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  • Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Corpus Christi – Corpus Domini – Ecce Homo


John Augustus Knapp

La scienza dello spirito, quale metodo scientifico, ci permette di compenetrare qualsiasi tradizione spirituale, cogliendone l’aspetto evolutivo utile per l’uomo attuale.


Il Corpus Christi o Corpus Domini si festeggia il giovedì successivo alla Santissima Trinità, ricordando così un legame occulto, di emanazione del Figlio, come secondo Logos. Il Figlio dall’Eternità nell’Eternità emana se stesso discendendo nella sfera zodiacale come Logos, il Verbo, al centro delle 12 regioni zodiacali irradiando il suo essere in 12 aspetti. Questa è l’esistenza della sfera stellare del Logos, il quale emana ancora se stesso nell’esistenza della sfera solare: qui diviene conosciuto come Cristo, l’Eloah del Sole, lo Spirito della Forma che coordina il consesso dei 6 Elohim rimasti a dimorare sul Sole fino a che il Cristo stesso non discenderà nella sfera sublunare della Terra, al momento del Battesimo nel Giordano di Gesù di Nazareth da parte di Giovanni Battista.


Ora, la festa del Corpus Christi viene anche chiamata festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Questo indica che il Logos, il Sole Spirituale, ha profuso se stesso nel Cristo, quale Eloah del Sole e questo, a sua volta, ha profuso se stesso prima nel corpo e nel sangue di Gesù di Nazareth, e poi con il sacrificio avvenuto nella crocifissione durante il Mistero del Golgotha, nella Terra stessa. L’espressione Corpus Christi, come vedremo, sottolinea di più l’aspetto microcosmico del fatto che il Cristo si è incarnato nel corpo di un singolo uomo, assumendo un volto, e poi da questo, nel cuore di ogni uomo. L’espressione Corpus Domini, invece, esprime l’aspetto macrocosmico del fatto che Cristo è divenuto il Signore della Terra, il cui simbolo è il globo crucifero, ovvero lo Spirito della Terra. L’unione di questi due aspetti ci conduce infine all’Ecce Homo, la condizione dell’uomo quale Dio in potenza.


Questo processo può dunque essere visto sia nel microcosmo che nel macrocosmo.

Microcosmicamente è avvenuto la prima volta entro Gesù di Nazareth per cui lo Spirito del Sole ha compenetrato delle sue forze eteriche il suo sangue e il suo corpo rendendoli della stessa natura del Sole. Ciò significa che la Cacciata dal Paradiso, ovvero l’ingresso degli spiriti luciferici nell’anima dell’uomo e dunque nel sangue, quale veicolo dell’anima, è stato per la prima volta redento: questo ingresso di forze lunari nel sangue ha fatto sì che il sangue non fosse più adatto a condurre la vita degli Elohim, gli Spiriti della sfera del Sole, nell’uomo. Il sangue di Adamo ed Eva venne così reso più lunare, più rigido, e legato alle leggi dell’ereditarietà di quanto non fosse prima che venisse la Cacciata. L’uomo venne allontanato dagli Elohim solari che gli avevano fatto dono dell’Io. Questo corruppe il corpo dell’uomo che fino a quel momento era una forma del tutto spirituale, il fantoma creato dai Troni nell’Antico Saturno. Lucifero il quale era rimasto indietro sull’Antica Luna, aveva introdotto un elemento di egoismo proprio della coscienza lunare ritardata.


In questo senso nel sangue di Adamo ed Eva non poté più fluire il succo del Frutto dell’Albero della Vita. Così il corpo, non avendo più in sé le forze solari, divenne man mano più terrestre, riempiendosi di materia ovvero di oscurità, luce condensata. Questa sostanza luminosa decaduta era nota agli alchimisti come cenere, ovvero il residuo della combustione del fuoco originario dell’Antico Saturno al momento in cui divenne da fuoco spirituale un fuoco elementare, luciferico.


