Dopo aver visto le Quattro Settimane d’Avvento e la Prima Parte delle Notti Sante, proseguiamo ora con le successive Notti Sante, dal primo dell’anno fino all’Epifania.
Dobbiamo comprendere in modo del tutto diverso queste ultime cinque Notti Sante. Le prime quattro sono comprese nelle Dodici Notti Sante iniziali, l’ultima, la Tredicesima, è una Notte Santa del tutto peculiare che si pone come centro e culmine di tutto il periodo delle Notti Sante. Qui la corrente del Passato, attiva con il Rimembrare nello Spirito dei Pastori, si esaurisce in quanto le forze cosmiche del Macrocosmo (Esagramma o Sigillo di David) si trasformano in quelle individualizzate del Microcosmo (Pentagramma o Sigillo di Salomone).
Alla mezzanotte di Capodanno ci siamo distaccati dallo Spirito di Popolo (Arcangelo): significa che il nostro corpo astrale viene momentaneamente liberato dal Karma del popolo, così da poter introdurre un nuovo impulso evolutivo in tutti quegli Uomini di Buona Volontà, cioè coloro che sono sulla via esoterica, che saranno in grado di coglierlo. Venendo interrotto quel cordone ombelicale che ci lega allo Spirito di Popolo, riceviamo l’impulso diretto delle Gerarchie Superiori, la Seconda e perfino la Terza attraverso la Seconda. Questa è la ragione per cui nella tradizione popolare si esprime un desiderio allo scoccare della mezzanotte: il “desiderio”, “de-sidereo” che proviene dalle regioni celesti più alte dovrà essere un proposito evolutivo, tanto per l’interiorità che per il mondo.
Non solo, in quel momento anche il fluire del tempo viene sospeso, arriviamo al punto che il “respiro della Terra” viene trattenuto a tal punto che l’etere della Terra, nel cui scorrere si forma il tempo, si ferma. Come in una staffetta cosmica, lo Spirito dell’anno passato passa la mano a quello dell’anno futuro (Archai). Il tempo è in effetti il dispiegarsi della costituzione occulta di un Archai (o Principato), nel cui fluire gli esseri che sono incarnati in un corpo fisico vivono. L’avvicendarsi delle stagioni nel corso dell’anno è dovuto agli Spiriti dei Periodi Ciclici, degli esseri che discendono dalla Prima Gerarchia, che regolano l’attività tanto delle anime di gruppo vegetali e animali che agli esseri elementali.
In quell’attimo possiamo avere la percezione dell’Eterno Presente, cioè la dimensione in cui l’Io individuale è allineato con l’Io superiore avendo la possibilità di ricevere ispirazioni. L’atmosfera è qui quella che nella Meditazione della Pietra di Fondazione viene detta di Presenza nello Spirito (o Riflessione) che può essere esercitata solo grazie al distacco dall’Anima di Popolo e dallo Spirito del Tempo. Tanto il distacco dallo Spirito di Popolo (Arcangelo) che quello dello Spirito del Tempo (Archai), ci permette di inserire nuovi impulsi nella continuità spazio-temporale dove avviene l’evoluzione dell’Io che si incarna in un corpo fisico umano. Viceversa ogni anno non sarebbe che l’eterna ricapitolazione del precedente.
Questo momento è la Festa dell’Ispirazione, che nella Quarta Epoca di Cultura Greco-Romana, era dedicata al Dio della Soglia, Giano Bifronte, da cui deriva il nome del primo mese dell’anno, “Gennaio”, “Januarius”, “Janua” significa “Porta”. I due volti di Giano rappresentano l’Archai dell’anno passato, quello rivolto verso la prima serie delle Notti Sante, e l’Archai dell’anno futuro, quello rivolto verso questa seconda serie delle Notti Sante. Secondo il mito fu il dio Saturno a dare a Giano la possibilità di vedere contemporaneamente il passato ed il futuro, ciò è confermato dalla scienza dello spirito in quanto gli Spiriti del Tempo (Archai) furono umani sull’Antico Saturno e ricevettero la loro esistenza temporale grazie ai Troni, gli Spiriti della Volontà, per mezzo del loro stesso sacrificio. Giano è il dio dell’iniziativa ispirata, quel gesto che, ispirato dai mondi superiori viene a concretizzarsi nell’amore per l’azione stessa, la quale può essere poi accolta (o meno) dagli uomini. Allo stesso modo è legato al Principio e alla Fine del Tempo, ciò che viene indicato come Alpha e Omega anche nelle indicazioni Steiner all’inizio delle Notti Sante.
Ora, se consideriamo che le Quattro Settimane d’Avvento siano la ricapitolazione delle precedenti esistenze terrene fino ad arrivare all’attuale alla Vigilia di Natale, la Cacciata dal Paradiso è una morte sul piano spirituale ed una nascita su quello fisico, poi redenta dal Natale del Gesù di Nazareth. Essendo il periodo delle Notti Sante in quiete esteriormente, ma attive interiormente, si può affermare che equivalgano al periodo di ascesa dell’anima umana nelle sfere celesti nel post-mortem. Avremo così questa corrispondenza:
Notti Sante dal 24–31 dicembre, formazione dell’Esagramma, rappresentato dalle tre Notti del Giglio Bianco:
1° Notte Santa = Luna
2° Notte Santa = Mercurio
3° Notte Santa = Venere
4° Notte Santa = Sole
5° Notte Santa = Giove
6° Notte Santa = Marte
7° Notte Santa = Saturno
8° Notte Santa = Mezzanotte Cosmica
L’8° Notte Santa del Leone-Leone (sia per Hahn che per Prokofieff) fa da raccordo tra il processo di escarnazione e quello di incarnazione, è il cuore stesso delle Notti Sante, essendo il cuore dell’Adam Kadmon, che si rivelerà nella sua interezza solo nella 13° Notte Santa. La Mezzanotte del 31 dicembre ed il passaggio all’1 gennaio corrisponde alla Mezzanotte Cosmica e dunque le ultime notti sante, successive corrispondono ad una nuova incarnazione con formazione dei relativi corpi; mentre la 13° Notte Santa sarà il complemento del processo delle Notti Sante in attesa del Battesimo nel Giordano, la domenica successiva al 6 gennaio. Avremo dunque questa corrispondenza:
Notti Sante dal 1–6 gennaio, formazione del Pentagramma, rappresentato dalle tre Notti della Corona:
9° Notte Santa = Fuoco: Io
10° Notte Santa = Aria: corpo astrale
11° Notte Santa = Acqua: corpo eterico
12° Notte Santa = Terra: corpo fisico
13° Notte Santa = Spirito: disvelamento del Cristo all’Io
Alla conclusione del commento delle Tredici Notti Sante vedremo come questi due processi di escarnazione e nuova incarnazione formino i due principali sigilli della tradizione occulta, l’Esagramma, di cui abbiamo accennato in precedenza parlando delle Notti del Giglio Bianco e il Pentagramma, che interessa queste ultime notti.
