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Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

Risorgere con lo Spirito della Terra. "L'immaginazione di Primavera"


"Poster di Arild Rosenkrantz che mostra la sua interpretazione del regno vegetale."



L’uomo, in senso archetipico, è legato al cosmo, egli è il punto di partenza che dalla periferia va verso il centro. Sono quelle forze che dallo Zodiaco arrivano verso il centro della Terra e che, una volta sulla Terra, ritornano nel cosmo.


Fin dall’antichità non si festeggiava il passaggio dell’anno tra dicembre e gennaio, bensì l’anno spirituale, da un punto di vista esoterico, iniziava con l’equinozio di primavera.

L’Ariete è il primo segno zodiacale, che rappresenta il fuoco cardinale degli inizi e dà la possibilità di portare un elemento cosmico sulla Terra. Se avete fatto caso il glifo del segno zodiacale dell’Ariete è una sorta di “V” cioè qualcosa che ha a che fare, da un punto di vista immaginativo, al muso dell’animale che stiamo analizzando.

Il movimento che viene mostrato nel glifo ha una sua duplicità, è simmetrico, ed è composto da due movimenti a spirale che rappresentano le corna dell’animale e che vanno approfondendosi verso il basso. L’Ariete è associato al Fuoco, dal latino “Agnus” a sua volta di derivazione sanscrita “Agni”: il dio del Fuoco.


Steiner, nella sua opera “Scienza Occulta”, descrive l’origine dell’uomo nel gesto immenso e creativo prodotto dalle Gerarchie nell’antico Saturno. Nell’antico Saturno tutto quello che era sostanza era, allo stesso tempo, anche spirito intessuto nell’elemento del Fuoco. L’elemento del Fuoco era una sorta di fucina per la creazione delle Gerarchie. Queste Gerarchie, che entravano in azione durante l’antico Saturno, erano, da un lato coloro che avevano già avuto la maggioranza della loro evoluzione in una precedente catena planetaria, come i Serafini (Spiriti dell’Amore) e i Cherubini (Spiriti dello Zodiaco), dall’altro quella gerarchia che per prima entra effettivamente in piena attività con un importante momento creativo, cioè quella dei Troni (Spiriti della Volontà). L’amore dei Serafini come una nube circonda il cerchio dello Zodiaco che sta prendendo forma e quindi abbiamo il segno dell’Ariete che è in polarità con in segno della Bilancia, a destra abbiamo il segno del Cancro che è opposto a sinistra al segno del Capricorno . Questi quattro segni zodiacali formano la croce degli inizi. Da questa configurazione cosmica l’antico Saturno comincia la sua esistenza.

Oltre ad una dimensione spaziale, abbiamo una dimensione temporale ed entrambe sono coincidenti. Quello che sta prima dell’antico Saturno è la fine della grande notte cosmica e la precedente catena planetaria dove i Serafini e i Cherubini, hanno passato tutte le loro evoluzioni precedenti fino a divenire, all’inizio dell’antico Saturno, Spiriti dell’Amore e Spiriti dell’Armonia. In questa configurazione zodiacale con la prominenza del segno dell’Ariete iniziano la loro attività i Troni. I Cherubini generano la prima immagine dell’uomo nella regione dell’Ariete. Questa prima immagine è rappresentata da un cranio che ha in sé qualche cosa che ritroviamo anche nella cassa toracica. Quello che hanno conchiuso nell’amore i Serafini, i Cherubini, dispongono in uno spazio nel quale la creazione può avvenire nel momento in cui i Troni, attraverso un atto di pura volontà, sacrificano la loro sostanza creando l’uovo di calore, che inizia ad irradiare nello spazio dell’antico Saturno.

Quindi le uova di calore conchiudono in sé la forma del cranio umano. Così come il glifo dell’Ariete è l’immagine della fronte dell’animale, così è anche l’immagine della nostra fronte e dell’arco opraccigliare che scende sul naso. A sua volta ogni regione zodiacale viene ad essere interessata dalle uova di calore del sacrificio dei Troni, la Bilancia, il segno opposto all’Ariete, è sempre uno dei segni cardinali. Se uniamo la figura sovrapposta dell’Ariete a quella della Bilancia si rivela ancora di più l’immagine del volto dell’uomo dove, addirittura, possiamo vedere l’apertura della fronte (terzo occhio) e la fessura della bocca. Questa rappresentazione dobbiamo immaginarla come ripetuta, riempiendo completamente lo spazio e creando un tutt’uno tra la Terra e l’immagine dell’uomo generata dai Troni. In questo punto dell’evoluzione cosmica non c’è nessuna distinzione tra quello che è l’uomo e quello che è la Terra, perché le uova di calore dell’antico Saturno formano la Terra stessa.


