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Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Il Cammino Iniziatico del Parco di Villa Durazzo Pallavicini – Terzo Atto


Il Tempio di Flora


Benvenuti al 3° ed ultimo Atto del cammino iniziatico del Parco di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli. Nel 3° Atto il Maestro è uno spirito incarnato che domina la materia e l'anima ed al contempo deve trascenderle entrambi per divenire davvero se stesso.


È proprio questo cammino iniziatico che grazie alla collaborazione dell'architetto Silvana Ghigino, direttore del Parco, e di Opera Omnia Online – Pleroma di Antonio Passarelli, abbiamo realizzato un documentario che pone in parallelo il cammino iniziatico massonico e quello antroposofico. Le scene sono impreziosite dalla presenza del gruppo di rievocazione storica Nobiltà Sabauda, che hanno ricreato l'atmosfera della seconda metà dell'ottocento. Quanto scriverò qui e dirò nel documentario, pubblicato su YouTube, è dunque in armonia con quanto scoperto dal direttore del parco, l'architetto Silvana Ghigino, in 10 anni di ricerca sul campo, dando voce allo Spirito del Parco stesso.


Potete leggere delle sue ricerche sui significati esoterici del Parco nel libro:


Inoltre:



3° ATTO


1° SCENA


Le Grotte – gli Inferi

Giunti al culmine del cammino iniziatico, alla massima altezza possibile, non resta che discendere nella profondità: l'esoterista aprendo le porte del Cielo, apre anche quelle degli Inferi. Passiamo progressivamente dalla luce alla penombra, all'oscurità, finché il ventre della Terra non si apre davanti alla nostra vista, in una flebile luce che illumina colonne di stalattiti e stalagmiti, attraversati dall'acqua che tutto abbraccia e pervade.


Un percorso a serpentina si snoda nelle grotte, attraversandolo nella quiete meditativa, ai bordi di un lago misterioso. Nelle calme acque nuotano i pesci, le anime dei defunti che attendono in queste acque di tornare verso l’incarnazione. Squarci di luce lasciano trasparire lo splendore del Paradiso che, rimanendo invisibile agli occhi, diviene percepibile all’immaginazione, suscitando l'anelito di volere uscire nella pienezza di una rinnovata luce.


Ogni passo si perde nell'eco, finché il traghettatore sulla sua barca non giunge a prendere l’anima in attesa per condurla al Paradiso attraverso il Purgatorio: egli viene, poco a poco.


Il Lago Grande – il Paradiso Empireo

Si esce dalla penombra tornando a vedere la Luce del Sole, ora rinnovata a Luce spirituale. Inondati dalla luce, usciamo nel Paradiso Empireo, il luogo dove lo spirito ritrova se stesso nelle forme artistiche che circondano il giardino: l'anima dell'uomo appartiene a questo luogo, perché è il luogo natio del suo spirito, la sfera del Sole.

Negli Inferi il lago era del Purgatorio delle anime, che vagavano meditabonde in attesa del passaggio, ora diviene il luogo dove si erge il Tempio di Diana, che si riflette perfettamente nell’acqua del Paradiso, adempiendo all'assioma ermetico "come in alto così in basso".


Il Tempio è attorniato da statue di Tritoni, i rappresentanti dei 4 fiumi del Paradiso. Questi stessi fiumi che il Candidato lasciò dietro di sé quando lasciò la Sala Verde e che allora vide come forme morte, come bassorilievi.


Diana è la Sofia che nel suo Tempio viene illuminata dal Sole spirituale. Il Sole riversa su Diana, la pura Luna, i suoi raggi, ed ella li riflette come uno specchio. Il riversarsi delle forze solari è tanto che si divide nei quattro fiumi, i quattro eteri che organizzano il cosmo: l'etere della vita, del suono, della luce e del calore.