Riprendiamo qui sia schema delle Virtù Zodiacali in ordine di Segno, che quello delle due sequenze zodiacali delle Notti Sante, così da averli entrambi a portata di mano:
Schema generale delle due sequenze delle Notti Sante
Le Virtù Zodiacali in ordine di Segno
1/2 Gennaio – 9° Notte Santa 9 – Settembre – Vergine
Ora a seguire le tre Notti della Corona. Il distacco dal freddo intelletto o la separazione dell’intelletto dai vincoli e dalle finalità terreni. Questa è la Notte Santa tripla, in cui l’io inferiore si arrende e rimane soltanto il desiderio di servire e di darsi.
Commento
Le tre Notti Sante successive sono le Tre Notti della Corona. Come prima avevamo forgiato una Spada, che diveniva una Croce, ora forgiamo una Corona, che rappresenta la regalità dello Spirito sopra la materia dei Quattro Elementi. L’io inferiore è infatti il prodotto della quadruplice personalità che traiamo dagli elementi ed esseri elementali che ci compongono. In noi esiste un uomo di Terra, uno di Acqua, uno di Aria e uno di Calore, ma il vero uomo è solo l’Uomo-Spirito (Atma), ciò che oggi si cela in nuce nell’Io superiore, che compartecipa della triplice essenza spirituale dell’uomo (Sé Spirituale, Spirito Vitale e Uomo-Spirito – Manas, Buddhi e Atma). Lo Spirito non è tanto sopra gli elementi, quanto oltre di essi, in quanto lo Spirito è la causa degli elementi che non sono che gli effetti.
Porre la Corona sopra l’io inferiore o ego astrale, significa dominare gli elementi che compongono i nostri corpi così come gli esseri elementali che abitano la materia che riempie il nostro corpo fisico. Per questo il Mago possiede una Corona su cui vi sono cinque Pentagrammi: ogni punta del Pentagramma corrisponde ad un elemento, essendo la punta superiore quella dello Spirito. Il Mago non può avere un freddo intelletto, egli lo ha svincolato dagli elementi freddi di Acqua e Terra (polo arimanico). Così come non può avere un animo incendiario, in quanto lo ha svincolato dagli elementi caldi di Aria e Fuoco (polo luciferico). Il Mago può dirsi davvero Io.
La sua inversione è la Caduta dello Spirito, come nel caso di Lucifero, che quando cadde perse uno smeraldo dalla sua Corona, da cui poi fu forgiato il Graal nella leggenda del Parzifal di Wolfram von Eschenbach. Ne consegue che esiste uno stretto legame tra la dominazione degli elementi e la forgiatura del Graal nell’anima dell’uomo, quella coppa d’anima in grado di accogliere lo Spirito del Sole, il Cristo. Tale immagine comparirà poi nel cielo nel periodo di Pasqua, quando la falce illuminata della Luna, l’anima-Graal, accoglierà il cerchio della Luna in ombra, l’ostia del Sole Spirituale.
L’uomo al Principio dei Tempi, prima di incarnarsi, è uno spirito sublime, uno Spirito Vergine che viene sulla Terra per conoscere il dualismo del Bene e del Male ed imparare così la morale, la quale, come lo Spirito è oltre gli Elementi, è oltre il Bene ed il Male. Cristo non è sopra Lucifero ed Arimane, è oltre di essi eppure al centro di loro, portando equilibro. La vera morale è dunque “fantasia morale” che di volta in volta si adatta alla situazione portando equilibrio, invece che scegliendo arbitrariamente tra l’idea astratta di Bene e di Male, ovvero di Lucifero e Arimane. A quel punto lo Spirito Vergine, incantatosi sulla Terra, avrà riacquisito la sua Verginità Spirituale, come Maria divenne tale nel momento in cui la Sofia la illuminò. La Virtù della Vergine è la Cortesia, che scaturisce dal cuore, che dona il Tatto del Cuore, cioè quel tocco in grado di porre il Cuore nelle cose del mondo.
Adam Kadmon: Cancro
I Cherubini, gli Spiriti dell’Armonia, sono legati alla Regione del Cancro. Le chele del granchio elevate al cielo danno un’immagine del simbolo del Cancro, che deriva a sua volta dalla doppia spirale, osservata chiaroveggentemente nel Cosmo di Sette Santi Rishi, la spirale del passato, macrocosmica, involve verso l’interno, così che ad un certo punto inverte il suo senso di rotazione, divenendo la spirale del futuro, microcosmica. L’incontro tra le due spirali è uno iato, un’interruzione, che corrisponde a quell’attimo intorno alla Mezzanotte di Capodanno in cui l’Archai dell’anno passato passa il testimone all’Archai dell’anno futuro, momento in cui il nuovo entra attraverso la porta dell’Eterno Presente, inserendosi come impulso evolutivo per il futuro. Questa Legge di Ricapitolazione Cosmica permette anche l’esistenza tanto della ricapitolazione (spirale passata) che dell’anticipazione (spirale futura) secondo un processo evolutivo che matematicamente viene descritto come “frattale”: ogni singolo stadio del processo ripete la forma generale del processo. Questo processo evolutivo tanto spirituale che materiale, tanto cosmico che umano, è l’impronta divina nell’intera Creazione.
La doppia spirale, ma anche la spirale presa in sé, rappresenta la Saggezza Cosmica. I Cherubini armonizzano le parti distinte e differenziate in un tutto organico secondo la Saggezza Cosmica. I Cherubini hanno costantemente innanzi alla loro coscienza intuitiva ciò che noi studiamo attraverso schemi e tabelle di corrispondenze analogiche nella scienza dello spirito. Per questi Spiriti dell’Armonia ciò che per noi è astrazione intellettuale al fine di una comprensione, è realtà vivente dell’essere. Ai Cherubini si deve l’orchestrazione del passaggio tra la Notte Cosmica (Pralaya) e il Giorno Cosmico (Manvatara), tra la condizione di Pace nella Durata e quella di Attività nella Manifestazione. La spirale, con i suoi giri corrisponde alla sequenza dei Gironi Cosmici nelle 7 Metamorfosi della Terra, delle 7 Condizioni di Vita e 7 di Forma. Lo iato tra le due spirali corrisponde ad una Notte Cosmica. Gli Spiriti dei Periodi Ciclici sono loro discendenti che si occupano dello scorrere armonico di cicli inferiori gerarchicamente, come la ronda delle stagioni, la generazione delle piante ed animali. Nella vita vegetale il Manvatara è la pianta dalla germinazione fino alla fioritura; mentre il seme è il suo Pralaya.
