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Immagine del redattoreGiorgio Tarditi Spagnoli

1 Agosto – Lughnasadh: la Festa del Dio della Luce

Aggiornamento: 26 gen 2021


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Lughnasadh è una festa gaelica, che celebra il ritorno del legittimo Dio della Luce sulla Terra. Egli appare sotto forma di un eroe solare che porta una lancia, Sacra, uno dei quattro tesori dei Tuatha De Danan, il mitico popolo che precedette gli irlandesi. Si tratta quindi di un Dio Atlantideo, come testimonia il fatto che il tesoro proviene da una delle quattro isole-città, chiamata Gorias, resti della precedente Atlantide.


La lancia di Lugh è sostanzialmente un raggio di Sole che, impossibile da fermare, colpisce sempre il suo bersaglio. È dunque la lancia di luce che vivifica i campi facendo germinare e maturare il grano a lui sacro. Questa diviene poi la Lancia di Longino, la lancia intinta nel sangue eterizzato del Cristo.


Non a caso la festa di Lugh coincide anche con il successivo Lammas cristiano, la festa del pane. Con la sua azione vivificante e maturante, Lugh confina nel sottosuolo il Mostro della Carestia, che potremmo chiamare Ahriman, il quale porta una carestia di pane, tanto terreno che spirituale.

Il volto di Lugh è uno e al contempo triplice, indicando così un legame con la triplice costituzione occulta del Sole, eterica, astrale e spirituale, così come con il Mistero della Trinità. Non stupirà che l’antico nome del grano sia “Triticum”, ovvero tritico, “che si trita” e che contiene in sé la radice “tri”, triplice.


In occasione di Lughnasadh veniva sacrificato anche un Toro, un’immagine che ricorda altri Misteri successivi, quelli del persiano Mithras, anch’egli Dio solare che viene per terminare l’Era del Toro e cominciare quella dell’Ariete o Agnello, il Cristo. È da Abudad, il Toro cosmico che fuoriesce infatti il grano, l’oro della Terra.


Nel Mistero del Golgotha, il Cristo da spirito del Sole diviene spirito della Terra: da quel momento, in una transustanziazione cosmica, il corpo del nostro pianeta è il corpo di Cristo, così che letteralmente “Chi mangia il mio pane, mi calpesta con i piedi!”.

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