In questa dimensione Solare, l’uomo è tutt’uno con il Cristo, quale Io dell'umanità: l'uomo ora è del tutto nella sua dimensione solare, è l’umanità nel suo insieme. Intorno al lago del Paradiso Empireo sono riunite tutte le culture del mondo, dall’oriente verso l’Occidente. I monumenti che costellano il Paradiso Empireo rappresentano le epoche di cultura:

  1. La Pagoda e Ponte cinese: prima epoca di cultura, la più orientale, la cultura del Tao.

  2. Il Chiosco Turco: seconda epoca di cultura persiana.

  3. L'Obelisco Egizio: terza epoca di cultura Egizio-caldaica.

  4. Il Ponte Romano: quarta epoca di cultura greco-Romana.

Dall’oriente delle culture precedenti al Cristo, noi ora siamo nella piena coscienza dell’Io. Il traghettatore delle anime ci accompagna in questa ricapitolazione delle epoche di cultura umana precedenti, della totalità dell'umanità, finché non ci resta che procedere nel viaggio che conduce dall'apice del paradiso spirituale alla sua immagine terrestre.

Il Paradiso Empireo

3° SCENA

I Giardini di Flora – il Paradiso Terrestre

Il traghettatore delle anime ci fa approdare su una sponda verde, ovale. Siamo nei Giardini di Flora, la controparte intessuta nelle forze vitali del Paradiso Empireo: nel Paradiso Terrestre, il Giardino dell'Eden, la Terra ancora tutt’uno con il Sole nell’Era Iperborea.


Qui vediamo il simbolo del sole, l’obelisco Egizio, sfiorare le acque del lago del Paradiso: il riflesso dell’obelisco nell’acqua si protrae verso l'approdo ai Giardini di Flora, anelando a compenetrare l’uovo verde. L’ovulo colmo di forze vitali viene fecondato sull’asse Est-Ovest, l'asse di ritorno verso lo spirito. È la metamorfosi della Sala Verde, che da nuovamente inizio al dispiegarsi della vita: ma come la Sala Verde era l'inizio della vita sovrasensibile, ora i Giardini di Flora sono il ritorno alla vita sensibile.


Il Mistero della Fecondazione

Qui Flora è intronata come l’Imperatrice dei Tarocchi, ella presiede alla sacra unione del maschile solare e del femminile della natura nella fecondazione; insieme alla sua incarnazione come Estate e Primavera, le stesse due dee che ebbero presieduto al nostro passaggio da Candidato ad Apprendista passando l'Arco di Trionfo nel 1° Atto. L'ovulo verde è circondato da 16 rose che adornano e festeggiano il lieto evento della rinascita.


Oltre l'uovo verde, si erge il Tempio di Flora: un tempio ottagonale di colore rosa. La forma ottagonale indica l'unione del Cielo con la Terra: la forma architettonica dell'ottagono, che spesso si trova al centro dell'incrocio tra i due bracci di una chiesa, è la figura di passaggio simbolica tra il quadrato della Terra e il cerchio del Cielo. Il numero 8 rimanda all’infinito, che congiunge cielo e terra in una lemniscata.


Come prima il Tempio di Diana era tanto sopra la superficie dell'acqua che nel suo riflesso al di sotto, così ora il Tempio di Flora si trova sia sulla superficie che nella profondità: esiste infatti una copia inversa dei volumi architettonici del Tempio di Flora, posta esattamente al di sotto di quello emerso. Il Tempio di Flora sotterraneo sostiene quello emerso: tra la Flora di sopra e quella di sotto, sta lo stesso rapporto come tra dea Demetra e la figlia Proserpina. Nei Misteri di Eleusi il Ratto di Proserpina aveva due significati, tanto la ronda delle stagioni che il ciclo di incarnazioni.


Nei Misteri Minori indicava il mistero della ronda delle stagioni, ovvero dell'alternanza di dormiveglia della Terra, che espira la sua anima durante la primavera e l'estate, quando Proserpina è sulla superficie della Terra, ed inspirando la sua anima durante l'autunno e l'inverno, quando Proserpina è agli Inferi accanto ad Ade. Nei Misteri Maggiori questo stesso mito indicava il mistero della reincarnazione dell'uomo, essendo Proserpina sia l'Anima del Mondo che l'anima dell'uomo che ciclicamente torna sulla Terra per mezzo della nascita nell'incarnazione.