I Serafini ricevono il progetto dalla Mente di Dio e lo rendono intellegibile ai Cherubini che lo armonizzano, dandogli l’impulso di Alpha e di Omega, Principio e Fine, così che poi i Troni possano metterlo in atto dando inizio col loro Sacrificio. Alcuni Cherubini che rifiutarono l’offerta sacrificale dei Troni al tempo dell’Antico Sole, sono responsabili di una spirale di un nuovo ordine, che si manifesta più volte nelle diverse epoche: tale nuova spirale si inserisce al fine di armonizzare ciò che di sua natura non sarebbe altrimenti possibile porre in relazione armonica, ovvero Lucifero e Arimane. Tale possibilità sorge dal fatto che così come i Cherubini che collaborarono con i Troni armonizzano la Creazione, i Cherubini del gran rifiuto armonizzano attraverso la Distruzione, i vari cataclismi che hanno colpito la Terra e che la colpiranno in futuro. A loro si deve la distruzione della Lemuria, ormai corrotta, con il Fuoco o quella dell’Atlantide con l’Acqua; e ancora quella della Guerra di Tutti Contro Tutti e della susseguente catastrofe dell’Aria che porrà fine alla Settima Epoca di Cultura Americana e darà inizio alla Sesta Era dei 7 Sigilli, ovvero l’Apocalisse.
I Cherubini sono anche gli Spiriti dello Zodiaco, coloro che durante l’Antico Saturno prima e l’Antico Sole poi infusero lo spirito nelle stesse Regioni a cui le Gerarchie sono assegnate (lo Zodiaco dell’Antico Saturno è di 9 Segni, mentre quello dell’Antico Sole diviene di 12 segni.). I Cherubini sovrintendono alla sfera dello Zodiaco, come le precedenti Gerarchie alle sfere planetarie. Il Segno del Cancro si oppone a quello del Capricorno, dalla cui Regione operano gli Arcangeli: così abbiamo che nell’Antico Sole, i Cherubini consolidano lo Zodiaco irraggiando dalle Regioni Zodiacali dall’alto verso il basso, mentre gli Arcangeli, dal basso verso l’alto, creando la Luce. Così come nel Cosmo formano lo Zodiaco, nell’uomo formano la cassa toracica di 12 paia di costole durante l’Antico Sole, il cui primordio fu posto già dal cuore, formatosi nell’Antico Saturno dai Troni, agendo dalle Regione del Leone.
La polarità messa in armonia tra Oriente e Occidente è Amore-Coscienza: come in oriente viene preparata la via al Cristo-Amore, attraverso Zarathustra e Buddha; in Occidente, nei popoli germanici e nordeuropei, viene preparata la Coscienza, sotto il nome di Wotan-Odino, il Boddhisattva che divenne poi Buddha. Giovanni Battista, come ultimo profeta ebreo (esseno) e anticipatore del cristianesimo, si pone in una speciale relazione con i Cherubini e la loro forza spirale. Giovanni Battista oltre ad essere l’Elia reincarnato, è anche l’Adamo reincarnato, la cui ultima immagine del Paradiso terrestre è proprio il Cherubino che con la sua spada fiammeggiante impedisce il ritorno ad Adamo ed Eva. Questo ricordo permise all’individualità di Adamo-Elia-Battista, di incontrare per primo il Cristo: l’ammonizione dei Cherubini innanzi al Cancello dell’Eden fu ciò che divenne in occidente la “Voce della Coscienza”, quell’elemento morale che agisce perfino tra le brame dell’anima senziente. Il Battista, caso unico tra gli ebrei del suo tempo, poteva udire la Voce della Coscienza, una forza che gli ebrei, in virtù del loro sangue potevano contemplare solo all’esterno, nel mondo come Jehovah e alla Legge scritta da Mosè.
Come nella sua incarnazione di Elia egli fece da Voce della Coscienza del popolo ebraico intero, così quale Battista poteva percepire la Voce della Coscienza interiormente, la stessa che lo condusse al Cristo o Kyrios, “Signore”, corrispondente interiore di Adonai o Jehovah. Fu il suo collegamento con i Cherubini che gli permise di riconoscere Gesù Cristo quale Agnello di Dio, ovvero colui che procede dalla Regione dell’Ariete. Dopo la sua decapitazione, il Battista diviene l’Anima di Gruppo dei 12 Discepoli, e successivamente, al momento del Mistero del Golgotha, egli diviene tutt’uno con l’altro Giovanni, Lazzaro, portando così a compimento il Mistero dei due Giovanni.
2/3 Gennaio – 10° Notte Santa – Ottobre – Bilancia
È la notte, in cui dal servire (e dal darsi) si sviluppa e cresce il più grande Sacrificio. Imparare ad ascoltare obbedientemente la Voce Interiore e i Segni del Divino. Mistero: la Voce in noi che chiama attraverso le varie incarnazioni: la sua chiarezza aumenta tramite sacrificio e decisione.
Commento
La Voce Interiore è la Voce della Coscienza, che proviene dall’anima, i segni del Divino sono quelli che provengono dal mondo. Qui si giunge all’equilibrio tra interiorità ed esteriorità. Il servizio che l’anima umana, evolvendo verso lo Spirito, offre è quello di darsi, cioè di donarsi. L’incontro con lo Spirito avviene infatti nell’incontro tra due o più anime umane, “Perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io Sono in mezzo a loro” (Matteo 18:20). L’evoluzione animico-spirituale non può prescindere, ad un certo punto, dal donarsi come forza risanante la società umana tutta, in quando l’Adamo di Luce, l’Adam Kadmon nell’Era Iperborea, non era che l’insieme dell’umanità prima della scissione in Io individuali. Dunque è nel prossimo che si riconosce il proprio Io, ed è nel proprio Io che si riconosce l’intero Cosmo. Il più grande Sacrificio è quello che l’anima umana compie nell’espandere i suoi confini ad abbracciare lo Spirito, trascendendo il limite individuale fino a giungere ai confini del Cosmo, Saturno e la Mezzanotte Cosmica, oltre il quale vi è l’Anello Non-Passare di questa 4° Metamorfosi Terrestre.