Ora possiamo vedere come in realtà il corpo fisico elementare dell’uomo, ovvero il corpo fisico riempirò di oscurità non sia che Maya, un’illusione:

Se il Sole e la pioggia alterano il loro rapporto, l'arcobaleno non c'è più. È la stessa cosa con l'uomo. Egli è solo un flusso di forze del macrocosmo. Dobbiamo cercare le forze del cielo, qui o là nel macrocosmo. Là, dove si suppone forse un uomo da qualche parte sulla terra, non c'è niente per l'occultista. Ma le forze fluiscono dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto, e si intersecano. E come la particolare costellazione di pioggia e Sole porta all'arcobaleno, così le forze che fuoriescono dal macrocosmo dall'alto e dal basso danno luogo a un fenomeno, e questo appare come l'uomo. Questo è l'uomo. L'uomo non è nulla, così come si presenta davanti a noi. In verità, è uno schema, un Maya, un'illusione. Sono le forze cosmiche che sono reali, che si intersecano là dove i nostri occhi pensano di vedere un uomo. Provate a prendere questa espressione con serietà: l'uomo non è nulla per come si presenta innanzi a noi. Non è altro che l'ombra di molte forze. L'essere, tuttavia, che si rivela nell'uomo, può benissimo essere altrove, piuttosto che in quel punto in cui quest'uomo cammina su due gambe – Rudolf Steiner, “L'Io: Il Dio interiore e il Dio della Rivelazione esteriore”, GA117-124, 12 dicembre 1910

Il vero corpo fisico dell’uomo è il fantoma, è l’archetipo spirituale, la forma fisica del tutto sovrasensibile e capace di essere interprenetrato da altri esseri spirituali, proprio come il corpo percepibile del Sole non è che un’illusione, risultante dal fatto che è un vuoto, puro etere di luce, attorno a cui la sostanza viene incenerita.


Il Cristo in questo senso viene per rendere nuovamente solare il sangue, ovvero per eterizzarlo nonché per restaurare il fantoma, l’archetipo del corpo fisico creato dai Troni. Quello che è avvenuto è dunque che il sangue di Gesù di Nazareth divenne solare e capace di fluire dalla croce come un rimedio universale, la panacea, l’Elisir di Lungavita degli alchimisti: questa fu la prima parte dell’eucarestia, col sangue. D’altro canto il corpo di Gesù, una volta deposto nel sepolcro, venne inghiottito in una fessura nella Terra, la quale come pianeta mangiò del corpo reso nuovamente solare, il pane facendo così una comunione macrocosmica. Il sangue e il corpo resi solari permisero di riunire entrambi questi elementi al Sole e dunque agli Elohim da cui proviene l’Io: in un certo senso l’uomo divenne espressione dell’Io sia nel corpo che sangue, sia del proprio Io individuale microcosmico che dell’Io solare macrocosmico del Cristo. L’ostia che viene esposta nell’ostensorio, in questo senso, rappresenta simbolicamente la parte per il tutto, ovvero quella parte di corpo solarizzato che viene assunto durante la comunione, come ostia imperitura per la Terra e l’umanità nel suo insieme. L’ostensorio stesso ha un piedistallo che le fa toccare la superficie solida della Terra, l’altare, e al contempo è circondata da raggi solari che ne rappresentano il suo essere uno col Sole.


Avvenuto una volta in un uomo, può avvenire ogni volta in tutta l’umanità a patto che se ne abbia la volontà. Questo processo infatti si attua nel momento in cui uniamo il fluire dei nostri pensieri al fluire del sangue eterizzato dal Cristo.