Il Tempio di Flora

Entrando dentro il Tempio di Flora siamo testimoni della vita che si moltiplica in immagini: questo mistero viene resi nello spazio, sull’asse Nord-Sud, avendo due specchi che si riflettono continuamente uno con l’altro, riflettendo immagini all’infinito. Alzando la testa vediamo l'amore eterno di Flora e Zefiro, che si uniscono in senso spirituale e sensuale, dando origine alla vita che abita la Creazione tutta.


Al centro del Tempio di Flora, tutte le direzioni si incontrano nel centro spirituale:

  • Est-Ovest con l’asse dell’eternità.

  • Nord-Sud con l’asse dell’incarnazione.

  • Alto-Basso con l’asse divino e umano.

Usciamo dal Tempio di Flora e vediamo innanzi a noi la Silfide Alata, spirito dell’aria, che presiede al Viridario, che si dispiega in una spirale, il luogo della moltiplicazione e espansione della vita che dal centro spirituale viene a effondersi verso la periferia del cosmo, nel mondo. I vegetali che nel Giardino di Flora predominano ricapitolano eternamente i Misteri di Eleusi, tanto nel senso della ronda delle stagioni che della reincarnazione, fiorendo, fruttificando e sfiorendo ogni anno.


Come nel Castello l’aria ci aveva fatto ascendere al Cielo, per mezzo della scala a spirale che saliva alla Torre, ora ci fa tornare verso al mondo fisico con il concepimento.


Le Grotte Estive

Un percorso a serpentina ci conduce verso una stanza circolare, un utero, a cui torniamo come tomba alla morte. Come l'embrione che riceve il nutrimento nell'oscurità, sviluppandosi nel sacro silenzio, siamo avviluppati nell’oscurità: l’utero della madre è anche la tomba nella Terra.


Giungiamo in una stanza circolare, vi sono 7 pietre a semicerchio, come piccoli troni: la luce filtra ora solo dall’alto e dall’Est, perfettamente orientata sul trono centrale. I 7 piccoli troni di pietra, rappresentano i 7 pianeti: il quarto tra loro si pone in relazione con Diana, che si scorge al di fuori dell’apertura a Est. Il trono centrale è infatti quello del Sole che armonizza i pianeti sopra e sotto-solari.


L’apertura a Est è a forma di pentagono: un triangolo posto sopra ad un quadrato: questa è l’immagine archetipica del corpo dell’uomo come Tempio della divinità. Sulla parete Est viene proiettata la Luce in forma triangolare sopra al trono centrale, così che la Trinità appaia al di sopra di colui che siede sul trono centrale, il Maestro Venerabile.


Ci sediamo e la luce dall’alto ci battezza. La grotta funziona come una camera stenoscopica: attraverso la fessura da cui penetra la luce, noi vediamo la luce per l’ultima volta prima di incarnarci. Ciò che vediamo per primo escarnandoci, ora lo vediamo per ultimo incarnandoci.


Ora appena prima di incarnarsi, l’Io umano vede Dio: quell’ultimo bagliore, la luce in fondo al tunnel della materia. L’Io vede l’immagine di se stesso in Dio, e Dio assume il volto femminile di Diana: abituandoci a quel raggio di luce, scorgiamo infatti l'immagine di Diana nel Tempio del Paradiso Empireo. Ella è la Sofia e anche la Madre che partorisce il neonato. La madre è l’immagine della divinità materna.


4° SCENA


La Rimembranza

Ci stiamo per staccare dal corpo della madre. Come appena dopo la morte noi vediamo la nostra vita passarci davanti in un sunto degli eventi principali ora, appena prima di incarnarci, vediamo il sunto della vita che andremo a vivere nella prossima incarnazione. Ecco perché qui la forma dell’acqua disegna la forma dell’embrione, che fluisce nell’etere e man mano diverrà percepibile fisicamente.