Noi proveniamo dal cosmo, e dalla sfera dello Zodiaco per la precisione, la nostra prima parte che viene a formarsi è la testa, che a sua volta darà origine alla cassa toracica e questa è in sé anche la Terra. Quindi quando vogliamo portare un impulso per risorgere con lo spirito della Terra, noi dobbiamo ritornare ad un’immagine intessuta di calore, rappresentata appunto dalle uova di calore create dal sacrificio dei Troni. Se poi vogliamo vedere come altre correnti entrino nell’evoluzione, dobbiamo tenere presente che nelle Gerarchie la corrente associata al Cancro è rappresentata dagli spiriti dello Zodiaco stessi, i Cherubini. Il segno del Cancro è formato da due spirali, le due chele del granchio, che rappresentano le due correnti che entrano l’una nell’altra. Il movimento delle spirali del segno del Cancro è qualcosa che intesse le varie uova di calore dell’antico Saturno. Le due correnti ricordano altresì una forma embrionale, una morula in cui l’uomo è una simbiosi di singole uova di calore, essendo il fuoco cardinale degli inizi un ritorno al gesto iniziale dei Troni nella formazione dell’uomo nella fucina dell’antico Saturno.


Nell’equinozio di primavera, noi possiamo attingere a quelle forze derivanti dal gesto di sacrificio dei Troni che ha generato l’uomo. Noi nasciamo dal fuoco e finiamo nel fuoco: quello che sarà il futuro Vulcano. Tutte le volte che vogliamo attingere a delle forze di resurrezione dobbiamo passare attraverso l’elemento del Fuoco. Nell’evoluzione, man mano, si differenziano le sfere planetarie: abbiamo la sfera di Saturno, la sfera di Giove, la sfera di Marte, la sfera del Sole, la sfera di Venere, la sfera di Mercurio ed infine la sfera della Luna. Dallo Zodiaco, che si dispiega nello spazio, queste forze discendono in una corrente del tempo, questa corrente va continuamente differenziando l’uomo, e quella che all’inizio era un’immagine dell’uomo essenzialmente circolare, diventa un’immagine man mano verticale. Dopo l’Ariete abbiamo il Toro, i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine, la Bilancia, lo Scorpione, il Sagittario, il Capricorno, l’Acquario e i Pesci. Questa evoluzione avviene come anticipazione anche nelle successive fasi dell’antico Saturno, ma in realtà si dispiega in quelle che sono le successive metamorfosi planetarie. Quindi da un lato viene anticipato nell’evoluzione, e dall’altro viene portato attivamente. Con il Toro si forma la gola, la laringe, con i Gemelli si forma la simmetria bilaterale, le braccia, con il Cancro si formano le coste della cassa toracica, con il Leone il cuore associato all’elemento del coraggio, i visceri sono rappresentati dalla Vergine , il bacino dalla Bilancia che forma dei cardini e bilancia le parti del corpo nelle due anche e da qui abbiamo lo sviluppo degli organi sessuali con lo Scorpione , la parte alta della gamba (cosce) con il Sagittario , le articolazioni che sono il Capricorno , la parte finale della gamba (polpacci) l’Acquario ed infine i piedi i Pesci . Nel momento in cui l’impulso delle gerarchie dallo spazio discende nel tempo, l’uomo, man mano, assume una forma verticalizzata. E l’immagine che viene a crearsi è quella dell’Adamo cosmico o Adam Kadmon. Le singole parti dell’essere umano vanno a formare i glifi dello Zodiaco. Questo uomo, che viene ad impiantarsi sulla Terra, è accolto nella sua verticalità. Quello che accade, da un punto di vista cosmico nell’antico Saturno, e cioè il germogliare dell’uomo nelle prime forze della creazione, è qualche cosa che noi possiamo vedere in questo periodo dell’anno nella sfera della Terra. Potete concentrarvi su come, in questo periodo, dal terreno emerga una pianta: inizialmente abbiamo un seme che è deposto nel terreno e questo seme ha in sé la capacità di svilupparsi in verticale, il seme è il nostro primo uovo di calore, generato dal sacrificio dei Troni, ed è un elemento che ha dentro di sé il caos primordiale che può dare origine a qualcosa che si dispiega cosmicamente nell’ordine in senso verticale. Quindi se vogliamo ricercare l’immagine dell’uomo in questo periodo, da un lato la cerchiamo nelle forze dell’Ariete nell’immagine primordiale dell’antico Saturno, e dall’altro la vediamo nel germogliare della pianta nel terreno. Quello che è l’uovo di calore dell’antico Saturno, è il nostro seme, quando questo si rompe emerge un elemento verticale, il primo germoglio che ha l’elemento duplice che ricorda il glifo dell’Ariete. Così come noi immaginiamo un terreno terrestre sovrasensibile dell’amore dei Serafini