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Le Arti in relazione ai corpi costitutivi dell'Essere Umano

Nel corso di queste considerazioni vorrei ancora parlare, l’ho già accennato ieri, degli importanti impulsi di trasformazione che ci sono nel nostro tempo per l’evoluzione artistica dell’umanità. Vorrei allacciare questo fatto a ciò che accade quando si considera il nostro edificio, per l’esattezza ciò di cui questo edificio vuole essere un debole inizio. Affinché però possiamo fare queste considerazioni, sarà necessario stabilire una base riguardante la connessione dell’elemento artistico con le conoscenze che abbiamo conseguito sulla connessione dell’uomo col mondo in genere. Vorrei fare oggi questa considerazione, che sembra forse più teorica, e proseguire poi domani con riferimento al nostro tema vero e proprio, e cioè appunto gli impulsi di trasformazione dell’evoluzione artistica.


Dico che vorrei dare oggi una base in apparenza più teorica. In realtà per chi comprende la scienza spirituale come qualcosa di vivente, non si tratta di qualcosa di teorico, ma piuttosto di qualcosa assolutamente vivente. D’altra parte questo può apparire proprio chiaro per chi, le idee di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io e così via, non sono connotazioni per una rappresentazione schematica dell’entità umana, ma l’estratto di cose sperimentate realmente in sensazioni, in rappresentazioni del mondo spirituale.


Se prendiamo in considerazione le arti una a una, ci si presenta l’architettura, l’arte di edificare, come quella che maggiormente è priva di legami con l'intera entità umana. L’architettura si stacca dall’entità umana perché viene messa al servizio dei nostri impulsi esteriori, o puramente utilitaristici, come ad esempio nell’architettura appunto utilitaristica, oppure se deve mettersi al servizio di molti interessi ideologici, ideali, come ad esempio quando con le sue opere serve il culto, il servizio religioso. Dallo svolgimento delle considerazioni stesse osserveremo come le altre arti, più dell'architettura, si allacciano in maniera vorrei dire intima all’entità umana vera e propria. L’architettura ha qualcosa che si stacca da quella che definiamo come regolarità dell'interiorità umana. Perciò per l’osservatore del mondo che parte dalla scienza spirituale, l’architettura perde questo carattere di esteriorità in misura davvero considerevole.


Quando ci addentriamo nell'osservazione dell’entità umana, all’inizio ci viene incontro il corpo fisico quale sua parte più evidente. Il corpo fisico è però pervaso, compenetrato, intessuto dal corpo eterico. Il corpo fisico potrebbe venir indicato come puramente corpo spaziale, come organizzazione spaziale. Però il corpo eterico che sta dentro al corpo fisico, o meglio che sporge oltre il corpo fisico ed è in connessione intima col tutto cosmico, non può essere considerato senza prendere in aiuto il tempo In fondo nel corpo eterico tutto è infatti ritmo, decorso ciclico di movimenti, di attività; il corpo eterico ha un carattere spaziale solo in quanto riempie il corpo fisico. D'altronde per la visione immaginativa dell’uomo è necessario che il corpo eterico sia presentato anche in immagini spaziali, ma questo non gli è essenziale. Essenziale è l’elemento ciclico, ritmico, che scorre nel tempo. Nella realtà musicale è meno importante l’elemento spaziale di quello temporale: nella realtà del corpo eterico umano (non nella sua rappresentazione immaginativa) è meno importante l'elemento spaziale di quello del movimento, del moto, formantesi attivamente, ritmicamente, in melodie, cioè nell’elemento temporale. Certo qui vi è la difficoltà dell'attività di rappresentazione dell’uomo, perché tale attività è abituata a riferire tutto allo spazio. Per questo ci si deve dar tanto da fare per giungere a una rappresentazione chiara del corpo eterico, prendendo in aiuto, vorrei dire, le rappresentazioni musicali e non quelle spaziali.


