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Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

La Magia Nera del Consumismo

Aggiornamento: 19 gen 2021

Siamo chiamati a convivere con Ahriman nel modo giusto

Se l’Antroposofia fosse portata in modo fanatico, se l’Antroposofia fosse ascetica ed austera, ne conseguirebbe naturalmente tutto un tuonare contro l’elettricità. Tutto ciò sarebbe ovviamente senza senso, perché solo una visione del mondo che non scenda a patti con la realtà si esprimerebbe in tale modo. Si potrebbe dire: oh, tutto ciò è arimanico! Statene lontani! – ma in realtà è possibile dirlo in modo astratto. Poiché nel momento in cui si sia organizzato un siffatto gruppetto settario di questo genere e quando si sia contrattata una qualche protezione contro Ahriman, si scenderebbe ancora per le scale per poi prendere un tram elettrico.Quindi tutto questo sbraitare contro Ahriman, per quanto santo possa apparire, sarà – passatemi quest’espressione così triviale – immondizia assoluta. Dunque non è possibile chiudere gli occhi innanzi al fatto che si debba convivere con Ahriman. È solo che si deve vivere con lui nel modo giusto: non si deve permettergli di sopraffarci. – Rudolf Steiner, GA220, conferenza XII°, 28 gennaio 1923, Dornach, “Conoscenza vivente della Natura. La caduta intellettuale dell’uomo nel peccato e il suo superamento per mezzo dello Spirito”

Il consumismo nasce su ispirazione di Ahriman e delle sue schiere: la loro azione spirituale consiste nell’oblio della patria spirituale dell’uomo. Si rafforzato a partire dalla Seconda Rivoluzione Industriale, quando si comprende come “il progresso del futuro” stia nell’utilizzo di elettricità e petrolio, entrambe in un certo senso legate alla venuta di Ahriman. Da quel momento, specie con l’uso industriale di combustibili fossili, e la scomparsa progressiva della tecnologia a vapore, la tecnologia si appresa a divenire progressivamente indipendente dall’evoluzione umana e dunque, è l’uomo che diviene parte del sistema industriale sorretto dalle macchine. Le macchine producono così beni in massa, così che il loro valore scende, e tutti possono cominciare ad acquistare beni in grande quantità a un costo più contenuto. Contestualmente, per le classi più agiate che volevano distinguersi nasce “il lusso”. Questa è l’età degli oggetti esteriori, che sostituiscono così i contenuti interiori umani.

Si potrebbe caratterizzare il grido delle entità arimaniche come:

Dio è morto!
Rudolf Steiner: Arimane (1922-23)

Rudolf Steiner: Ahriman (1922-23)


Questa è la loro nefasta interpretazione di un fatto spirituale necessario per l’evoluzione umana, così come Nietzsche l’aveva rettamente compreso, sebbene con una coscienza ormai crepuscolare. L’evoluzione dell’Io umano insieme al “dono” di Lucifero della solitudine, che è anche libertà, ha portato al materialismo, che è invece un “dono” di Ahriman. Come Lucifero ha aperto la porta ad Ahriman, così Ahriman ha aperto la porta agli Asura, e con loro al nichilismo, già implicito nel materialismo. Ma solitudine, materialismo e nichilismo sono in verità un’illusione creata dagli Ostacolatori: dietro di loro si cela la natura dell’Io come essere spirituale incarnato nella materia, un dio creatore in potenza, un dio del futuro. Lucifero e Ahriman sono mali necessari per l’evoluzione umana, mali che possono e dovranno essere redenti. Gli Ostacolatori forniscono alla vita umana quelle prove da superare, in virtù delle quali si ottiene un tesoro insperato: un bene superiore.


L’essere umano, dopo il Mistero del Golgotha, acquisisce definitivamente la percezione del proprio Io. Questo segna il punto di svolta dell’evoluzione umana, secondo cui ciò che prima era una discesa nella materia, adesso può divenire una cosciente ascesa nello spirito: ma contemporaneamente alla coscienza piena dell’Io microcosmico, si spegne l’antica coscienza del macrocosmo come dimora degli dei e degli spiriti. L’autocoscienza richiede che l’uomo sperimenti il mondo in prima persona e che poi, in piena libertà, faccia ritorno alla fonte spirituale originaria. Tuttavia, se non interviene la coscienza del mondo spirituale, il mondo interiore dell’uomo così individualizzato viene alienato dalla sua originaria fonte spirituale e dunque “si sente abbandonato”.