L’unione della Voce Interiore, la stessa che guidò il Battista verso il Cristo, e il riconoscimento sincronico dei Segni del Divino, al di fuori dell’uomo, permette di sapere di essere sulla buona strada. Aprendosi ai futuri impulsi del Divino, ci si apre a tutte le possibilità che dunque vengono riconosciute dalla Coscienza che, viceversa, sarebbe cieca. La Voce della Coscienza si è andata formandosi nelle varie incarnazioni, essa è la voce della Saggezza Cosmica che proviene dal passato. La Voce Interiore è dunque il frutto di tutta l’evoluzione passata, i Segni del Divino sono invece i semi di tutta l’evoluzione futura. L’equilibrio tra passato-Voce Interiore e futuro-Segni Divini costituisce il punto in cui l’uomo diventa cosciente della sua missione sulla Terra.
La Virtù della Bilancia è la Contentezza, cioè la pienezza della Saggezza che conduce al Divino, che dona il Distacco, dalle circostanze contingenti della vita. Si riconosce l’unica realtà interiore quale causa della multiforme illusione esteriore, riconoscere il piano delle cause distinguendolo da quello degli effetti permette di mettere ordine nella Coscienza. Si forma un polo di equilibrio che collega l’alto col basso, ed il passato col futuro, incrociandosi al centro nel trono dell’anima umana dove siede la coscienza individuale dell’Io. L’equilibrio è dunque tra anima ed Io. È la Seconda Notte della Corona, la notte in cui la Corona viene adornata del suo gioiello: l’anima è lo smeraldo caduto dalla Corona di Lucifero, dal quale verrà forgiato il Graal.
Adam Kadmon: Gemelli
Gli Spiriti dell’Amore, il coro angelico attualmente più vicino alla Trinità, sono i Serafini. Essi sono legati alla Regione dei Gemelli. I Gemelli sono i Dioscuri, come già ricordato nella sequenza di Hahn. Castore rappresenta il corpo fisico, mentre Polluce l’Io, il loro legame deriva dalla sensibilità greca per il corpo fisico, la cui forma veniva percepita come plasmata dall’Io. Castore e Polluce furono Argonauti, alla ricerca del Vello d’Oro, ovvero del corpo eterico reso immortale o alchemicamente, Elisir di Lungavita. Entrambi possedevano una coscienza perfetta per il tempo, in quanto la loro forma fisica lo era. Da ciò deriva il fatto che i Dioscuri erano i protettori delle Olimpiadi ed i giochi sportivi in genere. Per l’antico greco, la distruzione del corpo dopo la morte evocava la paura della distruzione dell’Io, e così la perfezione del corpo è la perfezione dell’Io. L’immortalità era il massimo valore dell’amore greco. Di conseguenza Polluce che dona la sua immortalità a Castore, compie il massimo sacrificio concepibile allora, legando i due nell’amicizia immortale del segno dei Gemelli.
I Dioscuri rappresentano ancora il legame di sangue, essendo fratelli da parte di madre, Leda. Mentre il Cristo viene per far cessare l’importanza dei legami di sangue, per cominciare a intessere i legami dello spirito. Il Cristo-Amore porta con sé una nuova concezione dell’amore stesso, antepone l’anima umana, l’Io, all’immortalità che questa porta in sé. “Non Io, ma il Cristo in me” è la massima dei Misteri Cristiani pronunciata da Paolo, per cui donare il proprio Io affinché vi abiti il Cristo diviene la via per riconquistare il Paradiso. “Questo è il mio Comandamento; amatevi gli uni con gli altri, come io ho amato voi. Non c’è un amore più grande di questo, di uno che dia la vita per i suoi amici. Voi siete miei amici se fate quel che vi comando” (Giovanni, 15,12-14). In ciò consiste l’amicizia del Cristo. Giovanni-Lazzaro, tra i discepoli, sarà colui che più di tutto diverrà amico del Cristo, il “discepolo che Gesù Cristo amò”. Tale è l’amore cosmico dei Serafini. Come il Maestro Zarathustra-Gesù sacrificò il suo Io per il Cristo al Battesimo nel Giordano, così il Cristo stesso nel Mistero del Golgotha sacrificò il suo Io al Padre.
Nell’essere umano, le braccia sono la parte del corpo formata a partire dalla Regione dei Gemelli. Le braccia sono gli arti che ci permettono di compiere le azioni karmiche che ci legano correttamente (o meno) al prossimo. Il gesto, compiuto principalmente con le braccia e le mani, permette al karma di compiersi. Questa capacità di relazione, non è che il riflesso della capacità di relazione dei Serafini, i quali accordano con amore i sistemi planetari gli uni agli altri, formando dunque il Cosmo dal Caos, “Ordo ab Chao”. Ogni Stella Fissa parla alle altre Stelle Fisse, e il messaggio è Amore “L’Amor che move il Sole e l’altre Stelle” (Paradiso XXXIII, 145) l’essere stesso dei Serafini. Ed è nella veste di un Serafino che il Cristo comparve a Francesco, nel momento in cui con il fuoco impresse in lui le stigmate per la prima volta nella storia dell’umanità.
3/4 Gennaio – 11° Notte Santa – Novembre – Scorpione
L’undicesima notte: la lotta con il Guardiano della Soglia. Mistero: edificare in noi il Castello del Graal. Professare sempre più lealtà verso l’Altissimo.
Commento
È dal segno dello Scorpione che procede l’avversario, la Morte. Nell’Antico Saturno è nella Regione dello Scorpione che le uova di calore saturnie arrivano a dissolversi. Questo “Aculeo dello Scorpione”, è ciò che si oppone all’evoluzione spirituale e se originariamente svolge il compito di controllare il Caos che si nasconde in un eccesso di vita, diventerà poi con la triplice Caduta degli Spiriti delle Tenebre, la scaturigine stessa del Male. Ciò che i Troni offrirono in sacrificio era parte della loro stessa sostanza, quella che fu accolta dai Cherubini divenne sostanza per la formazione delle Gerarchie regolari, come gli Archai e l’uomo. Ma la parte che non fu accolta, divenne sostanza per la manifestazione degli Spiriti dell’Ostacolo, in tutte le precedenti Metamorfosi della Terra. Questo “rifiuto cosmico” ingenerò nei Troni quella che oggi chiamiamo solitudine. La solitudine porta alla divisione e questa all’egoismo. Si può dire che gli Asura posero le condizioni per la ribellione di Arimane, così come egli le pose per Lucifero.
