Gli ostacoli della Conoscenza
- Pleroma
- 23 giu
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PRIMA LEZIONE DI CLASSE
Rudolf Steiner
Miei cari amici! Ostacoli alla conoscenza dello spirito ci sono stati in ogni epoca. In tutti i tempi gli uomini dovettero superare questo o quello, lasciare una cosa e l'altra dietro monito del serio Guardiano della soglia al mondo spirituale. Ma ogni epoca ha di nuovo i suoi specifici ostacoli.
Per tale motivo, su questo udiamo il severo Guardiano e messaggero dello spirito dire:
Tu, però, devi stare attento all'abisso;
altrimenti ti divorano i suoi animali,
se mi passi davanti in fretta;
il tuo tempo cosmico li ha posti in te
come avversari della conoscenza.
Guarda il primo animale,
la schiena ricurva, la testa ossuta, il corpo scarno,
tutta di un blu smorto è la sua pelle;
la tua paura di fronte all'Essere creatore spirituale
creò il mostro nel tuo volere;
solo il tuo coraggio di conoscenza lo vince.
Guarda il secondo animale,
mostra i denti con faccia distorta,
mente con scherno, giallo con un tratto grigiastro è il suo corpo;
il tuo odio per la rivelazione dello spirito
creò il pusillanime in te nel sentire;
il tuo fuoco di conoscenza deve domarlo.
Guarda il terzo animale,
con le fauci scisse, vitreo è il suo occhio,
flaccido il portamento, d'un rosso sporco ti appare la figura;
il tuo dubbio sulla potenza della luce dello spirito
ti creò questo spettro nel tuo pensare;
al creare conoscenza esso deve cedere.
Solo quando i tre vengono da te vinti,
cresceranno ali alla tua anima per oltrepassare
l'abisso che ti separa dalla regione della conoscenza,
a cui l'anelito del tuo cuore,
aspirando alla salvezza,
vorrebbe votarsi.
Questi, miei cari amici, sono i tre grandi nemici della conoscenza del presente, dell'uomo contemporaneo.
L'uomo contemporaneo ha paura dell'Essere-creatore dello spirito. La paura risiede nel fondo della vita della sua anima e l'uomo vorrebbe dissimulare questa paura. Perciò riveste la sua paura di ogni genere di ragioni apparentemente logiche con le quali vorrebbe confutare la rivelazione dello spirito.
E noi sentiremo, miei cari amici, dall'una o dall'altra parte obiettare questo o quello contro la conoscenza dello spirito. Rivestito di parole a volte astute, a volte stupide. Però non sono mai ragioni logiche quelle per cui l'uno o l'altro respinge la conoscenza dello spirito. In verità è la paura dello spirito che lavora e opera sotto sotto nell'intimo dell'uomo e che, almanaccando nella testa, si metamorfosa come ragioni logiche. Ma è paura. Rendiamoci solo conto, non basta dirci: io non ho paura. Questo può dirlo chiunque. Dobbiamo innanzi tutto indagare la sede e la natura di questa paura. Dobbiamo dirci che siamo nati e formati dal tempo presente in cui da parte arimanica sono stati posti gli spiriti della paura, e che siamo affetti da questi spiriti della paura.
Farsi delle illusioni su di essi non li allontana da noi in realtà. E dobbiamo trovare il modo - e questa scuola fornirà istruzione al riguardo - di trovare il coraggio della conoscenza di fronte a questo spirito della paura che risiede come un mostro nella nostra volontà. Perché non quello che oggi, spesso, spinge le persone alla conoscenza, o di cui esse dicono che le spinge alla conoscenza, può portare vera conoscenza, ma solo il coraggio, il coraggio animico interiore che afferra le forze e le capacità ad avviarsi alla vera, autentica, chiara conoscenza dello spirito.
E il secondo animale che dallo spirito del tempo, oggi, s’insinua nell’anima umana per divenire un nemico della conoscenza, questa seconda bestia che si apposta ovunque si vada, che si accosta all'uomo di oggi dalla maggior parte delle opere letterarie del presente, dalla maggior parte delle gallerie, delle sculture, dalla maggior parte delle altre opere d'arte, da tutti i tipi di generi musicali possibili e che nelle scuole e nella società compie i suoi misfatti, presenti ovunque nella vita dell'uomo -, questa seconda bestia è quella che, per non doversi confessare la paura dello spirito, si sente interiormente incitata a schernire lo spirituale.
