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L'elezione del discepolo e l'Alchimia: agire in armonia coi voleri spirituali


Oggi sarà mio compito parlar loro intorno all’opera di Christian Rosenkreuz. Essa cominciò nel XIII secolo e dura tuttora; e durerà per tutto il futuro. Il suo primo atto è, naturalmente, quanto fu detto precedentemente sulla iniziazione di C. Rosenkreuz per opera dei Dodici e l'individualità singolare del Tredicesimo. Quando poi C. Rosenkreuz rinacque nel secolo XIV, l’opera sua principale fu l'educazione dei seguaci e discepoli dei Dodici. Durante quel tempo, nessuno imparò a conoscerlo, eccettuati i suoi compagni intimi; e ciò non perché fosse impossibile, o perché egli vivesse appartato, ma soltanto perché gli altri non lo riconoscevano per quello che lui era veramente. E per quanto riguarda particolarmente la corporeità fisica di C. Rosenkreuz, la cosa restò così fino ad oggi. Ma il suo corpo eterico agì direttamente più tardi in una cerchia molto più vasta, ed al tempo nostro, già moltissimi uomini possono entrare in comunione vera con quelle forze. Coloro che egli desidera eleggere a suoi speciali discepoli, vengono a ciò prescelti da lui stesso, in modo del tutto particolare. A proposito di tali elezioni, è bene che il discepolo ponga attenzione, appunto, ad alcuni avvenimenti, per mezzo dei quali vengo no oggi scelti nella maggior parte dei casi, i veri discepoli di C. Rosenkreuz.


Ciò può accadere nel modo seguente: un individuo arriva a qualche intensa crisi karmica nella sua vita, per esempio a commettere qualcosa che inevitabilmente gli produrrebbe la morte. Tali circostanze possono, naturalmente, realizzarsi nell'esistenza, in modi assai differenti. Un uomo, andando per una strada, si avvicina, senza averne coscienza, ad un punto pericoloso, per es. ad un precipizio. Ancora pochi passi e precipiterebbe nel burrone. Se veramente un tale individuo è chiamato a diventare un discepolo, allora può accadere che proprio all'ultimo istante egli senta come una voce che gli dice: “fermati! Non devi proseguire oltre” Egli comprenderà allora la sua posizione pericolosa e si saprà salvo dal pericolo. Oggi la chiamata viene generalmente in modo consimile a quella descritta come un esempio illustrativo. Infatti, ciò che un tale esempio descrive è soltanto l'avvenimento meramente esteriore, ma è tuttavia la parte più importante dell'appello spirituale.


Dell'appello veramente interiore, fa però parte il fatto che l'individuo in questione si occupi seriamente di qualcosa del tutto consona e simile alla teosofia o antroposofia. Certo, il succitato avvenimento deve essere atto a fargli conoscere, per mezzo della susseguente riflessione, che egli deve la sua vera salvezza ad una voce partita dai mondi spirituali e non dal mondo fisico, a cui egli appartiene come uomo fisico. Dapprima può darsi che in lui prevalga l'idea che la voce udita sia partita dal mondo fisico ma più tardi, quando come discepolo sia diventato perfettamente maturo, egli potrà giustamente comprendere che, in quel preciso momento, la voce udita muoveva verso di lui dal mondo spirituale. In tal modo il discepolo, con l'aiuto della propria riflessione, acquista la persuasione dell’esistenza di un mondo meramente spirituale, il quale estende la sua azione ed i suoi influssi fino nel mondo fisico ed alle soglie della vita ordinaria. Quando un simile evento è stato sperimentato una o più volte. Allora la sua azione sull'animo del discepolo diventa assai forte. Infatti, un uomo che sia passato attraverso a una tale esperienza , giungendo quindi all'assoluta persuasione di una salvezza dovuta ad un avvertimento sovrumano, dovrà pur dire a se stesso : Tutta la vita mia stava per essere perduta per sempre, a causa di una mia azione; questa vita che mi è stata salvata, fu effetto di una grazia!


