Vetrata verde del Goetheanum di Rudolf Steiner
L’antroposofia deve ancora sopportare d’essere definita ottusa, stupida nonché un’atroce superstizione dalla scienza popolare ufficiale — scienza che si potrebbe chiamare antisofia. – Rudolf Steiner Tratto da O.O. 102, “L’influenza degli esseri spirituali sull’uomo”, terza conferenza, Berlino 15 febbraio 1908
L’antisofia è dunque la scienza che esclude la saggezza (-sofia), ogni scienza che escluda la Sophia non è che antisofia. Ma la scienza ufficiale materialistica non è che una delle forme che assume questa antisofia, ben più pericolose sono le forme che uniscono spiritualità decadute con la scienza. Ma cominciamo dal principio: come nasce l’antisofia o contro-scienza dello spirito? Vedremo che ha le sue radici nel mondo spirituale stesso e come questa sia collegata una delle antisofie principali, l’ufologia religiosa.
Il vero esoterismo, che è lo studio dello spirito occulto nell’uomo e nel mondo, è estremamente discreto. Non si presta a spettacolarizzazioni. Richiede anche, oltre allo studio, la pratica meditativa. Lo spirito non è materia, ma è nascosto nella materia. Questo è il lato occulto del mondo. La conoscenza esoterica è infatti esperienza del mondo spirituale e non invenzione di fantasia. La fantasia, facile preda del materialismo, è un utile strumento creativo la cui natura luciferica e lunare, deve essere redenta: come ogni strumento può essere volto al bene o al male. L’esoterismo invece ricerca le immaginazioni, ovvero delle rappresentazioni di entità spirituali, che mostrano la loro azione morale in immagini.
Ciò che invece viene fatto dall’ufologia e da un certo filone di spiritualità decaduta, “quantistica” (quale per esempio quella esposta ne Il Tao della fisica di Fritjof Capra) è ricercare nella scienza materialistica ciò che appartiene al mondo spirituale. Avviene dunque una arimanizzazione dello spirito. Dalle “più recenti scoperte della scienza” si passa poi alla New Age, in cui tutto ciò che è “essere di luce” (o alieno) viene concepito come buono e dove il male non viene nemmeno preso in considerazione. Questa è un’elevazione luciferica della materia. Si noti come questa spiritualità luciferica abbia un carattere del tutto orientale e come si presti alla fusione con un materialismo spirituale. Infatti, per quanto si ammantino tali scienze di qualsivoglia conquiste spirituali, si parla sempre di “energia” descrivibile secondo “calcoli matematici”, e dunque rientra nelle categorie scientifiche di numero, peso e misura! L’energia, i quanti, non sono spirito: lo spirito è immensurabile.
Quando questa “spiritualità quantistica” viene applicata all’ufologia si ottiene una commistione perfetta tra una spiritualità orientale decaduta e una pseudoscienza spirituale. Spiegare lo spirito con la materia, per quanto “aliena”, “quantistica” o “energetica”, segue esattamente la definzione di materialismo. Mentre l’autentico esoterismo insegna che è la materia ad essere l’effetto della causa spirituale che è priva di peso, misura o numero.
L’origine dell’antisofia, ovvero della scienza materialistica che si traveste da scienza spirituale, risiede essa stessa in una altissima tradizione spirituale che qualche secolo dopo Cristo, decadde: lo gnosticismo, nella forma del docetismo.
Per sviluppare tale delicato problema, dobbiamo però subito fare una distinzione tra gnosi e gnosticismo:
Gnosi: è la conoscenza del divino, contrapposta alla sola fede. Tale conoscenza del divino si ripresenta sotto forme diverse storico-culturale, ma in sé rimane una costante della ricerca esoterica universale. Non è soggetta a corruzione poiché rimane una conoscenza spirituale;
Gnosticismo: sono le diverse forme storicamente assunte dalla gnosi perenne, veri e proprie religioni della conoscenza, e che dunque sono soggette alla legge di nascita, maturità e decadenza del mondo fisico-sensibile. Si sviluppano principalmente dall’oriente precristiano fino a giungere all’area mediterranea dove ebbero la massima espansione.
