indicare una via: non una meta, ma un orizzonte.

Tornando indietro, il corpo era stanco, ma lo spirito vibrava. Quattro ore erano trascorse come un respiro, eppure contenevano un’intera metamorfosi. Molto di ciò che ho visto e sentito è ancora in fermento dentro di me, in attesa di sedimentarsi. Ma alcune verità si sono già radicate: ho compreso che la crescita non è un atto solitario, ma un’alchimia collettiva. Inoltre, che il maestro non è colui che sa, ma colui che risveglia, e che diventare maestri di se stessi non significa arrivare, ma imparare a camminare con consapevolezza, in un viaggio che non ha fine.

Ora so, credo! Non sono più lo stesso e mi sembra di avere nuovi orizzonti di senso e che il mio cammino continua, con nuovi occhi, nuove domande, e la certezza che, insieme, possiamo illuminare anche le notti più fitte. Grazie ad Antonio e ai nuovi compagni, al prossimo viaggio.
Gabriele



Commenti che ispirano e, nonostante le difficoltà di ogni giorno, alimentano la fiducia nel cammino intrapreso. Grazie!