Nell’Antico Saturno rimasero indietro alcuni Archai che guidati da un Eloah rimasto indietro, formeranno gli Asura che distruggono il corpo fisico. Gli Asura si servirono della sostanza di calore dei Troni rifiutata dai Cherubini. Nell’Antico Sole rimasero indietro alcuni Arcangeli che guidati da un Archai ritardatario, Arimane, formeranno gli spiriti arimanici che paralizzano il corpo eterico. Per manifestarsi, gli spiriti arimanici si servirono sia della sostanza fisica decaduta dei Troni che di quella eterica delle Dominazioni. Nell’Antica Luna infine rimasero indietro alcuni Angeli che guidati da un Arcangelo ritardatario, Lucifero, formeranno gli spiriti luciferici che corrompono il corpo astrale. Per manifestarsi, gli spiriti luciferici si servirono infine della sostanza fisica dei Troni, di quella eterica delle Dominazioni e di quella astrale delle Virtù.
Tale “Aculeo dello Scorpione” comparirà poi nella tentazione di Arimane verso gli Atlantidei, che furono corrotti ad usare l’eterico per fini egoistici. Successivamente, alla Svolta dei Tempi, fu il cosiddetto “aculeo arimanico” che Gesù Cristo non riuscì ad estirpare durante le tentazioni nel deserto. “Non di solo pane vive l’uomo” (Luca e Matteo 4:4) significa che il pane è, nel corso attuale dell’evoluzione, necessario alla vita dell’uomo, e non può che essere così dato che viceversa l’uomo sarebbe preda di Lucifero. Tale aculeo è lo stesso che provocò la malattia del Re del Graal, Amfortas, che solo Parsifal fu in grado di curare. L’attaccamento alla materialità, cioè il rifuggire la luce dello Scorpione, diventa fatale per l’anima e l’Io dell’uomo che rischiano di rimanervi invischiati.
Le tentazioni di Arimane nel corpo eterico e di Lucifero nel corpo astrale, si addensano nell’uomo come ombra della luce dell’Io. Tutto ciò che è non-Io, diventa l’Ombra o doppio (Doppelganger). Il Doppio è quindi per sua natura, doppio: possiede una parte superiore luciferica ed una inferiore arimanica. Attraverso il Doppio Luciferico siamo attratti verso il passato e le forze animali e collettive del sangue, dunque le incarnazioni passate così come il retaggio familiare dei legami di sangue. Attraverso il Doppio Arimanico invece siamo attratti verso il futuro, le forze del materialismo, anticipando condizioni di vita future in modo del tutto materialistico. Da un altro punto di vista, possiamo vedere questo Doppio, essere triplice, in quanto possiede un pensare-ombra, un sentire-ombra e un volere-ombra. Tutto ciò che “non siamo”, egli è come moltitudine “E gli domandò: Come ti chiami?. Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti” (Marco 5:9).
Il Guardiano della Soglia è quell’essere che, possiede sotto di sé il Doppio, nei suoi vari aspetti. Il suo essere terrifico non è però equivalente ad essere malvagio, come nel caso del Doppio. Il Guardiano infatti è posto a guardia della Soglia del Mondo Astrale, impedendo al discepolo dell’esoterismo che non si ancora ben preparato ad affrontare i pericoli del Mondo Astrale di procedere oltre sulla Via dell’Iniziazione. Il Guardiano fa sì che il discepolo non impazzisca una volta gettato nel mare della Luce Astrale, dove tutte le immagini prendono vita. Ecco che praticando la Virtù dello Scorpione, la Pazienza, si giunge all’Intuizione, cioè la capacità di penetrare nelle cose per mezzo dello spirito, come l’aculeo dello Scorpione metamorfosa nella punta della freccia del Sagittario.
Il numero 11 corrisponde al Caos, la fine di un vecchio ordine (1) e l’inizio del nuovo (1). Nella Cabala ebraica, l’11° Sephirah è Daath, la Gnosi, quella sfera che corrisponde tanto alla massima elevazione dell’adepto che alla potenziale caduta nell’Abisso che separa la Triade Superna (Kether, Chokmah e Binah) dalle Sephiroth inferiori. Come nell’11° Notte Santa vi è la lotta con il Guardiano della Soglia, così nell’11° Sephirah vi è l’incontro con quello che Steiner chiamò il Grande Guardiano della Soglia. Come il Piccolo Guardiano della Soglia custodisce la Soglia del Mondo Astrale, il Grande Guardiano custodisce la Soglia del Mondo Spirituale superiore (Devachan Superiore o cabalisticamente l’Atziluth). La vera essenza di tale essere è il Cristo che tuttavia deve essere riconosciuto nella devozione. L’adepto deve rinunciare alla condizione che ha conquistato fino a quel momento, al fine di riconoscere che senza il Cristo non avrebbe potuto divenire egli stesso.
Questa è la Terza Notte della Corona, in cui la corona di Lucifero diviene la Corona di Spine del Cristo per mezzo del Sacrificio: i nervi cranici sono resi sensibili alla luce che irradia in un’aureola. Come Daath è la diretta emanazione della Corona, Kether; la Corona di Spine è la corona di colui che ha riconosciuto il Cristo quale suo Io.
Adam Kadmon: Toro
Lo Spirito Santo è legato alla Regione del Toro, siamo dunque giunti oltre le Gerarchie per toccare la Terza Persona della Santissima Trinità. L’immagine della Colomba dello Spirito Santo è profondamente legata a quella del Toro. La Colomba è infatti la sublimazione del Toro: Steiner ebbe a dire che ciò che avviene nell’intestino della mucca, con la sua complessa digestione, è equivalente a ciò che è il corpo astrale degli uccelli, con la loro complessa vita migratoria. Tale legame tra i ruminanti e gli uccelli è rappresentato anche in diverse mitologie del mondo, con il toro alato (Shedu) Babilonesi, o come le corna degli dei egizi alati, quale Ra. Durante il Battesimo nel Giordano, l’Io di Zarathustra abbandona il corpo di Gesù di Nazareth affinché vi penetri il Cristo, e contemporaneamente si apre alla vista spirituale l’immagine della Colomba dello Spirito Santo che discende sul capo di Gesù. L’Io di Zarathustra ascende e lo Spirito Santo discende.