Ed in virtù di questa vita che gli è stata ridonata per la grazia di talune potenze spirituali, il discepolo acquista vieppiù la precisa convinzione che la sua vita sarebbe veramente andata perduta , ma che , essendogli stata ridonata par la sola grazia delle potenze spirituali accorse in suo aiuto, egli debba ora dedicarla a1 servizio di tali entità. Ciò gli dà luce e forza per tutta la vita. Egli, poi, non potrà più vivere dissociato dall'intimo sentimento che senza l'aiuto della Rosacroce, la sua vita sarebbe andata perduta per sempre. Ma spesso, un tale evento può anche avere avuto luogo in tempo assai anteriore a quello in cui ha cominciato ad occuparsi di teosofia, ed il ricordo di un tale evento può risorgere in lui molto più tardi. Appunto perciò è assolutamente necessario che l'uomo torni con la memoria su tutto il cammino della sua esistenza, onde vedere se in essa vi sia mai stato un esempio consimile a quello fornita dall'esempio citato. Molti, di coloro che sono qui presenti, potrebbero forse ricordarsi, oggi, di un analogo avvenimento, ma certo è un fatto singolare che, spessissimo, gli avvenimenti più importanti della nostra vita passi no quasi inosservati da noi stessi. Questo sia intanto un breve accenno alle elezioni dei discepoli superiori e particolari di C. Rosenkreuz.

Per addentrarci vieppiù nel nostro argomento è intanto necessario notare con precisione la differenza fra il modo con cui C. Rosenkreuz insegnava al suo tempo ed il modo che ci è oggi consueto.


Questo insegnamento di C. Rosenkreuz trattava, per prima cosa la scienza naturale; attualmente, e del secolo XIX, tratta la scienza occulta. Qui sta appunto un fatto fondamentale, la cui comprensione può essere offerta soltanto ai discepoli dell'antroposofia, comprensione che originerà, nella mente di colui che è in grado di assumerla immediatamente e totalmente, la visione completa della evoluzione spirituale del nostro tempo, e con ciò la facoltà di agire in armonia coi voleri spirituali del momento attuale. Prima di parlare assai più della natura e dei suoi intimi processi, a quelli si rivolgeva l'indagine e la speculazione. Tale studio si chiamò allora Alchimia. Quella parte di processi che non aveva luogo sulla terra, ma bensì negli spazi celesti, era compresa nella parte chiamata ASTROLOGIA.


Attualmente però, ci conviene assai più indagare e studiare le vera vita spirituale nei mondi dello Spirito. Per esempio , con lo studio profondo delle diverse epoche di civiltà, impariamo a conoscere i veri processi evolutivi dell'anima umana. Il Rosacroce del medioevo non studiava tutto questo, bensì i profondissimi fenomeni naturali. Studiava appunto ciò che deve essere considerato come i tre processi fondamentali della natura.


Come primo di questi tre processi, studiava il più importante: IL PROCESSO DELLA FORMAZIONE DEI SALI. Faceva sciogliere del sale in un liquido e poi, mediante l'usuale processo di evaporazione, otteneva nuovamente, per condensazione, la stessa soluzione in sale. Bisogna ricordare che tutto ciò che in natura può passare dallo stato liquido allo stato solido, si chiamava SALE. Ma quando l'indagatore, il teosofo del medioevo, osservava il processo naturale di condensazione o di salificazione, egli ne traeva un'altra idea, diversa da quella abituale al chimico dei nostri tempi. Appena il teosofo, alchimista medioevale, si credeva in stato di comprendere veramente e profondamente questo naturale processo di salificazione, egli lo vedeva associato all'idea realissima della preghiera.


