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Come il Cristiano Esoterico guarda l'Universo

Aggiornamento: 31 mar 2021


Il cristiano esoterico guarda la costruzione dell’u­niverso nello stesso modo in cui guarda un corpo umano, e lo suddivide nelle diverse parti: testa, brac­cia, mani, e così via. Quando guarda il corpo umano, vi scorge i movimenti delle mani, degli occhi, dei muscoli facciali, ma questi singoli movimenti sono per lui l’espressione di vicende spirituali e animiche inte­riori. E come il cristiano esoterico intravedeva un tempo nelle membra dell’uomo e nei loro movimenti l’eterno e l’animico di esse, così egli scorgeva nei movimenti degli astri e nella luce che da questi scorre verso di noi nel sorgere e tramontare del Sole e della Luna, in tutto scorgeva l’espressione esteriore di entità spirituali divine che si muovono nello spazio. Ma anche tutto quanto avviene nel genere umano, quando gli uomini fondano comunità sociali, quando si sottopongono a comandamenti morali e regolano con leggi le loro azioni reciproche, quando creano strumenti traendoli da forze della natura ma non così come la natura stessa li fornisce, tutto ciò che l’uomo fa più o meno inconsciamente, era per il cri­stiano esoterico espressione esteriore di un’interiore azione divino-spirituale.


Ma il cristiano esoterico non si fermò a tali forme generali: egli indicò singoli gesti determinati, singole parti della fisionomia e della mimica del mondo, per distinguervi determinate espressioni dello spirito. Egli accennava al Sole e diceva: il Sole non è soltanto un corpo fisico esterno, ma è il corpo di un’entità animi- co-spirituale che domina sopra altre entità animico- spirituali le quali sono a loro volta le guide reggenti di tutti i destini terreni; sono i reggenti di tutti gli avve­nimenti naturali della Terra, ma anche di tutto quan­to avviene nella vita umana, sociale, nel vicendevole comportamento giuridico degli uomini.


Il cristiano esoterico, quando innalzava lo sguardo verso il Sole, venerava in esso la rivelazione esteriore del suo Cristo, che era per lui prima di tutto l’anima del Sole stesso, e diceva: fin dal principio il Sole fu il corpo del Cristo, ma gli uomini terreni e la Terra stessa non erano allo­ra ancora maturi per accogliere la luce spirituale, la luce-Cristo che risplende dal Sole. Perciò gli uomini dovettero venir preparati alla luce-Cristo.

Poi il cristiano esoterico innalzava lo sguardo alla Luna e vedeva che essa riflette la luce del Sole, ma in maniera attenuata rispetto alla luce stessa del Sole, e si diceva: se guardo il Sole con gli occhi fisici, resto abbacinato dalla sua luce irradiante; se guardo la Luna non resto abbacinato, poiché essa mi restituisce, attenuata, la luce irradiante del Sole. Il cristiano esoterico scorge­ va nella luce solare attenuata, nella luce lunare che irraggia la Terra, l’espressione fisionomica dell’antico principio di Jahve, l’espressione della religione dell’an­tica Legge; egli diceva: prima che il principio-Cristo, il Sole della giustizia, potesse apparire sulla Terra, il principio-Jahve dovette diffondersi nella forma attenuata della Legge, quale preparatore della luce della giustizia.


Così per il cristiano esoterico il contenuto dell’an­tico principio di Jahve, dell’antica Legge, la luce spiri­tuale della Luna, era la luce spirituale riflessa del subli­me principio-Cristo. Il cristiano esoterico, insieme ai seguaci dei più antichi misteri, vedeva (e ciò proseguì ancora fino nel tardo medioevo) nel Sole l’espressione della spirituale luce reggente la Terra, della luce del Cristo, e nella Luna l’espressione della luce riflessa del Cristo, che avrebbe abbagliato gli uomini con la sua azione diretta.