e dello spazio generato dai Cherubini, nell’antico Saturno noi dobbiamo immaginarci che si ricrei continuamente in primavera nelle forze della regione dell’Ariete. Così come dal terreno cosmico era germogliato il seme dell’essere umano che aveva dato origine al cranio e a tutto quello che è l’uomo nella sua verticalità, così il seme, una volta che può aprirsi e uscire all’esterno per essere sottoposto a tutte quelle forze formatrici eteriche quindi le forze che appartengono al calore, alla luce, al suono e alla vita, si sviluppa dal basso verso l’alto nello stesso modo in cui originariamente l’uomo si era sviluppato dall’alto verso il basso. Di conseguenza il movimento di creazione originario discende dalle altezze dello Zodiaco per giungere ad essere impiantato sulla Terra in un senso sovrasensibile e quando noi osserviamo, in modo sensibile, la natura percepiamo lo stesso movimento originario invertito quello che originariamente da un movimento spirituale è diventato materiale, ora dalla materia sorge per andare verso lo spirito, il sovrasensibile. Quindi dal fondamento della Terra sorge l’immagine originaria di quella che era la creazione dell’antico Saturno e del suo sviluppo verso l’alto nei successivi stadi dell’evoluzione. Questo ci fa capire il detto Rosicruciano e Paracelsiano che Steiner riprende e cioè che l’uomo sia una pianta rovesciata. Quando noi vogliamo attingere a delle forze di resurrezione, dobbiamo tenere presente che, nel nostro passato, qualche cosa che era un’armonia spaziale onnipotente è andata sviluppandosi in una serie di azioni che hanno portato l’evoluzione ad attraversare tutte le sfere planetarie fino a giungere a quella della Terra. Nella primavera noi siamo perfettamente in grado di ricollegarci alle forze degli inizi e nel momento che vogliamo percepirle, da un punto di vista fisico sensibile, lo facciamo dal basso verso l’alto. E’ uno specchio della luce emanata dall’antico Saturno. La testa dell’uomo nella pianta è la radice, l’elemento mediano ritmico respiratorio nella pianta lo troviamo nel fusto e nelle foglie mentre tutto quello che sta al di sotto del bacino nell’uomo, il sistema delle membra nella pianta, lo vediamo nel fiore. Questa corrispondenza la chiamiamo assioma ermetico “come in alto così in basso”. Quando noi vogliamo andare solamente nell’elemento sovrasensibile, perdiamo la possibilità di vedere il medesimo processo rovesciato nell’elemento fisico-sensibile. Ma noi che siamo incarnati e abbiamo una coscienza di veglia sulla Terra, quando calchiamo con il piede sul terreno queste forze le dobbiamo trovare nel basso. Quando noi osserviamo il germinare della pianta, dal punto di vista fenomenologico dei sensi Goethiano, noi dobbiamo tenere presente che la stiamo osservando da quello che è stato un suo passato a quello che è un suo presente fino a quello che sarà un suo futuro ribaltato rispetto all’origine. Quello che avviene per la pianta nel mondo fisico con il seme va verso la parte aerea, emerge al di fuori del terreno incontrando la luce e l’aria, mentre l’acqua si pone poco al di sopra della superficie della terra. La luce e l’aria formano il germoglio. Il dispiegarsi della forma, qualcosa che è conchiusa in se stessa, nel momento in cui si apre al di sopra per mezzo dell’aria, della luce e dell’acqua porta ad un’espansione di qualcosa che inizialmente è compresso, un’espansione bilaterale il fusto e le foglie verso l’alto mentre la radice verso il basso. Lo sviluppo del seme si apre, quindi, da entrambi i lati. La pianta incontra, nella sua evoluzione, la luce del sole e l’aria, l’elemento acqua viene portato all’interno della pianta e si verticalizza successivamente incontrando l’elemento del calore che è quello che si dispiega nel fiore e nel frutto e poi, come se tornasse indietro, si ritorna all’elemento del seme. Quindi è una scansione degli elementi terra, acqua, aria, luce, fuoco, calore, ma è anche una scansione dei mondi: fisico, eterico e astrale. Quando vogliamo incontrare l’elemento terrestre delle pianta andiamo verso le radici, quando vogliamo trovare l’elemento solare andiamo nel fusto e nelle foglie, quando invece vogliamo rinvenire l’elemento astrale lo vediamo nella forma del fiore. La forma del fiore rappresenta il movimento di una determinata sfera planetaria in un insieme di altre sfere. Quindi esistono entrambi i movimenti, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, questi due movimenti dobbiamo tenerli sempre presenti per avere l’immaginazione della Resurrezione.