Rudolf Steiner: Lucifero (1922-23)

Rudolf Steiner: Lucifero (1922-23)


Infatti, in antroposofia:

Senza l’azione di Lucifero l’uomo avrebbe dovuto man mano sviluppare una doppia vista: la capacità di vedere sia il mondo fisico, sia il mondo spirituale che operava dietro di esso. Avrebbe percepito una realtà totale. Dietro ad ogni forma sensibile si sarebbe visto il legame con un’entità spirituale. Lucifero spense, “tolse” una parte del reale, presentando all’uomo solo la parte materiale. A metà dell’epoca atlantica, intervenne un’altra influenza da parte di altre entità ritardatarie. Queste entità immisero nel corpo eterico umano “tenebra”, ossia lo specchio della coscienza venne “affumicato”, distorcendo le percezioni. La visione umana divenne ancora più offuscata. Lucifero “eclissa” lo spirituale all’anima umana, lo fa presentire, nascondendolo. Ahriman ricopre la materia con un velo di tenebra, conferendo un apparenza minerale. Facendo sparire lo spirituale.

Questa coppia di scomodi “doni”, solitudine e materialismo, se non viene correttamente interpretata secondo la luce della scienza dello spirito fa capitolare il pensare umano a precipitose conclusioni. Tra i due, il Gatto e la Volpe, oggi il male maggiore è Ahriman. Lucifero si è ritratto nel mondo dell’arte, della religione tradizionale, nella New Age, nel femminismo e del culto per tutto ciò che è passato. Ahriman invece prolifera ovunque: nella burocrazia, nell’economia, nei centri commerciali, nella tecnologia, nelle aule universitarie dove si insegna solo la scienza materialistica. Le conclusioni del suo radicale materialismo che diventa nichilismo che abbondano proprio nel pensare comune: “Se Dio è morto, esso è come l’uomo. Se Dio è morto, il mondo spirituale è il nulla. Se Dio è morto, dopo la morte ci aspetta il nulla. Dunque ogni mia azione vale come un’altra, bene e male non esistono.” Questa mentalità arimanica viene ratificata poi nella scienza naturale, interamente compenetrata dallo spirito del materialismo.

Ecco che avviene la metamorfosi del “Gott ist tot!” di Nietzsche in:

L’Io è morto!

Essendo l’Io incarnato un vuoto nel mondo spirituale, un Io così sopraffatto rimarrà un pieno nel mondo spirituale e piuttosto un vuoto nel mondo fisico. Colui che crede l’Io, lo spirito individuale, un’illusione e agisce di conseguenza, si sta in effetti svuotando dell’Io stesso. Lo rifiuta lasciando un vuoto nel corpo astrale. Un vuoto che può essere colmato da altre entità arimaniche che compiono così una ulteriore metamorfosi. Il vuoto lasciato dalla morte del Dio macrocosmico, diviene la morte del Dio microcosmico.


È il Nulla di cui parla Michael Ende ne “La Storia Infinita”:

Mork e Atreyu
Fantàsia muore perché la gente ha rinunciato a sperare, e dimentica i propri sogni, così Il Nulla dilaga, poiché esso è la disperazione che ci circonda. Io ho fatto in modo di aiutarlo, poiché è più facile dominare chi non crede in niente.

È questa l’inquietante sentenza che Mork, il lupo nero agente del Nulla (l’equivalente del lupo Fenris dell’Edda), dice ad Atreyu. Mork è l’agente del Nulla incaricato di scoprire l’unica speranza di Fantàsia, Atreyu, e ucciderla prima che salvi l’Infanta Imperatrice con l’Auryn. Mork è un essere di menzogna, ovvero un essere del mondo fisico che è stato trasferito a forza nel mondo immaginario di Fantàsia. Quando un essere umano usa le immaginazioni di Fantàsia per far credere menzogne al prossimo, gli esseri umani creano esseri di menzogna in Fantàsia. Mork stesso viene poi divorato dal Nulla che non risparmia nemmeno i suoi emissari. Eppure perfino Atreyu, un essere di Fantàsia, viene inspiegabilmente contagiato dal nichilismo di Mork, che lo ferisce così fino a portarlo quasi alla morte…


Anche se non sentiamo formulare questi pensieri, spesso sono impliciti nella logica seguita dalle persone nelle loro azioni quotidiane. Tragicamente. Poiché questa tripla negazione fattuale, secondo le azioni, (di Dio, dell’uomo e dello spirito) ha per conseguenza il sopraggiungere di un senso di vuoto che permane come il compagno inquietante dell’essere umano, in tutte le azioni del quotidiano. La conseguenza della tripla negazione è infatti l’estinzione della morale nell’agire, e questo alla faccia del compito dell’uomo: la moralità è proprio lo scopo dell’incarnazione dello spirito umano sulla Terra. Il bene e il male non si possono imparare nel mondo spirituale oltre la Soglia.