Se dunque può esistere uno gnosticismo “decaduto”, rispetto a forme precedentemente esistenti, non può in alcun modo esistere una “gnosi decaduta”, in quanto questa espressione sarebbe una contraddizione in termini. Ciò che qui riferiremo del complesso rapporto tra gnosi, gnosticismo e antroposofia vale solo per alcune forme di gnosticismo e non per la gnosi.
La cosmogonia gnostica conteneva nondimeno molto della saggezza degli antichi misteri orientali, compenetrata dalla conoscenza del Cristo che ancora aleggiava nell’immensità del cosmo irradiantesi dal Sole, come Spirito Solare. In particolare Steiner indica lo gnosticismo storico come una forma di gnosi adatta all’epoca dell’anima senziente, ovvero nella terza epoca di cultura, l’antica epoca caldeo-egiziana (2800 a.C.-700 a.C.); mentre intende l’antroposofia una forma di gnosi adatta all’epoca dell’anima cosciente, la quinta epoca post-atlantica (1400 d.C.-3500 a.C.).
Per gli gnostici Cristo era l’ultimo degli Eoni inviato dal Padre, Bythos (l’Abisso) per strappare il suo eone gemello, Sophia (Saggezza), alla materia della Terra. Ella era decaduta nella materia per aver desiderato il suo stesso padre invece che generare insieme al suo compagno legittimo (Cristo). Da questo desiderio incestuoso, Sophia aveva generato il Demiurgo, l’Arconte supremo (Yaldabaoth, demone di Saturno) e al contempo dio minore, che subito abbandonò. In questa estrema solitudine Yaldabaoth si ricordò della sua origine spirituale, e preso dalla superbia volle creare un mondo per sé. Ma le sue facoltà erano limitate e così fece solo una copia imperfetta del mondo spirituale, creando un’illusione, la Terra e il cosmo materiale. Egli agiva passivamente in quanto copia dell’ineffabile Bythos, il Padre nei Cieli. Lo scopo del percorso gnostico è ricondurre la Sophia alla sua patria divina, il Pleroma, ovvero la pienezza degli degli eoni emanate dall’Uno, Bythos.
Da questo punto deriva l’estremizzazione di un certo gnosticismo: la Terra e il cosmo, invece che il centro della redenzione del Cristo e quindi dell’uomo, divengono il male che è illusione. Si negava la materialità della vita di Gesù Cristo: ovvero le sofferenze umane patite nell’incarnazione del Cristo in Gesù di Nazareth, fino alla morte sulla croce. Per questi gnostici la sofferenza umana non aveva alcun significato spirituale. Tutt’altro. Le emozioni troppo vicine alla carne erano frutto dell’influsso degli Arconti: demoni dominatori dei Sette Sacri Pianeti, che attraverso il moto degli astri avevano il potere di creare l’illusione della sofferenza, della malattia e della morte. La materia stessa era la radice della sofferenza, dunque il corpo e la Terra dovevano essere disprezzate e mortificate in quanto illusione (maya).
Seguendo questa logica estrema, se il corpo di Gesù di Nazareth era fatto di materia terrestre, era solo un’illusione e dunque Cristo, essendo un Eone di puro spirito, non poteva aver davvero sofferto e dunque non poteva essere divenuto davvero essere umano. La morte di un essere puramente spirituale, di una idea divina, era così inaccettabile, che il Mistero del Golgotha veniva chiamato lo “scandalo della crocifissione”. Questa è la differenza fondamentale tra gnosticismo decaduto (docetismo) e cristianesimo esoterico.
