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Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

I 7 Santi Rishi

Aggiornamento: 15 gen 2021

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Matsya, avatar di Vishnu, porta in salvo il Manu e il Sette Sacri Rishi durante il Diluvio Universale


I Rishi sono gli ispiratori dei Veda degli antichi indiani, le guide della prima epoca successiva al diluvio universale che distrusse Atlantide.


Sono rappresentati nella volta celeste dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore o Grande Carro. I loro nomi, secondo la tradizionale astrologia indiana corrispondono alle sette stelle che compongono la costellazione, accanto a questi vi sono i nomi delle stelle dell’astronomia occidentale.

  1. Kratu – Dubhe

  2. Pulaha – Merak

  3. Pulastya – Phecda

  4. Atri – Megrez

  5. Angiras – Alioth

  6. Vashista – Mizar

  7. Bhrigu – Alkaid


Ursa major

Ursa major, i Sette Fratelli


La loro conoscenza vivente invece trova un suo riflesso nelle Pleaidi, ammasso stellare della costellazione del Toro, dalla stessa porta cosmica da cui il nostro sistema solare entrò nell’universo. Nell’antica iniziazione indiana le Pleiadi sono le spose delle sette stelle dell’Orsa Maggiore, chiamate i sette sposi: così i santi Rishi sono sposati alla loro conoscenza che proviene dalle stelle.

  1. Asterope

  2. Merope (o Dryope o Aero)

  3. Elettra

  4. Maia

  5. Taigete

  6. Celaeno

  7. Alcyone


Le Pleiadi, le Sette Sorelle

Le Pleiadi, le Sette Sorelle


Questi due sistemi di sette stelle sono anche due tappe del percorso iniziatico, concepito guardando alle costellazioni come una mappa del mondo animico-spirituale, in cui è tracciata la via verso gradi di coscienza superiori.

Secondo il mito stellare, nell’iniziazione si procede:

  1. Dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore, chiamati i Sette Fratelli;

  2. Alle sette stelle del Toro, le Pleiadi, chiamate le Sette Sorelle;

  3. Superate queste sette coppie si arriva a Sirio, la stella dell’ottava superiore.


Sirio è chiamata anche la “stella del cane”, in quanto appartiene alla costellazione del Cane Maggiore ed è la stella più splendente del cielo notturno. Nei “giorni della canicola”, al tempo dell’estate dell’antica epoca egizia, la stelle si elevava insieme al Sole, in sincronia con le esondazioni del Nilo. La stella Sirio inviava i suoi impulsi spirituali al fiume così che esso esondasse. Il limo lasciato sulle sponde del Nilo rendeva fertile la terra. Così Sirio è anche la stella che rappresenta Iside, la dea dei misteri che segue e conduce l’iniziato al Sole-Osiride. Iside nella tradizione cristiana viene chiamata Divina Sofia.


I Sette Santi Rishi e la storia occulta

Possiamo dire che i Rishi, erano portatori viventi della Sofia. Incorporavano gli insegnamenti del Manu, il più alto iniziato atlantideo, che intessé nel loro corpo eterico la saggezza contenuta nei sette oracoli di Atlantide. Traevano questa conoscenza dal Sacro Libro dai 12 capitoli che il Manu scrisse per preservare tutta la conoscenza accumulata ad Atlantide.


Successivamente al Diluvio Universale, che sommerse il continente di Atlantide, il Manu guidò gli atlantidei più avanzati verso l’Asia Centrale. Da qui i primi iniziati del Manu furono inviati nel Nord dell’India per costituire il nuovo nucleo spirituale della prima cultura post-atlantica: ebbe così inizio l’epoca paleo-indiana.


Gli antichi indiani si sentivano degli stranieri nel mondo materiale, dato che le facoltà chiaroveggenti atlantidee stavano per la prima volta venendo meno. Sentivano nostalgia dei mondi spirituali e ritenevano la realtà materiale un’illusione, la Maya, da rifuggire: non avevano alcun interesse nella natura. Così i Sette Santi Rishi li istruivano con poemi, poesie e canzoni che ridestavano negli antichi indiani la percezione del mondo spirituale nel mondo fisico.


Chiunque avesse visto questi sant’uomini non li avrebbe riconosciuti come tali: apparivano come persone semplici. Ma quando parlavano, si manifestavano attraverso i loro corpi eterici i Sette Geni Planetari che ne facevano uno strumento di comunicazione spirituale. Dunque le loro parole erano magiche, in grado di comandare la volontà di quegli uomini appena nati sul piano fisico. Annunciarono così la discesa dello Spirito Solare, il Cristo come Vishva Karman, che sarebbe disceso sul piano fisico solo nella quarta epoca greco-romana.


I Sette Santi Rishi introdussero l’esoterismo quale fondamento della prima civiltà post-atlantica: a quel tempo l’antico indiano mirava a recuperare il rapporto con il mondo spirituale perduto dopo la distruzione di Atlantide. Ogni sforzo spirituale era dunque rivolto dal chakra della Luna (il Basale) verso Saturno (la Corona): lo scopo era far fiorire i chakra affinché l’individualità si potesse annullare nell’assoluto cosmico, il Brahman il quale era rappresentato come un triangolo rivolto verso il basso: la penetrazione progressiva del Brahman entro l’uomo individuale. Il triangolo rivolto verso il basso indica l’azione dell’animico-spirituale nella materia. Essendo i chakra gli organi astrali, sono in rapporto all’anima umana e alla sua compenetrazione da parte dello spirito cosmico.


Alla fine dell’epoca paleo-indiana, la conoscenza dei Rishi si riversò in forma trasformata nella seconda epoca post-atlantica, quella paleo-persiana. Zarathustra fu il grande maestro di quell’epoca che presentò Vishva Karman come Ahura Mazdao. Ma il corpo eterico dei Rishi intervenne più volte nel corso della storia occulta.


Steiner descrive che uno degli interventi dei Maestri è consistito nell’allevare presso Montsegur un bambino del tutto speciale in senso alla comunità catara, finché a causa della persecuzione cattolica, non fu più possibile. Così il bambino fu, in gran segreto, condotto in salvo in una roccaforte templare in Austria: Burg Lockenhaus. Ecco il tesoro che i superstiti catari portarono via in gran segreto durante l’attacco finale a Montsegur nella crociata del 1244: era questo speciale bambino!


A Lockenhaus il bambino fu iniziato da dodici maestri che infusero in lui tutta la saggezza spirituale del mondo, secondo i dodici punti di vista dello zodiaco. Sette di questi incorporavano il corpo eterico dei Sette Santi Rishi, gli altri quattro invece incorporavano tutto ciò che le quattro epoche di cultura avevano accumulato nella loro incarnazione nel mondo terrestre: indiana, persiana, egiziana e greco-romana. L’ultimo tra loro incarnava invece la scienza naturale. Il bambino morì poco dopo la sua iniziazione, solo per reincarnarsi nel 1378 con il nome di Christian Rosenkreutz, fondatore della corrente spirituale Rosacroce.


Infine la conoscenza spirituale dei Sette Santi Rishi si ripresenterà in forma cristificata, entro lo Spirito Vitale, durante la settima e ultima epoca di cultura post-atlantica, la futura epoca americana.

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