Come al momento della morte si scompagina il corpo eterico che da ricordo nel tempo diviene immagine nello spazio, così in questo momento l’immagine nello spazio diviene anticipazione che si riversa nel tempo. Il ricordo eterno, l’unità della vita personale con quella individuale. Con l’ultimo barlume della vita spirituale, noi entriamo nell’esperienza fisico-sensibile.

La Rimembranza

Il Campanile di San Martino

Il Campanile della vicina chiesa di San Martino è stato distrutto e ricostruito in modo del tutto identico al Tempio di Diana. La campana riflette la cupola del Tempio di Diana, così che quello spirito sperimentato interiormente ora deve essere trovato interiormente.


Il Campanile di San Martino

ESODO


Giochi d’Acqua

L’acqua, elemento della vita, con cui giochiamo, stando alle sue regole, credendo di trasgredirle per poi comprendere che era solo per venire a conoscenza di regole che ancora non conoscevamo. Tornando verso l'incarnazione rientriamo nel gioco della vita.


L'Aquila ed il Coccodrillo

L’ultima immagine prima di tornare all'incarnazione, la condizione di coscienza del caos elementare della Sala Verde, è la lotta di due animali, l’Aquila e il Coccodrillo: il primo è lo spirito, il secondo la materia.


Spirito e materia, lottano tra loro, in una relazione polare tale per cui la materia diviene la tomba dello spirito. Ma i Maestri dello spirito proteggono i discepoli della via spirituale, come l'Aquila i suoi aquilotti ancora nel nido tra le nuvole. Tra loro scorre il fiume incessante della vita di tutti gli esseri che vengono nell'incarnazione


Discendendo nell’incarnazione, entriamo nella sfera di azione del Male, il Coccodrillo, l’animale di Saturno, il rettile che rappresenta il tempo, in agguato come l'angoscia della morte sommersa nelle acque dell'inconscio. Quando il Coccodrillo si morde la coda, rappresenta l’eternità, il non-tempo prima del tempo, ma quando spalanca le fauci, si dispiega lo svolgimento del tempo che tutto divora nell'impermanenza. Saturno è Crono, il tempo che divora i suoi stessi figli. Ciò che entra nella sfera del tempo è corruttibile, decade e muore.


Tuttavia l’Aquila è lo spirito imperituro la controparte della materia. Ella guarda direttamente al Sole e viaggia verso questo luminare quando raggiunta la decrepitezza vuole rinnovare la sua vita. Il fuoco solare brucia le sue vecchie piume, facendo tornare l'Aquila nuda come quando era un pulcino: il Sole trasforma lo scorrere del tempo in possibilità di evoluzione. Lo Spirito individuale guarda al Sole come spirito cosmico.


Allora Aquila e Coccodrillo, sono aspetti di una stessa realtà. Nel segno dello Scorpione, l’Aquila dello spirito riposa come morta nel nel carapace dello Scorpione. Quando lo Scorpione uccide se stesso, nel morire forma libera l'immagine dell’eterno progresso: l’Aquila dello Spirito che vola nuovamente verso le altezze.

L'Aquila ed il Coccodrillo

Fine ed Inizio

La fine è tutt’uno con l’inizio, così che il cammino iniziatico del Parco, nel suo insieme, disegna è una lemniscata. Alternando ascesa e discesa, espansione e contrazione, aperture verso la luce e chiusure sul buio. La lemniscata intesse tra questi tre punti:

  • Il polo della Sala Verde: l’inizio della salita;

  • Il cuore il Lago Vecchio e il Lago del Paradiso;

  • Il polo del Mausoleo del Capitano: l’inizio della discesa.


E con il ritorno all'Inizio, concludiamo qui il nostro cammino iniziatico nel Parco di Villa Durazzo Pallavicini. Non resta che andare a Genova Pegli e fare un passo oltre la Soglia...


Grazie a tutti voi per aver intrapreso questo viaggio con noi!


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