Questo esteriore processo di condensazione/salificazione incitava l'indagatore a rispondere ad una simile domanda: COSA DOVREBBE AVVENIRE NELLA MIA ANIMA, SE UN SIMILE PROCESSO DOVESSE AVER LUOGO IN ESSA? Per mezzo della preghiera, l'uomo si eleva coscientemente verso il mondo spirituale, ove nel flusso stesso del suo trasporto interiore che in sé assume sempre più la realtà del mondo spirituale, e lo immedesima nell'onda emanata dalla forza di elevazione si vanno formando, lentamente, come dei centri di armonia e di certezza interiore, che nell'anima dell'orante si distaccano dai movimenti ritmici dovuti all'elevazione stessa, ed hanno vita autonoma fissa. Come veri depositi di vita spirituale, tali centri si condensano e si posano nell'anima dell'orante. Essi vi restano a lungo, secondo il grado di elevazione prima raggiunto con la preghiera, e si rispecchiano sulla tavola della coscienza interiore, nella loro armonica forma. Tale processo è uguale a quello della condensazione salina in natura. Questi processi interiori, il teosofo medioevale se li figurava così, che in seno alla natura, tutto ciò che è passione ecc. si distrugge. Se come uomini ci abbandonassimo soltanto agli impulsi e alle passioni inferiori, allora la nostra vita sarebbe soltanto un processo di putrefazione.


Se l'uomo vuole proteggersi da questo processo di corruzione, deve generare in sé pensieri puri, perché questi impediscono il processo di corruzione. Gli impulsi e le passioni di una vita, diventano nell'uomo dei germi di malattia. Invece le forze di corruzione che l'uomo annienta in sé per mezzo di buoni pensieri spirituali, portano forza per la vita seguente. Per il teosofo medioevale, la vittoria sulle forze distruttrici a mezzo del pensare spirituale, era nel Microcosmo ciò che nel Macrocosmo è la formazione del sale. I1 teosofo del medioevo si diceva : "Da migliaia di anni agiscono qui queste forze, come in me agiscono i pensieri spirituali; io adoro, dietro la Maya della natura, i pensieri spirituali degli Dei, quando io contemplo questi fenomeni". Con tale contemplazione devota, il teosofo del medioevo si rendeva simile al Macrocosmo, Se invece questi processi si contemplano soltanto esteriormente, noi diventiamo un elemento di separazione e di morte.


Un altro processo veniva osservato dal teosofo medioevale, e precisamente quello per cui si forma una materia liquida entro un liquido. Ciò che ha facoltà di disciogliere un altro liquido, era dal teosofo medioevale chiamato Mercurio. Che cosa è mercurio nell'anima stessa dell'uomo? Che cosa agisce nell'anima umana, analogamente al mercurio nel Macrocosmo? Il teosofo medioevale sapeva che tale solvente è l'Amore.


Le forme superiori di amore nell'uomo, sono nella natura dei processi di soluzione Così anche la contemplazione di questo processo diventava per lui fonte di una possente elevazione dell'anima. Egli diceva: "Attraverso i millenni l'amore deve agire in me".


Il terzo processo che il teosofo del medioevo contemplava con profondo sentimento, era l'infiammarsi di una materia fisica, il bruciare e il dissolversi per l'azione del fuoco. Quale è dunque il processo interno dell'anima, corrispondente a questo processo esterno della natura? È l'ardente, devoto sacrificio di sé allo spirito divino, il vero fervore religioso Tutto ciò che di combustibile esiste in Natura, tutto ciò che le fiamme possono dissolvere, era nel medioevo chiamato dal teosofo: ZOLFO. Ed egli vedeva tale processo di combustione e di purificazione nell'evoluzione della terra. In questa contemplazione lo sollevava il pensiero: "Se io vedo questo ZOLFO divorato dalle fiamme nel processo di combustione, ciò mi e un segno di come gli Dei continuamente si dissolvono per salire ad una più alta religione divina" Egli sentiva così, nell'anima sua, il processo macrocosmico degli Dei che sacrificano se stessi agli Dei superiori

Quando dunque il teosofo medioevale lavorava nel suo laboratorio, egli si diceva : "Io evoco davanti ai miei sguardi qualche cosa che mi mostra un processo di sacrificio, di purificazione e di amore". Cosi un profondo sentimento religioso riempiva la sua anima. Egli si sentiva degno di tale lavoro, soltanto quando sentiva vivere in sé anche interiormente questo pensiero di sacrificio che si esprimeva così: " Se io vedo fuori della Natura le formazioni di sale, i processi di soluzione e le fiamme divoratrici, vedo pensieri divini, amore divino, sacrificio divino”.