"Antico Saturno. Troni (Viola), Cherubini(Giallo), Serafini(Rosso), disegno alla lavagna 1924"



Questa, che ho portato avanti fino ad ora, è un’analisi vista da un punto di vista macrocosmico. L’uomo è come un’immagine dello Zodiaco proiettata sulla Terra, è come una stella posata sulla Terra. Noi vediamo tutto dal punto di vista dell’emisfero boreale, dell’emisfero nord dove ci troviamo, ma gli stessi processi avvengono, contemporaneamente, anche nell’emisfero australe, o emisfero sud. Come abbiamo visto le forze vegetali che emergono dal basso verso l’alto, e che rappresentano il ribaltamento di quello che è l’uomo, così come noi ora abbiamo le forze della primavera, le forze di una antica evoluzione del fuoco primigenio dell’Ariete, da un altro punto di vista, nell’emisfero australe, abbiamo le forze complementari dell’autunno. Quindi questo processo che noi vediamo emergere dal basso verso l’alto, nell’emisfero australe va in senso contrario dall’alto verso il basso così come avviene in autunno con un elemento di caducità del vegetale. Il vegetale, nell’emisfero boreale, in primavera risorge dal basso per risalire verso l’alto, quindi si espone a quelle che sono le forze astrali; nell’emisfero complementare quello australe, il vegetale ha già dato tutta quella che è la sua forza originaria e si è esaurito, è come se si fosse bruciato, combusto e in questa combustione ritorna alla terra. Queste forze che noi vediamo andare verso l’alto sono quelle che troveremo all’apice in estate, le forze presenti ora nell’emisfero australe sono le forze che noi vedremo all’apice in inverno. Nell’emisfero nord noi viviamo un’espirazione dello spirito della Terra, cioè dall’inverno, i cui elementi erano conchiusi nell’essere della Terra, si trovano ad emergere dalla corporeità ed essere effusi come una espirazione nel cosmo. Mentre nell’emisfero sud abbiamo un’inspirazione, le forze che vengono inspirate verso il centro della Terra sono le stesse che vengono espirate verso la periferia del cosmo nell’emisfero complementare. E’ qualche cosa che dal centro della Terra viene portato verso l’esterno e che dalla periferia viene portato verso il centro nell’emisfero complementare, una sorta di nodo o l’immagine rovesciata delle uova di calore dell’antico Saturno. Quello che prima percepivamo come una forma conchiusa verso l’alto, in cui abbiamo inscritto il segno dell’Ariete e che formava questo insieme di globi che uno nell’altro creava un unico globo, la morula cosmica, noi lo possiamo vedere rovesciato fisicamente nelle forze che intessono tra l’emisfero australe e l’emisfero boreale. Questa è in sé l’immagine del seme che germoglia, mentre nell’antico Saturno ha germogliato dall’alto a scendere verso il basso, nella nostra immagine attuale della Terra fisico-sensibile germoglia al contrario, ovviamente quando sarà primavera nell’emisfero australe avremo un’immagine ribaltata rispetto a quella attuale. L’immagine dell’antico Saturno è molto importante da tenere a mente perché, in una forma o nell’altra, noi dobbiamo averla presente, proprio perché è un ritorno al fuoco primordiale delle origini dell’Ariete e del sacrificio dei Troni, e rappresenta l’unico modo per sapere come portare queste forze, che sono dentro di noi, alla loro destinazione finale. Da quello che è un fuoco originario ad un rinnovamento interiore per poi portare questo fuoco nel mondo. Il culto del fuoco cosmico è il fondamento di tutto l’esoterismo: dalla rivoluzione atlantidea l’oracolo principale era quello del Sole, che poi diventerà l’oracolo del Fuoco perenne di Zarathustra, quello custodito dalle Vestali lo stesso sacro fuoco di rinnovamento, la forza di resurrezione che dal basso va verso l’alto.