Macrocosmicamente questo processo significa la possibilità per la Terra di tornare ad essere uno col Sole, tanto nel corpo che nella vita. Nel momento in cui il sangue fu versato dalla croce, l’aura terrestre venne progressivamente purificata dalla presenza delle forze luciferiche e arimaniche che dall’Era Lemurica fino a quel momento avevano fatto ritrarre gli dei dalla sfera umana. L’azione del Cristo permise quindi di ricollegare le forze vitali del Sole, ovvero del Paradiso e del Devachan Inferiore, la vera patria dell’Io, alla sfera terrestre. Per mezzo del Mistero del Golgotha, lo Spirito del Sole è divenuto così Spirito della Terra rendendo il corpo del pianeta il corpo del Cristo stesso, letteralmente: così come nella prima metà dell’antica Era Iperborea, il corpo del Sole era entro il corpo della Terra, così ora lo Spirito del Sole è dentro lo Terra, quale suo Spirito.


In questo processo, avendo il Cristo lasciato la dimora solare per scendere nella Terra facendosi sui spirito, il suo ruolo nella sfera solare è stato assunto da Michael, quell’arcangelo del fuoco solare che, avendo servito il suo compito come guida del popolo eletto fino all’arrivo del messia, ascende al rango di Spirito del Tempo, o Arché. Dove prima Michael era espressione esteriore del fuoco di Jehovah, il roveto ardente “Io Sono l’Io Sono”, ora diviene espressione del fuoco interiore del pensiero, “Io sono dunque penso”. Come il Cristo assume il volto umano in Gesù, Michael assume il volto divino del Cristo. Ora Michael è il volto del Cristo sul Sole, opera in sua vece ascendendo verso il suo successivo stadio come Eloah del Sole. Cristo invece dal centro della Terra, irradia nel cosmo, avendo seminato nella Terra il seme del Sole e preparandola per la sua stessa ascensione nella prossima metamorfosi planetaria; quella del Futuro Giove. Ecco dunque che il festeggiamento del Corpus Christi il giovedì, indica tutta la tensione evolutiva verso lo stadio del Futuro Giove. Questo processo evolutivo verrà poi completato in un lontano futuro, nella sesta metamorfosi planetaria della Futura Venere.


Michael come principe del pensiero invia pensieri spirituali all’uomo, pensieri che vivono nel fluire della vita cosmica. Quando l’uomo purifica il pensiero dalle impressioni dei sensi fisici, può giungere allora alla resurrezione del pensare materialistico nel pensare vivente: a quel punto rivolgendo la propria volontà verso la sfera del Sole si apre al pensare cosmico di Michael. Il pensare michaeliano discende nella mente dell’uomo che si fa coppa, e da questa fluisce nel sangue che giunge al cuore: come il Cristo alberga come spirito nel cuore della Terra, alberga al contempo nel cuore di ogni uomo. Il pensare cosmico di Michael incontra l’amore irradiante del Cristo a formare il prossimo stadio del pensare umano: il pensare del cuore.


Tale rinnovamento del pensiero ha l’effetto di ringiovanire l’uomo nel corpo e nel sangue:

In futuro, gli esseri umani, più invecchieranno, dovranno assumere impulsi spirituali se vogliono essere in grado di crescere sempre più giovani e sviluppare davvero la loro vita interiore. Se lo fanno, possono avere i capelli e le rughe grigie e tutti i tipi di infermità, ma diventeranno sempre più giovani, poiché le loro anime assorbono impulsi che porteranno con sé attraverso la porta della morte. Le persone che si relazionano solo con il corpo non possono diventare più giovani, poiché le loro anime condivideranno tutto ciò che il corpo sperimenta. Certo, non sarà possibile cambiare l'abitudine di diventare grigi, ma è possibile che una testa grigia ottenga un'anima giovane dalle sorgenti della vita spirituale.

Dunque è per mezzo di questo corpo e questo sangue resi nuovamente uno con l’Io, la scintilla divina, che nel momento in cui si festeggia il Corpus Christi si festeggia anche la possibilità per l’uomo di procedere nella sua evoluzione dall’Io al Cristo, l’Io dell’intera umanità. Ecco dunque come giungiamo all’uomo, il quale dallo stato di decadenza nella materia assurge nuovamente allo stato di divinità incipiente, per mezzo del punto di svolta dei tempi, il mediatore universale del Cristo. L’uomo si rivela pienamente se stesso solo nell’Io, ovvero nel Cristo capace di riportare alla condizione paradisiaca.