Ma il docetismo è contraddetto dall’Evangelista di cui Steiner ci narra a fondo le vicende karmiche e l’unico di cui si deve prendere il Vangelo come letterale: l’autore dell’Apocalisse, Lazzaro-Giovanni.
Nelle parole di Steiner:
Lo gnosticismo non conosce il Cristo come lo conosce il cristianesimo esoterico, ma solo come un’entità spirituale; e in Gesù di Nazareth essa scorge tutt’al più un annunciatore umano, più o meno strettamente legato a quella entità spirituale. Lo gnosticismo non vuol rinunciare al Cristo che rimane invisibile; il cristianesimo esoterico, invece, è sempre stato consono al Vangelo di Giovanni fondato solidamente sulle parole: “E il Logos si è fatto carne e ha abitato tra noi”. – Rudolf Steiner Tratto da O.O. 103, “Il Vangelo di Giovanni”, terza conferenza, Amburgo 20 maggio 1908
Esiste dunque una polarità tra gnosticismo docetico e esoterismo cristiano (la Chiesa di Giovanni), in cui l’Apocalisse di Lazzaro-Giovanni ci presenta tutta l’antica saggezza misterica, e dunque anche gnostica, nella forma più elevata di cristianesimo esoterico, e che dunque considera un fatto tanto spirituale quanto materiale, l’incarnazione del Cristo nel corpo dell’altissimo iniziato Gesù di Nazareth, così come la sua morte nel Mistero del Golgotha e ne trova il culmine nella sua resurrezione dal Mondo dei Morti per comparire poi nel Mondo Eterico della Terra (come Cristo Eterico).
Questa forma di gnosticismo presenta un eccesso del pensare sul sentire, che unendosi al volere fa compiere qualsiasi azione poiché tale “iniziato” si ritiene al di sopra la morale (cioè del bene e del male). Una delle conseguenze moralmente più gravi si pone a livello della cosmogenesi, con la credenza in un dualismo assoluto: come esiste un dio della luce che governa un mondo della luce (il mondo spirituale) così esiste un dio delle tenebre, totalmente contrapposto, che governa il mondo delle tenebre (il mondo materiale). Luce e tenebra divengono due principi uguali e contrapposti, e dunque non si potrà mai risalire all’Uno. Il male non potrà mai essere redento, ma anzi si dovrà tenere lontano tutto ciò che viene giudicato “malvagio” per evitare una “contaminazione”: la luce rimane santa, la tenebra rimane dannata.
Il dualismo assoluto caratterizza le forme di gnosticismo in cui prevale il docetismo, mentre la segnatura della gnosi perenne è che il dualismo non è che una fase nel processo cosmico, da superare per poter risalire all’Uno. Il dualismo è esso stesso illusione generato dall’opposizione relativa del Pleroma (i mondi spirituali) al mondo materiale. Paradossalmente il dualismo assoluto conferisce un potere altrettanto assoluto al male delle tenebre, rendendolo così paradossalmente identico al suo opposto, il bene della luce. Ma questa natura di scontro tra poli opposti caratterizza solo la nostra metamorfosi terrestre, in cui si assiste alla polarizzazione di tutti gli archetipi spirituali, tra positivo e negativo. Scopo di colui che persegue la gnosi perenne, e non uno gnosticismo contingente, è proprio quello di superare tale opposizione duale del mondo manifesto, compiere l’unione degli opposti (spirito-materia, maschile-femminile, Sole-Luna etc.), e risalire coscientemente alla causa prima e ultima, l’Uno, riportando con sé l’archetipo spirituale della libertà che può essere conquistata solo nel mondo del conflitto, il mondo materiale.
