Nel mondo si comprende talmente poco tutto ciò, che non si è neppure in grado di dare un significato alle lettere stesse sulla Croce. Platone dice che l’anima del mondo è stata crocifissa alla croce del corpo del mondo. La croce simboleggia i quattro elementi, e i regni vegetale, animale e umano sono basati sui quattro elementi.
Sulla croce abbiamo:
Jam = l’acqua = Jacopo;
Nour = il fuoco, riferito al Cristo stesso;
Ruach = l’aria, simbolo di Giovanni;
Jabeschah = la Terra, la pietra, per Pietro
Sulla croce è dunque indicato ciò che è espresso nei nomi dei tre apostoli, mentre con l’ << J.N.R.J. >> è inteso il Cristo stesso. Il cristianesimo doveva essere portato all’elemento “terra”, al tempio, cioè al punto al quale l’uomo si è evoluto in modo da essere un involucro per la sfera superiore. Ma il tempio stesso… [lacuna nel testo].
“Il gallo conta due volte” è il simbolo per l’io inferiore e anche per quello superiore. La prima volta “il gallo canta” quando l’essere umano discende e si materializza nella sostanza; la seconda volta quando risalirà, quando avrà imparato a comprendere il Cristo, quando comparirà l’Acquario. Ciò avverrà nel sesto periodo di civiltà. Allora l’uomo apprenderà nello spirito che cosa egli deve diventare. L’io avrà allora superato un determinato livello, quando cioè nel senso più alto si sarà realizzato quel che è espresso dal tempio di Salomone, quando l’uomo stesso sarà un tempio per Jahve.
Prima però l’essere umano dovrà attraversare ancora tre stadi di purificazione. L’io è inserito in un triplice involucro: anzitutto nel corpo astrale, poi in quello eterico, e infine nel corpo fisico.
In quanto siamo nel corpo astrale abbiamo rinnegato l’io divino per la prima volta, nel corpo eterico l’abbiamo rinnegato per la seconda volte, e nel corpo fisico per la terza. Il primo canto del gallo è il triplice rinnegamento attraverso il triplice involucro umano. Quando poi l’uomo è passato attraverso i tre copri, quando l’io trova nel Cristo la sua massima realizzazione simbolica, allora il gallo canta per la seconda volta.
Questa lotta per raggiungere la vera comprensione del Cristo, anzitutto con l’attraversamento dello stadio di Pietro, tutte queste profonde idee non potevano certo essere spiegate ai giudici da nessuno dei templari che allora vennero torturati.
I templari dunque venivano dapprima portati a rinnegare la croce. Dopo esser stato loro esposto tutto questo, veniva presentata una figura simbolica dell’essere divino nella veneranda figura di un uomo con una barba fluente (simbolo del Padre). Quando gli uomini si saranno evoluti e nei maestri avranno trovato le proprie guide, quando saranno presenti quelli che potranno guidarli, davanti a loro starà il maestro, come la parola del Padre che li guida, che li porterà alla comprensione del Cristo.
Ai templari veniva quindi detto che quando avessero compreso tutto questo sarebbero stati maturi per dare il loro contributo alla costruzione del grande tempio del mondo. Dovevano collaborare e fare in modo che la grande costruzione fosse una dimora per la più profonda individualità umana, per il nostro interiore sacrificio.
In tutto questo abbiamo immagini che hanno una grande importanza. Se queste immagini acquisteranno vita nell’anima del singolo, egli diverrà sempre più discepolo dei grandi maestri che preparano la costruzione del tempio dell’umanità. Questi grandi pensieri agiscono come forze nella nostra anima affinché si arrivi alla purificazione che nello spirito ci guida alla vera vita.
Ritroviamo l’impulso medievale che appare nei cavalieri del tempio anche in due comunità, quella di re Artù e quella del santo Graal. Nella tavola rotonda di re Artù troviamo l’antico impulso secolare, mentre il vero e proprio impulso spirituale della cavalleria cristiana doveva essere preparato in coloro che custodivano il santo Graal. È singolare come gli uomini del medioevo pensassero con obiettività e con calma in merito alla potenza sorgente, ai frutti, e alla forma esteriore del cristianesimo.
Al centro degli insegnamenti dei templari veniva onorato un elemento femminile. Lo si chiamava la divina Sofia, la saggezza divina. Manas è la quinta parte costitutiva, il sé spirituale umano, che deve sorgere e al quale va eretto un tempio. Come il pentagono del portale del tempio di Salomone caratterizzava l’uomo con le sue cinque parti costitutive, così l’elemento femminile caratterizzava la saggezza del medioevo. In Beatrice Dante intendeva appunto portare ad espressione quella saggezza. Comprende la Divina Commedia soltanto chi la considera in questo senso. Di conseguenza anche in Dante troviamo gli stessi simboli che si presentano nei templari e nei cavalieri cristiani, nei cavalieri del Graal. Quanto deve accadere viene preparato molto tempo prima dai grandi iniziati che dicono quel che in futuro dovrà succedere, nel modo in cui ad esempio è raccontato nell’Apocalisse, affinché le anime siano preparate a questi accadimenti.
Secondo il mito, all’inizio del genere umano nel mondo abbiamo due correnti. Una è quella dei figli di Caino, generata da uno degli Elohim insieme a Eva. Sono i figli del mondo, presso i quali troviamo le grandi arti e le scienze; è la corrente messa al bando e che dovrà venir santificata dal cristianesimo quando verrà il tempo della quinta parte costitutiva umana. L’altra corrente è quella dei figli di Dio che accompagna gli uomini Gino all’affermazione della quinta parte costitutiva. Sono quelli generati da Adamo. Poi vennero di nuovo chiamati i figli di Caino affinché si richiudesse in un solo involucro ciò che i figli di Dio, i figli di Abele-Seth, avevano creato.
Nell'Arca santa è nascosto il sacro nome di Jahve, ma ciò che deve trasformare il mondo, ciò che deve creare l'involucro per il Santissimo, va riedificato dai figli di Caino. Dio creò il corpo dell'uomo e in esso nacque l'io, che in un primo tempo distrugge quel tempio. L'uomo può salvarsi soltanto costruendosi anzitutto la casa che lo trasporti al di là delle acque delle passioni, costruendosi la sua arca di Noè. L'uomo deve costruire a nuovo questa casa. Così, coloro che sono venuti al mondo come figli di Caino lavorano il mondo esteriore, mentre quel che hanno portato i figli di Dio agisce sul mondo interiore.
All'inizio della nostra epoca si affermarono dunque queste due correnti ... [lacuna nel testo].
Comprendiamo la teosofia soltanto considerandola un testamento di ciò che era indicato nel tempio di Salomone e di ciò che occorre attendere e preparare per l'avvenire. Noi dobbiamo preparare il nuovo patto al posto del vecchio, che era quello del Dio creatore, quando l'elemento divino costruiva il tempio dell'uomo. Si ha il nuovo patto quando l'uomo stesso avvolge l'elemento divino col tempio della saggezza, quando lo ricrea, affinché l'io trovi un rifugio sulla Terra fino a quando non risorgerà liberato dalla materia.
I simboli sono molto profondi, e questa era l'educazione che i templari intendevano dare all'umanità. I rosacroce altro non sono che i continuatori dei templari e null'altro vogliono se non quanto volevano i cavalieri del tempio e quanto vuole anche la teosofia: lavorare al grande tempio dell’umanità.
Rudolf Steiner
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