Ecce Homo Nel cuore tesse il Sentire, Nella testa risplende il Pensare, Nelle membra tempra il Volere. Tessendo risplende, Temprando tesse, Risplendendo tempra: Questo è l'Uomo. – Rudolf Steiner

Se nell’uomo nel suo stato dopo la caduta, pensare, sentire e volere sono commisti, come in una spuria lega metallica, così nel momento in cui l’Io si risveglia, queste tre facoltà dell’anima si separano: pensare, sentire e volere divengono forze divergenti, le quali tenderebbero a dissolvere l’anima dell’uomo che abbia fatto un passo oltre la Soglia dei mondi sovrasensibili. Ora per superare questa dissoluzione l’Io diviene il perno dell’uomo, il suo collegamento con le forze solari, che sono insieme del cuore (Cristo) e del pensiero (Michael), collegando nel cosmo il cuore dell’uomo al centro della Terra (Cristo) il pensare dell’uomo al Sole (Michael) e questi tra loro. Così tutte le opposizioni degli opposti giungono a divenire congiunzioni degli stessi. La sede sovrasensibile di questo matrimonio tra Sole e Terra, Spirito e Fisico è l’anima dell’uomo, nel cui seggio alberga l’Io.


L'anima umana e il mondo spirituale formano una polarità, unita al centro da ciò che nello Spirito è tanto immanente quanto trascendente, tanto particolare quanto universale. L'anima umana alberga nel microcosmo ed è individuale. In esso vi è una scintilla di vita, la cui vita si esprime nell'organismo di calore e la cui manifestazione è la luce. Il mondo spirituale contiene il macrocosmo ed è universale. La fonte di vita è il Sole spirituale la cui anima si manifesta nel calore e la cui luce fisica riempie lo spazio del cosmo. Al centro di tali poli vi è l'Io: anima elevata eppure già seme dell'Uomo-Spirito esso è tanto il fondamento dell'uomo come cosmo in miniatura, quanto del cosmo come uomo espanso nell'universo. Mediatrice tra l'uomo e il cosmo è la Sofia, l'anima del mondo che anima la Natura. Ella è tanto la madre dell'Io, colei che permette la sua manifestazione nel mondo fisico, quanto la madre del Cristo che assiste alla nascita del Cristo entro la Terra, come suo Io nel Mistero del Golgotha.


È da questo punto di inversione e compensazione assoluto, che ciò che è in alto vivifica ciò che è in basso, e ciò che in basso risorge in ciò che è in alto. È l'Io che converte il corpo astrale in Sé Spirituale, il corpo eterico in Spirito Vitale e il corpo fisico in Uomo-Spirito. Ecco dunque ciò che unisce l'anima umana al mondo spirituale: l'Io Sono, che nel microcosmo è il Cristo Interiore e nel macrocosmo è il Cristo Cosmico. L'Io tiene insieme microcosmo e macrocosmo così che Dio si è fatto Uomo, la Parola si è fatta carne – e l'Uomo si farà Dio, la carne si farà Parola.

Ecco una meditazione data da Steiner a Ita Wegman:

Un ponte è l’uomo tra il passato e l’Essere del futuro; il presente è l’attimo; attimo come ponte. Anima divenuta Spirito nell’involucro materico questo è il passato; Spirito che diventa Anima nelle coppe dei germogli questo è sulle vie del futuro. Attraverso ciò che è passato spera in ciò che diviene attraverso ciò che è divenuto. Così afferra l’Essere in divenire; così afferra ciò che diviene essendo. – Rudolf Steiner, vigilia di Natale, 24 dicembre 1920

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