L’intera Metamorfosi dell’Antica Luna era sotto dello Spirito Santo, così come lo è l’Immaginazione. Lo Spirito Santo, nella sua emanazione nella Creazione, è anche la Shekinah o Sofia, il volto femminile della Trinità che si pone come una sorta di 4° Persona tra le tre. L’immagine di Iside-Sophia, deriva dall’unione dell’immaginazione del Toro e della Vergine. In quanto Toro, l’Iside cornuta, è in rapporto allo Spirito del Cosmo, cioè Osiride, il Padre che la feconda. In quanto Vergine, è l’Anima del Mondo, che porta in grembo il Figlio Horus vendicatore del Padre Osiride.
Nelle immagini che raffigurano tanto Iside quanto Osiride possono comparire le corna del Toro: essendo organi per percepire lo Spirito Cosmico, ripresentano quell’anelare dall’Era del Toro (Epoca di Cultura Egizio-Caldaica) a quella dell’Ariete (Epoca di Cultura Greco-Romana), un’immagine potente, rappresentata specialmente nei Misteri di Mithras: il dio solare uccide il Toro Cosmico Abudad, cominciando così l’Era dell’Ariete in cui lo Spirito Solare del Cristo viene per compiere il Mistero del Golgotha. Osiride stesso nella sua forma finale è del tutto fuso con Apis, divenendo Osarapis prima e Serapis poi, tanto il mito della morte e resurrezione di Osiride e di Serapis, sono anticipazioni profetiche del Mistero del Golgotha e della Resurrezione. Tanto Serapis che Mithras segnano il passaggio di Michele da Spirito di Popolo (Arcangelo) ebraico, dunque sotto l’egida di Jehovah, a quello di Spirito del Tempo (Archai) sotto l’egida del Cristo.
Da quando il Cristo si avvicina alla sfera terrestre, l’immagine del Toro diviene anche lo spirito che si oppone alla futura venuta del Cristo come Spirito della Terra, guardando all’antica Età dell’Oro: egli è Lucifero. Esso è il Vitello d’Oro adorato da quella parte del popolo ebraico che non vuole accettare i Comandamenti di Mosè durante la permanenza sul Sinai. Il peccato è tanto più grave poiché, Jehovah è l’Eloah lunare, e nella sfera della Luna agisce lo Spirito Santo. Si tratta dunque di un “peccato contro lo Spirito Santo”. Jehovah doveva essere interiorizzato dal popolo ebraico, fino a sviluppare l’Io, così che ogni sua rappresentazione esteriore non poteva che essere luciferica a differenza dell’immagine interiore della Colomba.
Dopo il Mistero del Golgotha, il rapporto tra Iside ed Osiride, viene passato in forma metamorfosata nel cristianesimo esoterico dove il corpo astrale purificato assume il nome di Sofia e si colma della Saggezza Cosmica dello Spirito Santo, attraverso cui giunge all’Illuminazione. Lucifero stesso, che comincia la sua redenzione attraverso il Buon Ladrone alla Crocifissione, diventerà il futuro Spirito Santo, il Consolatore, colui che porta alla Saggezza dell’Uomo, Anthropos-Sophia. Egli è la guida nella vita post-mortem oltre la sfera solare: è nella Sfera del Sole che incontriamo il Cristo, ma da questa sfera in poi, è Lucifero che ci guiderà fino alla sfera di Saturno e alla Mezzanotte Cosmica.
È dalla Regione del Toro che procedono le forze di formazione della laringe umana nell’Antica Luna. La parola e dunque il linguaggio si esprimono a partire dalla metà dell’Era Lemurica, quando nell’Era del Toro, si separa la laringe dalle gonadi (organi sessuali), così che la laringe diviene capace di esprimere toni corrispondenti a stati d’animo, ovvero del germe dell’Io ricevuto dagli Elohim. In futuro la laringe diverrà l’organo della riproduzione al posto delle gonadi che si atrofizzeranno: tale sarà la condizione del Sole incastonato nella Falce di Luna, l’umanità del Graal; ed è tale umanità che si va attualmente preparando negli Ordini Esoterici Occidentali.
4/5 Gennaio – 12° Notte Santa – Dicembre – Sagittario
Nella Dodicesima Notte si depone la Corona ottenuta ai piedi del Divino perché, se siamo stati noi combattendo a conquistare la Corona, è stata però la Grazia, la legge divina a concedercela. Perché la Grazia è l’afflusso da una sorgente che l’uomo, con le sole forze umane, non è capace di raggiungere. Ora il Principio e la Fine sono uno. Tempo-senza spazio e Spazio-senza tempo. Tutto è eterno e santo ora! Le forze focalizzate e risolute del Sagittario devono essere impegnate in modo che possano accogliere il bene spirituale.
Commento
Abbiamo cominciato le Dodici Notti Sante illuminati dalla Grazia e le concludiamo ancora nella Grazia. La Corona che abbiamo forgiato non è solo frutto del nostro sforzo individuale, è il Cristo che ci ha dato la Corona di Spine sostituendola con quella di Lucifero. Al momento della Crocifissione, Lucifero è presente nel Buon Ladrone, così come il Cattivo Ladrone è Arimane: “Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso.” (Luca 39-43).
Il rapporto tra Lucifero e il Cristo è il nuovo rapporto che si stabilisce tra l’astrale e l’Io, che nel Sagittario sono rappresentati dal corpo di cavallo e dal tronco e capo dell’uomo arciere. Il corpo astrale deve riconoscere che l’Io è il principio spirituale che presiede al Regno Celeste del Paradiso. Quando Lucifero riconosce i suoi misfatti si nobilita, allora la sua azione diviene realmente uno con il Cristo, potendo redimere le opere del Principe di Questo Mondo, Arimane.
Cabalisticamente la Corona, la prima Sephirah, non può essere raggiunta dall’uomo durante un’incarnazione fisica, solo il suo riflesso, Daath, la Gnosi. Colui che vuole raggiungere Kether, lo potrà fare solo al costo di perdere il proprio corpo fisico. L’adepto deve umilmente riconoscere la Grazia quale intercessore di tutto il lavoro delle Notti Sante. In Daath risiede infatti il Grande Guardiano della Soglia, che dapprima appare come un giudice impassibile ma che riconosciuto come il Cristo corona l’adepto con la vera Gnosi, divenendo Maestro Siamo giunti al momento in cui il Principio e la Fine coincidono, sono Uno, come appunto è la Sephirah Kether. Siamo ormai al di là dello spazio e del tempo, nell’Eterno, dove risiedono gli Archetipi, prima di informare la Creazione. “Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine” (Apocalisse 22:13). Questa è la Notte Santa che anticipa profeticamente l’intero periodo di Avvento dell’anno nuovo.