Nel momento in cui abbiamo l’aprirsi del seme cosmico, dobbiamo tenere presente le due stagioni arcangeliche. Steiner ci dice che gli arcangeli rappresentano la controparte spirituale di quello che noi percepiamo come stagioni. La luce che intesse nelle stagioni passa come una staffetta, una fiaccola da un arcangelo all’altro. In primavera irradia nel cosmo la figura dell’arcangelo Raffaele. L’arcangelo Raffaele intesse le forze che formano l’immagine del caduceo, come suo aspetto complementare abbiamo l’arcangelo Michele, che agisce in autunno nelle forze del coraggio. Nel caduceo le forze elementari vengono organizzate intorno all’elemento della luce, l’arcangelo Raffaele ha un movimento a spirale, lo stesso che possiamo vedere nell’aprirsi della pianta e nel suo espandersi nella luce con le foglie. Tutte le piante che sorgono dal terreno ruotano a spirale seguendo determinati moti planetari che infine si rivelano astralmente nella forma del fiore. Questo è il caduceo di Mercurio che ritroviamo in tutti gli elementi che vengono espirati, elementi che, durante l’inverno, sono come cristallizzati e deposti sotto la coltre di neve e che vengono sollevati dall’espirazione, da un lato attraverso una corrente che sale dal basso verso l’alto quella della terra e dell’acqua, e dall’altro da una corrente che dall’alto va verso il basso quella del fuoco e dell’aria. Queste due correnti vengono armonizzate nel caduceo. D’altro canto le forze dell’arcangelo Michele sono le forze del coraggio, quello stesso coraggio che deriva dal sacrificio dei Troni nell’antico Saturno, sono le forze del segno del Leone, che narra di una seconda dimensione del fuoco oltre a quella dell’Ariete. Le forze dell’Arcangelo Michele prendono quella luce proveniente dalla verticalizzazione dell’elemento caotico della pianta e ne fanno una spada una lancia di luce che vince la lotta che dal basso vuole risalire verso l’alto, durante l’ultima parte dell’estate in autunno e dall’alto vuole discendere verso il basso. Quindi il movimento di Raffaele, che rappresenta anche l’Arcangelo dell’aria, è un movimento circolare, a spirale, mentre in Michele prevalgono, invece, le due polarità alto e basso. Raffaele intesse in quello che sta attorno, Michele intesse in quello che sta in alto e in basso. Gli altri due arcangeli sono l’Arcangelo Uriele in estate e l’Arcangelo Gabriele in inverno. Le forze della primavera le ritroviamo nell’atmosfera che sta intorno a noi nell’aria e nelle forze dell’arcangelo Raffaele, quando quest’aria si riscalda andando verso il calore estivo viene a formarsi come un’immagine cristallizzata nella Terra e ci troviamo nell’estate e nelle forze dell’Arcangelo Uriele, quando poi procediamo con la formazione dei cristalli è come se le forze che dal basso vogliono risalire verso l’alto cercassero di prendere il sopravvento e allora, in autunno, vi deve essere una forza che dall’alto ordina e disciplina quelle forze che vogliono risalire e siamo nell’atmosfera dell’Arcangelo Michele, una volta che queste forze sono acquietate possono essere disposte a protezione dei semi che attendono di germinare e allora siamo nelle forze dell’Arcangelo Gabriele. Il percorso tra le varie stagioni rappresenta il cammino di una metamorfosi della luce. Steiner ci dice che dobbiamo immaginare gli arcangeli come se si scambiassero una coppa in cui raccolgono una luce sovrasensibile e nel momento che viene raccolta e passata da un arcangelo all’altro assume le qualità di quell’arcangelo, Steiner, rifacendosi a Goethe, parla di una secchia d’oro.