Questo è l’unico peccato imperdonabile, il peccato contro lo Spirito Santo (Marco 3:28-29):

In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno.
A destra il sacro pentalfa dell'Adamo, a sinistra il dissacrante pentalfa di Satana.

A sinistra il sacro pentalfa dell’Adamo: i quattro elementi sono al loro posto al di sotto dello Spirito (la lettera shin ebraica del Pentagrammaton); a destra il dissacrante pentalfa rovesciato di Satana: i quattro elementi della materia dominano lo Spirito.


Peccare contro lo Spirito Santo è rinunciare alla parte più elevata dell’essere umano, all’Io e dunque al rapporto con il numinoso mondo spirituale. Poiché si è persa la radice spirituale, l’Io, si comincia a cercare nel mondo materiale ciò che invece appartiene di fatto al mondo spirituale. Il risultato è che il consumismo, figlio del materialismo, non è che una spiritualità rovesciata. Il significato di consumismo è, prima di tutto, consumo dell’anima e dello spirito da parte del corpo. Questo ordine inverso delle cose del mondo è la manifestazione del simbolo occulto del Pentalfa rovesciato. Quando il Pentalfa, il sacro simbolo dell’uomo in cui lo spirito domina sui quattro elementi, viene rovesciato sono i quattro elementi a dominare sullo spirito così che si realizza lo scopo di Ahriman nel creare un anti-uomo, il necessario vuoto contenitore di un anti-Cristo, il cui nome è Sorath.


Il materialismo di Ahriman porta l’Io a rimanere intrappolato nella materia, una volta che questo legame è avvenuto, intervengono gli spiriti asurici o Asura, coloro che hanno la capacità di carpire e distruggere l’Io umano, legandolo alla materia di “Questo Mondo” di cui Ahriman è Principe. Nella costituzione occulta dell’uomo, ciò che del corpo astrale finisce nell’egoismo degli spiriti luciferici irredenti, ciò che del corpo eterico finisce nel materialismo degli spiriti arimanici, ciò che dell’Io diventa cibo degli spiriti asurici andrà a formare l’Ottava Sfera, la quale è un vuoto spirituale e dunque un pieno materiale. Questa è la contro-immaginazione della Trinità del Male.

Dunque, una volta creato questo vuoto, si deve in qualche modo riempire. Una coscienza spirituale ottenebrata da Ahriman è una coscienza che vede solo il Nulla, un vuoto pneumatico che, come un buco nero, risucchia tutto ciò che gli sta intorno.  Il Nulla, lo stesso che divora Fantàsia è il vuoto al centro di Ahriman. Risucchia l’anima e la sostituisce con oggetti fisici, che stanno dunque fuori dal mondo interiore, e che per bloccare, almeno temporaneamente questa fatale attrazione gravitazionale, deve essere colmata acquistando oggetti fisici che “rappresentano” ciò che manca interiormente.


Ciò accade perché questo Nulla ha una forza di attrazione inesorabile che nessun oggetto materiale, e quindi deteriorabile, potrà mai colmare. Ecco la magia nera del consumismo: se esso non viene contrastato spiritualmente, procede inarrestabile, alimentando se stesso. Il Nulla produce altro Nulla, che richiama ulteriori oggetti fisici. Il Nulla può perfino corrompere l’esistente mondo dell’immaginazione umana, se questa non è ben protetta da una coscienza desta! Ecco spiegata la ferita di Atreyu. La magia nera del consumismo è la sua inesorabile ingordigia.

William Blake: Cerberus

In questo mondo interiore distorto gli esseri che popolano il mondo spirituale, dell’immaginazione, divengono dunque reificati, divengono “cose”, divengono “menzogne”. Può essere qualsiasi cosa possa essere consumata e che possa reiterare se stessa: l’abusare degli alcolici, la droga ma anche lo shopping, il collezionismo, le auto, il cibo e così via. Dunque non solo cose nocive di per sé, ma letteralmente qualsiasi cosa che, presa nelle dosi dovute, potrebbe portare all’incontro con la dimensione umana della vita, diviene invece una mania disumana, un estremo fuori dall’equilibrio. Ecco dunque nascere uno dei mali dei nostri tempi, la disposofobia, l’accumulo compulsivo di oggetti che non hanno alcuna funzione. Perfino di spazzatura.