In questo modo l’assioma ermetico “come in alto così in basso” cessa di essere pienamente valido, poiché ciò che è nel mondo materiale è solo la copia creata dal Demiurgo e non contiene affatto l’archetipo divino. implicitamente condannando tutto ciò che è materiale alle mani degli ostacolatori. Indirettamente, poiché cita questa dottrina delle corrispondenze, perfino il Padre Nostro stesso viene smentito. Tanto più che su questa base gli uomini si dividono in due categorie principali: esseri il cui corpo materiale contiene una scintilla divina; e coloro che hanno parvenza umana, ma sono in realtà esseri di pura tenebra. Cos’ diviene facile il giudizio della biografia altrui, e Lucifero con il suo tribunale regna sovrano. Per questo motivo Steiner ripeteva spesso che sulla via dello sviluppo occulto, “per ogni passo nella conoscenza se ne devono fare almeno tre nella morale”. Tale è l’antidoto a questa forma di gnosticismo decaduto.
Per necessità di equilibrio, però, si deve precisare che accanto a questo gnosticismo sono continuati ad esisterne altri, che conservavano molte antiche verità spirituali capaci di accogliere pienamente l’essere del Cristo, tali sono le forme di gnosticismo mitraica, catara, templare, alchemica, massonica e rosicruciana. Steiner infatti non prese le distanze tanto dalla gnosi perenne e dalla “caduta della Sophia”, quanto dalle conseguenze morali del ritenere illusorie le sofferenze umane del Cristo e dunque le conseguenze spirituali del Mistero del Golgotha, ovvero dell’unione del sangue uscito dal corpo del Cristo Gesù con l’etere terrestre.
Ma se questa antica forma di gnosticismo decaduta presentava dei pericoli, ancora di più ne presenta la stessa forma di gnosticismo rivestita di ateismo e materialismo scientifico. Il pensare imperioso che predomina sul sentire, portandolo sul patibolo, si unisce a un volere selvaggio generando un rapporto animico perverso che si ritrova nel XIX secolo in Inghilterra con la dottrina di Thelema, il cui rituale principale è appunto la “messa gnostica”. Questa è l’organizzazione di Aleister Crowley, la cui magia sessuale ateistica distrusse la scuola occulta e rosicruciana della Golden Dawn e in seguito diede ispirazione a Ron L. Hubbard, un iniziato di Thelema, a fondare prima la dianetica e poi scientology. In thelema si nega la realtà del male, e dunque delle entità che lo governano (Lucifero, Arimane, Asur), insieme al Dio trino sono solo una favola inventata per reprimere la potenza dell’unico dio, l’uomo. Così, negando il Dio delle Altezze, si nega il riflesso macrocosmico nell’uomo microcosmico: l’Io cessa di essere il dio interiore dell’uomo e diventa il riflesso di un dio minore, in altre parole delle potenze dell’ostacolo (Satana). Per questo motivo il motto di thelema è “Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge, Amore è la legge, amore sotto la volontà”. Non è un caso che il libro da cui fu tratta questa supposta “legge spirituale”, è il Liber Legis, il libro di Crowley che gli fu dettato da una entità disincarnata sotto il nome di Aiwass e il cui aspetto, ritratto da Crowley stesso, è quello di un alieno grigio, anzi, il primo grigio documentato nella storia. L’ampia volta cranica a dispetto del resto del corpo indicano l’eccesso di pensare rispetto alle altre potenze dell’anima. Ecco le forme assunte dalla spiritualità materialistica prima dell’ufologia, Lucifero e Arimane nei loro pieni poteri.
Aiwass ritratto da Crowley.
Ma torniamo alla corrente di questa ufologia religiosa, nella sua concezione gli alieni, vengono visti come dei colonizzatori di pianeti, più interessati a replicarsi e a dominare che alla bontà per le proprie creature e questo in quanto troppo intelligenti (eccesso di pensiero). Da questa loro “intelligenza superiore” non solo deriverebbe la loro capacità creativa (materiale), ma anche la sottomissione dell’essere umano al loro potere. Tutto ciò riporta agli Arconti: in effetti gli alieni di cui parlano gli ufologi, specie in ambito archeologico o nei testi sacri, vengono fatti collimare (se non denominati) con queste figure antagoniste dello gnosticismo.