Intraprendendo questi processi con le diverse materie nel laboratorio, lo sperimentatore si abbandonava coscientemente al pensiero che nella salificazione , nella soluzione e nella combustione, egli aveva, davanti a sé, pensieri divini, amore divino e sacrificio divino. Allora scopriva questo: che quando in questo stato d'animo egli vedeva compiersi la salificazione, allora nell'animo suo sorgevano dei puri pensieri che purificavano anche lui. Nell'abbandonarsi alla contemplazione del processo di soluzione egli si sentiva incitato alla amorevolezza , mentre nel processo di combustione sentiva germogliare in sé la volontà di sacrificio al Tutto. E compito di questi processi naturali era appunto di risvegliare in lui questi sentimenti. Ora, il chiaroveggente che avesse osservato, durante questi suoi esperimenti, il teosofo medioevale, avrebbe veduto quanto segue: avrebbe visto la sua aura, che prima del processo era un'aura normale trasformarsi dapprima in un'aura color rame, poi colore dell'argento e poi in una lucentissima aura d'oro. Per questo gli alchimisti dicevano che dalla rozza aura avevano tratto argento ed oro soggettivo.


Fare dell'oro e dell'argento soggettivo, significava riempirsi di puri ed elevati pensieri, di amore divino, di sacrificio divino. Come conseguenza di tali esperienze interiori, il teosofo medioevale acquistava la possibilità della chiaroveggenza, per mezzo della quale poteva penetrare l'essenza della corruzione e della morte. Vedeva così gli esseri spirituali che, celati dietro la Maya, producono la nascita e la morte di ogni cosa, e comprendeva quali processi formino le forze distruttrici. Dalla contemplazione della natura, l'uomo traeva le leggi della purificazione e della degenerazione, ma la scienza così acquistata egli non la esprimeva in concetti e in parole, bensì in figure simboliche che appaiono come risultato di una specie di coscienza immaginativa. Le FIGURE OCCULTE DEI ROSACROCE pubblicate nel XVIII secolo da Henricus Matadamus, sono il risultato di tale conoscenza. Nel mondo, tutto deve accadere secondo delle grandi leggi. Così lavoravano gli alchimisti dal XIV al XIX secolo.


In realtà, su questo lavoro interiore, nulla è mai stato scritto, e ciò che ne venne scritto, fu sempre da parte di gente che, ignorando la vera condizione delle cose, considerava i fenomeni esteriori come fine a sé stessi. Solo un falso alchimista considerava il VALORE nella materia ottenuta e nella sua utilizzazione. Un vero alchimista non considerava per nulla la materia che otteneva mediante il processo, ma soltanto il processo stesso e le esperienze che gliene derivavano. La contemplazione del processo e le esperienze interiori, intellettuali e morali, erano l'importante, per lui. Per questo era per tutti loro una legge severa di non vendere mai per denaro, ma solo di regalare le materie ottenute. L'uomo di oggi non ha nemmeno una giusta idea di ciò che si possa sentire davanti a simili fenomeni naturali. I1 teosofo medioevale sperimentava un intero dramma dell'anima, mentre otteneva così un metallo nel suo laboratorio. Dal processo che occorreva, per esempio, per ottenere l'antimonio provenivano all'alchimista sperimentatore, delle enormi esperienze morali E queste cose dovevano precedere l'attua1e investigazione scientifica. Era una scienza naturale sacra, quella che veniva così perseguita dagli esperti. Elevazione e sentimento di sacrificio spirituale, grande gioia e letizia, ma anche tristezze e dolori profondissimi. Un cumulo di sentimenti liberatori e redentori, tutto ciò che esiste oggi nelle profondità recondite dell'anima umana. Come possiamo noi trovare questo mondo interiore e recondito? Lo troviamo nella concentrazione e nella meditazione, abbandonandoci alla vita interiore dell'anima nostra. Così ne deriverà che lo studio della natura ridiverrà un olocausto; e per raggiungere ciò, una parte dell'umanità deve passare per l'attuale scienza occulta. Migliaia di uomini debbono consacrarsi a questa scienza occulta, affinché nell'avvenire gli uomini possano dedicarsi spiritualmente alla scienza naturale.


