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La Loggia dei Rosa+Croce di Chiavari – Parte 1: il Messaggio di Elena Bono

Aggiornamento: 19 gen 2021

La Loggia dei Rosa+Croce vista da Via Rivarola (Chiavari)

La Loggia dei Rosa+Croce vista da Via Rivarola (Chiavari)


Grandi misteri si celano sotto lo sguardo distratto del quotidiano. È così che a Chiavari (nella provincia di Genova), in uno dei suoi caratteristici caruggi il porticato si interrompe bruscamente per dare spazio a una singolare facciata di un antico palazzo. Discreta nella sua preziosità, passa del tutto inosservata a colui che non guarda assetato di conoscenza. Ma se se ne osservano le raffigurazioni, si legge in esse una storia affascinante che ben si ricollega al nome con la quale è chiamato questo particolare luogo: la “Loggia dei Rosacroce”.

La Loggia dei Rosa+Croce vista da Piazza della Torre (Chiavari)

La Loggia dei Rosa+Croce vista da Piazza della Torre (Chiavari)


La Loggia è situata in Via Rivarola, una delle vie dell’antica Cittadella, risalente al XII secolo, quando Chiavari strinse alleanza con la Repubblica di Genova. La Loggia, tuttavia, è successiva e risale al XV secolo. Dell’originale edificio rimane solo la facciata anteriore e quella destra, mentre il resto è andato distrutto. La facciata destra è invece addossata alla “Casa dei Garibaldi” (che possiede un interessante portale, dei cui significati iniziatici parlerò successivamente), mentre lo spiazzo lasciato libero dell’edificio è oggi vuoto ma non molto tempo fa ospitava il mercato del pesce.

Il retro della facciata vista da Piazza della Torre (Chiavari)

Il retro della facciata vista da Piazza della Torre (Chiavari)


La particolarità di ciò che rimane della loggia risiede nei fregi delle colonne. I capitelli del porticato sono infatti decorati con vari simboli, quali rose, il nome di Cristo e volti fiammeggianti, elementi che nel loro insieme saltano agli occhi di chi ha conoscenza dell’alchimia e, più specificatamente, della tradizione Rosa+Croce. Questi particolari suggeriscono che la Loggia fosse una vera e propria “dimora filosofale”, ovvero un luogo dove veniva coltivata l’alchimia nella sua forma cristiana, propria dei Rosacroce.


Più nel dettaglio, gli elementi decorativi Rosa+Croce sono:

  1. I busti dei filosofi, scolpiti nei capitelli delle due colonne, sinistra e centrale. Portano una corona fiammeggiante, una rosa incisa sulla fonte e una cascata di raggi che si diparte dalla base del collo. Vi è inoltre un volto appena accennato nell’ultima colonna della facciata di destra. Tutti i volti sono stati picchettati e resi così scarsamente riconoscibili;

  2. Lettere inscritte sulla colonna centrale, di difficile interpretazione, forse lettere ebraiche o iniziali latine;

  3. Il trigramma di Cristo IHS, contornato da due rose. La rosa sinistra a due giri di petali, il più interno di 5, quello più esterno di 8. La rosa di destra ha invece un solo giro di petali, in numero di 5;

  4. Era presente anche una lastra di ardesia incisa, posta sopra la finestra bifora. Raffigurava due esseri mostruosi, un drago e un serpente dalla testa umana separati dal trigramma di Cristo IHS inciso in un Sole a dodici raggi. Attualmente è conservata a Palazzo Rocca a Chiavari, in via Costaguta.

Spiegherò nel corso dei prossimi articoli il significato esoterico delle raffigurazioni simboliche.

Devo premettere che il mio studio della Loggia dei Rosacroce è cominciato con una folgorazione avvenuta il 2 marzo 2014. Ho condotto le mie ricerche attraverso la meditazione, secondo il metodo di conoscenza sovrasensibile dato da Rudolf Steiner nel libro L’Iniziazione.


Successivamente, facendo una ricerca bibliografica presso la biblioteca della Società Economica di Chiavari sono venuto a conoscenza che la prima a parlarne fu la poetessa chiavarese Elena Bono, nel 1980 con un articolo sugli atti del convegno della Azienda Autonoma di Soggiorno. L’anno successivo la Loggia dei Rosacroce comparve su un articolo ampiamente illustrato della rivista “La Casana”  scritto dal giornalista di Rai3 Pier Antonio Zannoni. Elena ha passato la Soglia solo 4 giorni prima la mia “riscoperta” della Loggia dei Rosacroce: ciò rappresenta un fatto spirituale sincronico della massima importanza per comprendere tutto il significato di questo mio sforzo di conoscenza. Nel suo scritto ho ritrovato, in nuce, tutto ciò che ho sviluppato attraverso la mia ricerca scientifico-spirituale: è stata dunque insieme una conferma e un radicamento delle conclusioni alle quali sono arrivato meditando.

Quale che sia la soluzione del problema che mi onoro di aprire, indubbiamente questo “pezzo” enigmatico sarebbe degno di figurare nel classico trattato del Fulcanelli sulle dimore filosofali. – Elena Bono

Ciò che scrivo è dunque questo spirito, è la diretta continuazione di quel filo di Arianna nel labirinto delle possibili soluzioni al problema da lei aperto. Posso quindi dire che il “cosa”, la coscienza della Loggia dei Rosa+Croce, mi è stato donato dall’indagine artistica di Elena Bono. Il “come”, dal metodo di indagine scientifico-spirituale di Rudolf Steiner e con esso il significato esoterico della Loggia stessa. La Loggia pur non essendo più presente per intero sul piano fisico, è del tutto integra sul piano eterico ed astrale. Dedico dunque questo mio studio alla scrittrice che per prima oltrepassò la piccola soglia della Loggia e che ora è oltre la Grande Soglia del Mondo Spirituale.

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