Nella Terra stessa egli vedeva, come lo vedevano anche i seguaci degli antichi misteri, l’elemento che talvolta gli copriva e gli nascondeva la luce accecante dello spirito. Del pari, nella Terra egli vedeva l’espres­sione fisica di uno spirito, come in tutti i restanti corpi scorgeva l’espressione di un elemento spirituale.


L’uomo non può vedere la forza spirituale del Sole: lo potrebbe, diceva il cristiano esoterico, se si tro­vasse in lui la forza interiore della veggenza spirituale. Il cristiano esoterico conservava la coscienza di quella che era stata la convinzione fondamentale e la cono­scenza fondamentale dei discepoli dei misteri dai tempi antichi fino a quelli più recenti.


Nelle notti nelle quali ricorre la festività del Nata­le, i discepoli dei misteri venivano preparati all’inte­riore veggenza spirituale, così da poter vedere, con occhio interiore spirituale, l’elemento che con la sua forza fisica si ritrae al massimo dalla Terra in tale periodo. Nelle lunghe notti invernali di Natale, il discepolo dei misteri veniva condotto tanto innanzi, che alla mezzanotte poteva aprirsi in lui la veggenza: la Terra allora non era più una cortina per il Sole che stava dietro di essa, ma diveniva trasparente per il discepolo. Egli vedeva attraverso la Terra trasparente la luce spirituale del Sole, la luce del Cristo. Questo fatto, che dà un’immagine dell’esperienza profonda del discepolo dei misteri, si è conservato nell’espressione: vedere il Sole a mezzanotte.


Noi vediamo che tutti gli esseri che vogliono svi­luppare la loro forza fisica alzano lo sguardo al Sole, quando esso sale in primavera; aspirano ad accogliere la sua forza fisica esteriore. Ma quando nel pomeriggio estivo scorre più energica la forza fisica del Sole verso la Terra, allora la sua forza spirituale è al suo stato più debole. Nella mezzanotte invernale invece, quando esso irraggia la sua più debole forza fisica verso la Terra, l’uomo vede lo spirito del Sole attraverso la Terra divenuta trasparente al suo sguardo. Il cristiano esoterico sentiva che, mediante l’approfondimento nell’esoterismo cristiano, si avvicinava sempre più alla forza della veggenza interiore, grazie alla quale poteva colmare il suo sentimento, il suo pensiero e i suoi impulsi volitivi guardando entro il Sole spirituale. Il discepolo dei misteri veniva quindi condotto a una visione dal significato molto reale: finché la Terra è opaca, le singole sue parti appaiono abitate da uomini che sviluppano singole professioni di fede, ma non vi è alcun vincolo unificatore tra di esse. Le razze umane sono diversificate come lo sono i vari climi, e disperse sono le opinioni degli uomini sulla Terra, né vi è alcun elemento di congiunzione. Ma nella misura in cui gli uomini cominciano a guardare il Sole attraverso la Terra, per forza interiore di veggenza, nella misura in cui la stella appare loro attraverso la Terra, le confes­sioni degli uomini si uniscono in una grande fratellan­za unitaria.


Coloro che guidavano le grandi masse umane separate alle verità superiori e all’iniziazione nei mondi superni, venivano presentati come magi. Erano tre, dato che nei più diversi luoghi della Terra vengono a espressione le forze più diverse. In modo diversificato l’umanità doveva perciò venir guidata; ma quale forza unificante apparve la stella che sorge da dietro la Terra per condurre a unità gli uomini disper­si, e qui essi offrirono il sacrificio all’incarnazione fisi­ca della stella solare, là dove essa era apparsa quale stel­la della pace. Così, in forma cosmica e umana, la reli­gione della pace, dell’armonia, della pacificazione mondiale, della fratellanza umana venne collegata con gli antichi magi, ed essi deposero i doni migliori che avevano per l’umanità, presso la culla dell’incarnato Figlio dell’uomo.

Rudolf Steiner

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