Qual’è l’origine di tale Cerbero interiore? Vi sono diversi livelli della nostra costituzione spirituale ai quali è possibile risalire (o meglio discendere), per trovare la causa del consumismo. L’ego ovvero il riflesso dell’Io formatosi entro il corpo astrale, con la sua natura lunare e automatica predispone l’uomo a seguire i dettami della pubblicità, specie attraverso i martellamenti televisivi. La televisione stessa, con le sue immagini tanto colorate quanto morte, svolge una funzione ipnotica che rinforza l’identità falsa dell’ego a discapito dell’Io. Qui siamo a livello dell’acquisto compulsivo. L’ego, che è sotto l’egida di Lucifero, passa poi la mano al doppio arimanico, ovvero quella parte oscura di noi (l’Ombra) che incarna tutto la negatività che non trova spazio nell’Io. Ahriman lavora dunque attivando in noi gli istinti di sopravvivenza animali a discapito degli altri, dunque fomentando la competizione, l’aggressione e la volontà di potenza. Ecco che l’acquisto diventa un modo per sopraffare gli altri: io possiedo di più dunque valgo di più. Infine, quando questo processo raggiunge l’estremo, il doppio arimanico apre la strada al cosiddetto “centro di distruzione”, un vero e proprio distruttore della forma, l’anti-Io. Questo centro di distruzione è insieme ciò che minaccia l’Io e ciò che lo può rafforzare portandolo alla maturità.

Immaginiamoci al centro di distruzione nell’essere interiore dell’uomo. Si estende sull’intero organismo umano. Se dovesse espandersi fuori, sull’intero mondo, cosa vivrebbe allora nel mondo là fuori attraverso l’uomo? Il male. Il male non è altro che lo slancio del caos all’esterno, il caos che è necessario nel mondo interno dell’uomo. E in questo caos necessario, questo necessario centro del male nell’uomo, l’Io umano deve essere forgiato. – Rudolf Steiner, GA 207, “I semi dei mondi futuri”, prima conferenza, Dornach 24 settembre 1921

Invece una coscienza spirituale sana è essenzialmente capace di moralizzare il Nulla che avanza. La capacità immaginativa si traduce in capacità creativa e dunque il mondo interno appare vivo all’indagine introspettiva, al guardarsi dentro. Il mondo interiore è dunque popolato da esseri spirituali con cui è possibile avere un rapporto diretto, cosciente se solo si ha “buona volontà”. L’uomo stesso che abbia coscienza della sua individualità cosmica forgia il suo Io nel mare infuocato del caos distruttore, che funge così da fucina. Il male è bene fuori posto.

Dopo tutto non c’è nulla al mondo che non porti benedizioni all’uomo, se solo fosse nel suo giusto posto! Noi dovremmo essere senza pensiero e raziocinio, se mancassimo di questo centro dentro di noi. Poiché questo centro ci permette di sperimentare in esso qualcosa che non sperimenteremmo mai nel mondo esterno. Nel mondo esterno noi vediamo gli oggetti in senso materiale, e seguendo i costumi della scienza del tempo presente noi parliamo di conservazione della materia, della indistruttibilità della materia. Ma in questo centro di distruzione accade realmente che la materia venga distrutta. La materia viene respinta nel nulla, e abbiamo dentro di noi il potere affinché questo nulla faccia emergere il bene. Noi facciamo ciò, se invece che istinti e impulsi, che sono destinati a favorire l’egoismo, se noi versiamo ideali morali ed etici in questo centro di distruzione. Allora, in questo stesso centro di distruzione, sorgeranno i semi dei mondi futuri. Così noi, come uomini, prendiamo parte nel venire in essere dei mondi. – Rudolf Steiner, GA 207, “I semi dei mondi futuri”, seconda conferenza, Dornach 24 settembre 1921

Nelle Storia Infinita, Fantàsia viene sì distrutta dal nulla, ma questa distruzione non è che l’inizio di un nuovo ciclo. Fantàsia sta vivendo gli ultimi momenti del suo giorno cosmico, il manvatara, e si sta progressivamente essenzializzando nel seme della notte cosmica, il pralaya. D’altro canto, Bastiano entra nel Libro della Storia Infinita e arriva a Fantàsia dal mondo materiale proprio quando questa è rientrata in sé, nel seme del pralaya. Lì fatto suo l’Auryn, e seguendone l’iscrizione “Conosci te stesso e fa’ ciò che vuoi.” ricrea il mondo di Fantàsia, proprio dallo stesso Nulla.


Quando l’anima umana incontra il mondo dello spirito, può riconoscere il suo stesso spirito, l’Io, come il discreto creatore dell’anima stessa. L’Io è la porta per il mondo spirituale che alberga dentro di noi. Noi non siamo umani che vivono un’esperienza spirituale, ma spiriti che vivono un’esperienza umana. Quando anima e spirito entrano in questa risonanza, non si è abbandonati, non si soffre di solitudine, e non si proietta sul prossimo il bisogno di completezza. Si ha il centro entro di noi.


Infatti secondo Rudolf Steiner, l’ultimo venuto di coloro che potremmo definire Profeti dell’Io:

Il senso della vita è dare un senso alla vita.
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