La futura evoluzione spirituale prenderà principio coll'esperienza di Damasco, che avverrà d'ora in poi nel mondo naturale, coll'esperienza del CRISTO SPIRITUALE. Chi non conosce il senso profondo della Rosacroce può credere che l'umanità si trovi oggi allo stesso punto di duemila anni fa. Secondo il grado dell'evoluzione umana, allora era possibile soltanto la visione fisica ; per questo ebbe luogo la discesa del Cristo in un corpo fisico. Ma in virtù di questo avvenimento, l'umanità si è sviluppata ed ha acquistato la facoltà di vedere il CRISTO ETERICAMENTE.


Da ciò si deve comprendere che il Cristo può incarnarsi una volta sola, in un corpo fisico. Il cosiddetto Ritorno del Cristo significa la facoltà che acquisteranno gli uomini di vedere il Cristo nel corpo eterico. Cosi le religioni si sono unite in una cosa sola. L'effetto di questa azione sarà che nei credenti di tutte le religioni esisterà un altro grado di comprensione del CRISTOIMPULSO. Poiché la possibilità esiste, di percepire il Cristo nel corpo eterico, senza il supporto immediato della prova. fisica. Nei prossimi tremila anni, gli uomini si riuniranno nella comprensione del Cristo. Questa riunione delle religioni sotto l'impulso di Cristo, sarà compiuta da quella individualità che circa cinquemila anni dopo Buddha, comparirà come Maytreya Buddha.


Così il Conte di Saint Germain ha agito anche su Lessing e quel che ci è conservato come opera finale di Lessing, cioè "Dell'educazione della razza umana" fu pure ispirata da C. Rosenkreuz Saint Germain.


Questa ispirazione si rese estremamente difficile nel XVIII e nel XIX secolo, perché imperversava il materialismo, che tutto penetrava. Perciò, solo in raggi spezzati, troviamo qua e là, un po' della saggezza rosicruciana. Tuttavia, la vera ispirazione rosicruciana non cessò mai. Un esempio assai interessante in questo senso, è un concorso indetto verso la metà del XIX secolo. I1 concorso era a premi e doveva trattare l'immortalità dell'anima e la dottrina della reincarnazione. Uno dei lavori presentati, sciolse la questione mediante la reincarnazione, e cosi avvenne il fatto singolare che, alla metà del secolo XIX, un lavoro sulla reincarnazione venne premiato. Drossbach, l'autore, aveva scritto sulla reincarnazione "Wiedermann".


Cosi dunque, nel 1850, la reincarnazione si conosceva. Con la fine del Kalyyuga, avvenuta allo scorcio del secolo scorso, è oggi più facile giungere nei mondi spirituali, e la dedizione del corpo eterico di C. Rosenkreuz, divenuto così possente, può portare, all'uomo che cerca, una grande conoscenza spirituale. Finora questo corpo eterico di C. Rosenkreuz aveva agito soltanto su coloro che si erano dedicati ad una disciplina esoterica. Nel corso del XX secolo subentra il fatto importante che il corpo eterico diviene talmente forte e possente, che anche molti altri potranno sentire la sua influenza, ossia tutti coloro che per disposizione naturale potranno rivivere la visione di Paolo a Damasco:


IL RISULTATO DELL'AZIONE DEL POSSENTE CORPO ETERICO E' LA VISIONE ETERICA DEL CRISTO.

Nel prossimo tempo, in questo stesso secolo, un numero sempre maggiore di uomini acquisterà la facoltà di una tale visione. La vera base di questa possibilità, sta nell'opera fondata e compiuta dai Dodici e dal Tredicesimo, durante il XII ed il XIII secolo.


Rudolf Steiner

3 CONFERENZE TENUTE PER L'INAUGURAZIONE DELLA SEZIONE "Christian Rosenkreuz (1912) a Neuchatel (Svizzera)

 

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