Nel senso delle indicazioni date ad Hahn, la 12° Notte Santa è l’arrivo dei Re Magi per adorare il Messia del popolo ebraico, il Gesù Salomonico del Vangelo di Matteo. La Stella conduce i Re Magi al cospetto del Maestro Zarathustra reincarnato, alla loro visione chiaroveggente l’Io appare come una Stella che scende man mano verso la Terra. Steiner riconduce i Magi a tutta l’evoluzione precedente alla Svolta dei Tempi, indicando che il tempo affinché si ascenda nell’evoluzione spirituale, è venuto. Caspar è il Mago che proviene dall’Africa e rappresenta l’Era Lemurica, Balthasar proviene dall’Asia e rappresenta l’Era Atlantica, mentre Melchior dall’Europa e rappresenta la Quinta Era Post-Atlantica. Anche i doni dei Magi rappresentano le forze dell’anima delle Ere nonché quelle che Zarathustra porterà a compimento in questa incarnazione come Gesù Salomonico: Caspar porta la mirra che rappresenta la vita spirituale oltre la morte, essendo usata per l’imbalsamazione, non a caso gli Egizi ricapitolavano l’Era Lemurica; Balthasar porta l’incenso che rappresenta il sentimento che ascende verso le altezze, essendo gli Atlantidei i primi a istituire il Culto Solare; Melchior porta l’oro che è simbolo dell’intelligenza nel pensare, avendo la Quinta Era la missione dello sviluppo della mente. I Re Magi, nella consacrazione di volere, sentire e pensare, omaggiano Gesù di Nazareth colui che condurrà attraverso la Quinta Era verso la Sesta, dove tutte le azioni saranno un atto sacramentale.
La Virtù del Sagittario è il Controllo della Parola che dona il Senso della Verità, in questo senso i Re Magi seguono il Senso di Verità, cavalcando da Oriente sui dromedari, seguendo la via tracciata dal Maestro, il Saggio del Fuoco Zarathustra. Siamo dunque passati dalla Via dei Pastori, adombrata dal Nirmanakaya Buddha, della Rimembranza nello Spirito a quella dei Re Magi, della Visione nello Spirito. Possiamo vedere anche la freccia del Sagittario che vola verso le altezze celesti della Montagna del Capricorno (1° Notte Santa), cioè la Montagna dell’Iniziazione. A questo punto l’Iniziazione nelle Dodici Notti Sante è completa, i risultati potranno essere contemplati profeticamente nella 13° Notte Santa.
Adam Kadmon: Ariete
La Regione dell’Ariete è quella da cui scaturisce l’impulso per la formazione del capo dell’uomo, ed in particolare della fronte, la cui segnatura è la Croce che ognuno porta impressa sul volto. Così come il Cristo nelle tappe della Passione porta la sua stessa croce fin sul Monte del Cranio, il Golgotha, “ognuno ha la sua Croce” ed è ciò che si presenta all’uomo che abbia occhi per vedere nel momento in cui incontriamo l’altro, il prossimo. “Ama il prossimo tuo come te stesso” significa “Ama la Croce del tuo prossimo come fosse la tua stessa”, come Simone di Cirene che nella Quinta Stazione della Passione porta la Croce del Cristo riconoscendolo immediatamente per chi Egli sia.
Dalla Regione dell’Ariete i Serafini indicano il sacrificio supremo: Metatron, l’Arcangelo di Kether, è colui che ferma Abramo dal sacrificare il proprio figlio Isacco, dandogli invece un Ariete le cui corna erano impigliate in un cespuglio di rovi. Tale immagine è l’anticipazione del Roveto Ardente visto da Mosè, in quanto l’Ariete è anche “Agnus”, la cui radice è in latino “Ignis” o “Agni” in sanscrito, l’eroico Dio del Fuoco che cavalca un Ariete mediatore tra l’uomo e il mondo spirituale.
L’Adam Kadmon è finalmente completo. Siamo ora giunti nella Regione dell’Ariete legata al Principio del Cristo, l’Agnello di Dio. È in questa Regione che il Cristo entra nello Zodiaco al momento del battesimo nel Giordano dalla sfera del Primo Mobile e ancor prima del Nirvana o Ain Soph, ove il Cristo era ancora uno con la Seconda Persona del Figlio. “Questo è il mio Figliolo prediletto; oggi Io Lo Ho Generato”, queste sono le parole della Voce dal Cielo che annuncia la nascita del Figlio. La Trinità che alberga nell’Eternità genera il Figlio nelle sfere della Manifestazione a cominciare dal Primo Mobile, scendendo poi nello Zodiaco dove il Cristo si inserisce nella corrente dell’evoluzione nello spazio e successivamente in quella dei Pianeti, ovvero del tempo. L’Era dell’Ariete è la Quarta Epoca di Cultura Greco-Romana, alla cui metà viene il Cristo per compiere il Mistero del Golgotha e portare la Terra ad un nuovo stadio di evoluzione.
In questo senso l’Epifania può essere considerata il Battesimo nel Giordano, dove nella sequenza di Hahn, rappresenta invece l’arrivo dei Re Magi al Gesù del Vangelo di Matteo. Secondo il calendario cattolico, il Battesimo nel Giordano cade la prima domenica dopo l’Epifania. Nel senso di Prokofieff e dell’Adam Kadmon questa è la Vigilia della 13° Notte Santa, in cui l’Adam Kadmon è ormai completo e la Trinità sta per manifestarsi nel suo insieme nell’essere dell’uomo Gesù di Nazareth e attraverso questo, a tutta l’umanità con la sua opera sul triplice spirito Sé Spirituale, Spirito Vitale, Uomo-Spirito. Il Mistero della Trinità si estende dall’11° alla 13° Notte Santa, dove in successione si ha il Toro/Colomba-Spirito Santo, l’Ariete-Figlio ed infine la Voce dal Cielo-Padre. È dunque in queste ultime tre Notti Sante che la Trinità viene completata. Per questo dopo la 12° Notte Santa sorge la necessità di una 13° Notte conclusiva.