Questo scherno non si manifesta sempre, perché le persone non portano a coscienza ciò che è in loro. Ma solo attraverso una parete sottile, dello spessore di una ragnatela, è separato dalla coscienza della testa quello che nel cuore dell'uomo oggi vuole ovunque farsi beffa della conoscenza dello spirito. E se spunta lo scherno è solo perché la più o meno consapevole sfacciataggine dell'uomo contemporaneo respinge la paura. Ma ogni uomo, oggi, è istigato da strane forze interiori contro la rivelazione dello spirito. Questo scherno si manifesta attraverso i mezzi più strani.
E la terza bestia è il lassismo del pensare, è la comodità del pensare. E quel pensare che vorrebbe fare del mondo intero un cinema; un cinema per il motivo che non c'è bisogno di pensare, bensì tutto si srotola davanti a una persona e i pensieri hanno solo da seguire tale svolgimento. Così, oggi, la scienza vorrebbe seguire l'esistenza esteriore con dei pensieri passivi.
L'uomo è troppo comodo, è troppo floscio per portare in attività il pensare. Oggi, col pensare dell'umanità, è così come sarebbe in una persona che volesse raccogliere qualcosa che giace a terra e si mette le mani nelle tasche dei pantaloni credendo di poter raccattare ciò che sta sul pavimento. Non ci riesce. Analogamente il pensare non può atterrare I’essere che se ne sta con le mani in mano. Dobbiamo darci da fare, dobbiamo muovere le nostre braccia e le nostre mani se vogliamo raccogliere qualcosa; quindi dobbiamo mettere in attività il nostro pensare, dobbiamo metterlo in azione se vogliamo afferrare lo spirituale.
E se con loro (le tre bestie) andiamo incontro alla conoscenza dello spirito, senza badare al monito del Guardiano della soglia, l'abisso è lì, spalancato. Non possiamo oltrepassarlo con le zavorre terrene: né con la paura, né con lo scherno, né col dubbio.
Possiamo oltrepassarlo solo se nel pensare afferriamo lo spirituale dell'essere; se nel sentire viviamo l'animico dell'essere; se nel volere ci si rinforza la sostanzialità dell'essere.
Allora, lo spirituale, l'animico, il sostanziale dell'essere diventano ali per noi, ali che ci sollevano dalle zavorre terrene. Allora possiamo oltrepassare l'abisso.
Il passo del pregiudizio che ci getta nel baratro è triplice se non ci appropriamo del coraggio della conoscenza, del fuoco della conoscenza, del creare della conoscenza.
Ma se nel pensare afferriamo la conoscenza creante, se attiviamo il pensare, se non andiamo incontro allo spirito con flaccida mollezza, ma lo accogliamo col fuoco interiore del cuore e se abbiamo il coraggio di comprendere lo spirituale come spirituale senza permettere che esso ci si avvicini solo nell'immagine di un qualcosa di materiale, allora ci crescono le ali che ci portano oltre l'abisso, al campo della conoscenza; quel campo per il quale ogni cuore umano che vive sinceramente con se stesso oggi sente nostalgia.
Una nota in merito a quanto pubblicato, per giustizia "spirituale":
I testi delle Lezioni di Classe è vero che sono pubblici e vengono utilizzati nell'ambito del lascito di Rudolf Steiner. Infatti, dato che nei decenni successivi la morte di Steiner, il contenuto delle Lezioni non rimase all'interno della cerchia delle persone a cui erano destinate, i fiduciari del Lascito ne pubblicarono una versione ufficiale in collaborazione con il Vorstand del Goetheanum. Sebbene oggi chiunque possa ottenere questi testi, che non erano destinati allo studio individuale, i membri della Prima Classe lavorano con essi in conformità con i prerequisiti per l'appartenenza alla Libera Università di Scienza dello Spirito, ponendo l'accento centrale sulla parola e sull'ascolto. Infatti Rudolf Steiner si raccomandò affinché…