Un certo dogmatismo gnostico, di quello gnosticismo decaduta, è dunque alla base dell’ufologia, specie quella religiosa e della teoria degli antichi astronauti; così come di thelema e di scientology. Gli ufologi credono lo spirito materiale (e di fatto lo negano) e al contempo sviluppano al massimo l’eccesso di pensiero (scientismo). Gli alieni sono i detentori della conoscenza assoluta (che è una falsa gnosi). Ne consegue che Cristo venga interpretato come alieno. Da qui sorgono i più atroci equivoci spirituali. L’antisofia o “contro-scienza dello spirito” nasce dunque dall’unione di un misticismo luciferico con la scienza materialistica arimanica.
Il carattere antisofico ha anche una profonda valenza per l’iniziazione che, se conseguita entro questi termini, conduce alla contro-iniziazione: ovvero è il corpo astrale non purificato a prendere il controllo dell’Io, così che le passioni animali dell’anima senziente invadono l’anima razionale e impediscono l’evoluzione dell’anima cosciente. Si ha così l’inversione del rapporto iniziatico tra Io e corpo astrale che può invadere anche il corpo eterico, così che il doppio luciferico-arimanico (l’Ombra), sostituisce del tutto l’Io. Ci si rende strumenti degli ostacolatori. Nella spiritualità materialista non è dunque possibile arrivare al Cristo attraverso il Paracleto, che altro non è che Lucifero redento e convertito allo Spirito Santo. Di conseguenza il corpo astrale non si appresterà a diventare il Sé Spirituale, ovvero la Divina Sophia rimane intrappolata nelle passioni bestiali senza sposarsi a Cristo. Paradossalmente tale era la condizione da cui gli gnostici cercavano di liberare la Divina Sophia (il corpo astrale), prima della decadenza della loro dottrina
Infine, per riassumere, ricapitoliamo la sequenza storica di decadenza di queste dottrine antisofiche e i loro corrispondenti spirituali:
I-II secolo dopo Cristo: lo gnosticismo decaduto nega l’incarnazione di Cristo nel corpo di Gesù di Nazareth, dal punto di vista dell’anima, il pensare prevale sul sentire e si unisce prematuramente al volere. Questo impulso rimane silente fino all’avvento dell’epoca materialistica successiva alla Caduta degli Spiriti delle Tenebre nel 1879, per effetto della battaglia dell’Arcangelo Michele nei cieli;
Prima metà del XIX secolo: nasce la Thelema di Crowley che è magia cerimoniale-sessuale decaduta. Crowley viene contattato da Aiwass, il primo esempio storico di alieno “grigio”, che gli detta il Liber Legis fondamento della sua dottrina;
Seconda metà del XIX secolo: dall’inziazione di Hubbard attraverso Thelema nascono la dianetica, che è psicologia (psicosofia) decaduta, e scientology, che è una religione “spaziale”: i romanzi di fantascienza di Hubbard sono infatti cronache del passato dell’universo, gli alieni vivono negli esseri umani come parassiti (engram) che solo la dianetica può eliminare;
Prima metà del XX secolo, la “guerra fredda” nell’era post-atomica: nasce l’ufologia, prima in forma scientifica e poi in forma religiosa, che è angelologia (angelosofia) decaduta. La forma religiosa si fonde con lo gnosticismo dualista assoluto, gli alieni sono i portatori di conoscenze assolute e hanno creato l’uomo a loro immagine;
Seconda metà del XX secolo: nasce la spiritualità quantistica che è misticismo orientale decaduto unito alle teorie della fisica e alle formulazioni matematiche. Lo spirito è energia quantica. La scienza materialistica tinta di antico misticismo orientale diviene il nuovo gnosticismo.
Queste sono le forme della contro-scienza dello spirito o antisofia.
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