Quando noi partiamo dal nostro emisfero e ci ritroviamo in piedi sulla terra dobbiamo immaginare che l’arcangelo del momento intesse soprattutto nel macrocosmo. Quindi intorno a noi è come se si formasse una sorta di cupola al di sopra dell’uomo. Le forze di guarigione durante la primavera noi le andiamo a cercare nella natura, nel macrocosmo, nel momento in cui la nostra percezione del macrocosmo tiene conto del fatto che le forze di guarigione intessono in esso, allora possono entrare nel microcosmo. In particolare l’Arcangelo Raffaele è collegato alle forze di respirazione dell’aria, il suo elemento di guarigione, che intesse nella natura all’apice della primavera e quindi è importante saper cogliere con attenzione cosciente quello che sta avvenendo nella natura per poterlo integrare dentro la nostra corporeità fisico sensibile, è un rispecchiamento che dal fuori va verso il dentro. Quando noi osserviamo, fenomenologicamente, nella natura la coscienza di quello che sta avvenendo, essa viene interiorizzata nell’essere umano con le forze di Raffaele che agiscono sul sistema ritmico del corpo umano, sulla circolazione del sangue e sulla respirazione. Se voi immaginate come è fatta la laringe e tutto l’apparato respiratorio dell’uomo, comprendente la trachea e i polmoni, non è molto diverso da quello che nella pianta noi troviamo rovesciato. I nostri polmoni sono come le ali del caduceo ripiegate. E se conosciamo anche le singole piante saremo ancora più coscienti del processo che si sta compiendo.

Le forze di guarigione dell’Arcangelo Raffaele agiscono nel momento in cui noi assumiamo un rimedio vegetale entrando in relazione con l’essere di quella pianta e con lo spirito di gruppo della pianta. Questa azione di guarigione si presenta all’uomo quando va a coricarsi, a quel punto il corpo astrale e l’io si separano dal corpo eterico e dal corpo fisico e così facendo l’essere della pianta, che abbiamo assunto come rimedio o anche attraverso il cibo, lavora sul corpo eterico della persona.


Come gesto complementare che deriva dall’emisfero australe, passando attraverso il centro della Terra e arrivando all’uomo c’è quello - che è manifesto è qualche cosa che è esterno all’uomo, la primavera deve essere portata interiormente mentre quello che noi non percepiamo, perché sta al di sotto dei nostri piedi, è per l’uomo occulto, in quanto non direttamente visibile e percepibile ai sensi fisici. Dunque le forze di movimento dell’Arcangelo Michele le riscontriamo anche durante la primavera, ma lavorano in un senso polare rispetto a quando si muovono in autunno, lavorano dall’interno dell’essere umano verso l’esterno, cioè in primavera noi siamo portati a muoverci, mentre in autunno diventa un movimento interiore di coraggio. Durante la primavera vogliamo viaggiare per esplorare il mondo, una forza che dal centro dell’essere umano va verso il mondo, le forze dell’Arcangelo Michele, durante la primavera, vanno dal cuore umano verso gli arti e verso la testa che comincia a divagare, ovviamente Michele intesse bene nella volontà e nella parte inferiore al plesso solare, cioè negli arti. L’aspetto dell’unione delle qualità deve essere sempre presente, è qualcosa che va verso l’interiorizzazione (Raffaele) e, allo stesso tempo, qualcosa di interiore all’uomo che va esteriorizzandosi (Michele), ovviamente nell’emisfero australe avremo un processo complementare: Laggiù, l’Arcangelo Michele, intesse le sue forze che dallo spazio vanno verso la Terra, quelle che noi chiamiamo il ferro meteorico e che devono essere interiorizzate, mentre dentro di loro sta l’Arcangelo Raffaele. Quindi quando noi saremo in autunno, le forze di guarigione di Raffaele partiranno dal centro dell’essere umano, dai polmoni e andranno nelle azioni dell’uomo all’esterno. Quando noi afferiamo le nostre armi, i nostri bagagli, il nostro coraggio e affrontiamo l’oscurità interiore con le forze di Michele, andiamo nel mondo portando un’azione di guarigione al di fuori di noi, perché compiamo azioni che vanno a snodare il drago che vuole avvinghiarci nelle sue spire. La complementarietà tra interiorità ed esteriorità collima e questi due arcangeli trovano un punto di incontro e allo stesso tempo si potenziano uno con l’altro nel compimento per ognuno della propria missione per poi nuovamente scambiarsela.



Parte della Prima di Quattro Conferenza del percorso:


"RISORGERE CON LO SPIRITO DELLA TERRA "


Giorgio Tarditi Spagnoli (conferenze di Antroposofia)


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