5/6 Gennaio – 13° Notte Santa – Anno Futuro – Adam Kadmon – Epifania
Quello che abbiamo compreso e ricevuto nelle Dodici Notti Sante, dobbiamo ora portare nella vita e spiritualizzare la materia e l’animico. Le Dodici Notti Dante sono importanti per la vita e il destino di tutto l’anno. Possono piantare un seme di Buona Volontà.
Commento
La 13° Notte Santa dimostra come l’insieme di tutte le Notti Sante sia più della somma delle singole Notti Sante stesse, un fatto spirituale già evidente dall’esistenza di due sequenze zodiacali, temporale e archetipale. Come principio generale, si può affermare che nella scienza dello spirito, il numero 13 espresso come 12 + 1, rappresenta la summa dei possibili punti di vista. Il 12 è chiaramente legato allo Zodiaco, e dunque ai sensi e al corpo fisico, come espressione dell’attività dello Zodiaco nell’Antico Saturno. Ogni volta che Steiner indica il numero 12 è implicito un 13esimo nel centro: nel caso dello Zodiaco è il Sole Spirituale, il Cristo; ma ciò diviene vero anche per il Cristo al centro dei 12 Apostoli nonché il fanciullo che si incarnò come Christian Rosenkreutz iniziato dai 12 Mistici.
Queste ultime indicazioni sono state aggiunte nella terza pagina delle note di Herbert Hahn. Pur non riportando l’indicazione di una 13° Notte Santa, questa ci è stata tramandata dalla tradizione del movimento antroposofico, così come il nome di Notte dell’Adam Kadmon. Inoltre le note finali si riferiscono ad una ricapitolazione generale di tutte le Dodici Notti Sante, ponendosi come un Tredicesimo Simbolo-Mistero.
Questa è la Notte del Padre, che corrisponde al Nirvana o Ain Soph oltre lo Zodiaco, oltre la Regione dell’Ariete, e che nel centro dello Zodiaco corrisponde al Sole Spirituale, cioè al Cristo da cui tutti i Segni, essendo la periferia del Cosmo, hanno il loro centro. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che procede da entrambi, formano il Centro Verticale del Cosmo, così come l’Io lo è dell’uomo, collegandolo al triplice spirito. In questo consiste la summa delle Dodici Notti Sante, spiritualizzare la materia, cioè il Regno di Arimane e l’animico, cioè il Regno di Lucifero. I buoni propositi fatti in queste Dodici Notti si manifesteranno nell’anno a venire, come un seme da cui l’evoluzione spirituale del discepolo sulla via esoterica può coltivare, fino a far fruttificare. Questa è la Buona Volontà.
Questa 13° Notte Santa, essendo la summa delle precedenti 12, consiste nella Visione nello Spirito di cui si parla nella Pietra di Fondazione e dunque al Futuro, quando l’uomo nella Sesta Epoca di Cultura Russo-Slava avrà conquistato la Visione Eterica, tale è la Corona di Spine di cui abbiamo già accennato, essendo questa il risultato della vittoria sul serpente Luciferico, la Kundalini, attraverso l’intercessione della Sofia, la Donna Vestita di Sole che schiaccia il capo del Serpente sotto la Luna. A questa seguirà una visione ancora superiore, la chiaroveggenza del Sé Spirituale, l’Immaginazione che si completerà solo alla fine nella Quinta Metamorfosi del Futuro Giove.
Formazione dell’Esagramma e del Pentagramma
Vediamo infine come si formano i due sigilli delle Dodici Notti Sante. Come l’Esagramma è la Stella del Macrocosmo, cioè la stella dell’anima paradisiaca di Adamo, il Gesù Nathanico del Vangelo di Luca; così il Pentagramma è la Stella del Microcosmo, cioè la stella dei Magi, l’Io di Zarathustra che si incarna nel Gesù Salomonico del Vangelo di Matteo. Infatti, al momento dell’ultimo giorno delle Notti Sante, l’Epifania, i Re Magi giungono a portare i doni dall’Oriente, la Persia, al Maestro Zarathustra reincarnato. L’evoluzione dal Macrocosmo al Microcosmo si compirà proprio nella 13° Notte Santa, che è la summa di entrambe le serie delle Dodici Notti Sante. Steiner impiegherà l’Esagramma come esercizio di percezione del corpo astrale, mentre il Pentagramma come esercizio di percezione del corpo eterico.
Nella biografia le forze del Macrocosmo, ovvero le forze dei Sette Pianeti, si aggiungono una dopo l’altra a formare il corpo fisico, eterico ed astrale dell’uomo, nella sequenza che ritroviamo nei settenni della biografia umana: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Giove, Marte, Saturno. Dove la Luna è la più vicina alla Terra e Saturno il più lontano, cioè secondo il modello geocentrico del Cosmo, o sequenza planetaria occulta. La stessa sequenza viene ripetuta nella vita Post-Mortem dell’anima, che ascende dal Mondo Fisico-Eterico (Terra), a quello Astrale (Luna, Mercurio, Venere), Spirituale Inferiore (Sole) e Spirituale Superiore (Marte, Giove, Saturno). Una volta formato il Microcosmo, cioè l’essere umano, questo deve accrescersi coscientemente verso il Macrocosmo, anelando nel suo Io alla conoscenza esoterica. Così facendo il Microcosmo si espande nuovamente ad abbracciare il Macrocosmo stavolta in uno stato cosciente.
Avendo raggiunto la Mezzanotte Cosmica, l’Io in accordo con le Gerarchie progetta una nuova incarnazione, secondo le esperienze pregresse di corpo fisico, eterico ed astrale inscritte nell’Io stesso. Questi sono i quadri della vita che verranno inscritti nel futuro della nuova incarnazione. L’Io dapprima raggiunto il Mondo Astrale si avvolge del corpo astrale, successivamente raggiunta la Regione Eterica della Terra si avvolge nel corpo eterico ed infine scegliendo i propri genitori sul piano fisico, pone le condizioni del proprio corpo fisico.
Ogni Avvento vengono ricapitolate tutte le precedenti vite, con tutti i progetti fatti dall’Io durante la vita post-mortem così che quando si giunge all’8° Notte Santa del Leone, si può immettere un nuovo impulso nell’evoluzione. Questo è il seme delle Dodici Notti Sante, che indicano la via tanto dopo la morte che nella successiva incarnazione.
Potete leggere qui il commento de Le 4 Settimane d’Avvento
E successivamente potete leggere l’articolo su Le 13 Notti Sante – Parte Prima: 24–31 dicembre
Tabella riassuntiva della formazione dell’Esagramma e Pentagramma
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