Se vogliamo dar rilievo ancora a una caratteristica del corpo eterico, possiamo dire: dal momento che esso estende nel corpo fisico le sue attività, il suo gioco ritmico, riempiendolo, è innanzi tutto un corpo di forze. Esso è un efflusso di forze, un presentarsi di forze. Le rileviamo nelle manifestazioni che si compiono in noi nel corso della vita. Una manifestazione della vita umana poco presa in considerazione dalla scienza ufficiale e dall'osservazione del mondo esterno, ma messa spesso in rilievo da noi, è il mettersi in posizione eretta della figura umana. Con l'infanzia ancora non ci inseriamo nel mondo con la capacità di assumere la posizione più importante per l'essere umano: la posizione eretta. La dobbiamo prima conquistare. Questa conquista parte in effetti dal corpo astrale, ma il corpo astrale deve trasferire la forza di erigersi al corpo eterico, e nel corso del tempo quest’ultimo lavora per indirizzare verticalmente verso l’alto la figura fisica umana. Qui vediamo il vivente gioco del corpo astrale e del corpo eterico nella formazione del corpo fisico. La manifestazione più evidente è il dar forma alla posizione eretta, verticale. Però ogni volta che solleviamo una mano ha luogo un avvenimento simile. Certo nel nostro io possiamo avere solo il pensiero del movimento della mano, del sollevare la mano; il pensiero deve poi agire sul corpo astrale, e il corpo astrale comunica la sua attività, che ha come impulso, al corpo eterico. Che succede allora? Poniamo il caso che qualcuno abbia la mano in una posizione orizzontale. Ora egli pensa: voglio avere la mano un po’ più in alto. Questa rappresentazione, che nella vita è seguita dall'alzare la mano, si trasferisce al corpo astrale; da questo passa un impulso al corpo eterico, e ora nel corpo eterico, se la mano era orizzontale succede che il corpo eterico viene sollevato, e la mano lo segue. La mano fisica segue lo sviluppo di forze che avviene prima nel corpo eterico. La mano segue.


Domani chiarirò l’intero processo; ora voglio solo far presente che per ogni movimento abbiamo a che fare con uno sviluppo di forza, a cui segue una posizione di equilibrio. Con lo sviluppo di forza e col seguente porsi- in equilibrio abbiamo di continuo a che fare nella vita del nostro organismo. Naturalmente l’uomo non ha nessuna conoscenza cosciente di quello che in effetti succede in lui, ma quel che avviene è qualcosa di così infinitamente saggio, qualcosa di così infinitamente intelligente che l’intelligenza dell’io umano non può avvicinarsi nemmeno da lontano a queste cose. Non saremmo affatto in grado di muovere la mano, se dovesse dipendere solo dalla nostra intelligenza, dalle nostre conoscenze, perché le forze sottili che dal corpo astrale si devono sviluppare nel corpo eterico per trasferirsi poi nel corpo fisico, si sottraggono del tutto alla comune conoscenza umana. Tuttavia in questo processo si sviluppa una saggezza milioni di volte più grande di quando un orologiaio fa un orologio. Normalmente non ci pensiamo, ma questa saggezza deve veramente essere sviluppata. Deve essere sviluppata, e lo sarà in quanto siamo veramente lasciati a noi stessi col nostro io. Nell’istante in cui però l’io manda i suoi impulsi a seguito di una rappresentazione al corpo astrale, ci deve aiutare un altro essere. Da soli non ne possiamo fare nulla. Un essere della gerarchia degli Angeli ci deve aiutare; ne dipendiamo. Anche nel movimento più impercettibile del dito ci deve aiutare un tale essere che precede di molto con la sua saggezza la saggezza umana. Non potremmo far altro che stare immobili a giacere e pensare, essere nel mondo come colpiti da crampi, se gli esseri delle gerarchie superiori non ci accogliessero di continuo nelle loro attività.


È proprio del primo passo dell'iniziazione acquisire una rappresentazione, una conoscenza, che sorge completamente da sé, di come queste forze operino sulla natura umana.

Abbiamo cercato qui di far vedere che cosa significa se la testa si appoggia alla mano, e così via. Impariamo a conoscere quello che per così dire è esteriore del nostro essere, ciò che avviene nel nostro corpo fisico a seguito degli effetti del nostro corpo eterico in un sistema spaziale di linee e di forze. L’architettura nasce nel momento in cui portiamo fuori nel mondo questo sistema di linee e di forze, che in noi è in fondo sempre attivo, e ordiniamo la materia secondo tale sistema di forze, nel momento in cui sciogliamo questo sistema da noi e ordiniamo la materia secondo di esso. L'architettura consiste nello sciogliere da noi questa connessione di forze e nel porla fuori nello spazio. Possiamo quindi dire: se pensiamo schematica mente i limiti più esterni del nostro corpo fisico e spostiamo al di fuori di noi la regolarità interiore che viene impressa nel corpo fisico dal corpo eterico, nasce l’architettura. Tutte le leggi che si possono trovare nella composizione della materia in architettura si trovano certamente anche nel corpo umano. Il proiettare l’ordinamento proprio del corpo umano al di fuori di noi nello spazio è l’architettura.


Sappiamo che per il nostro studio il corpo eterico si collega al corpo fisico. Se volgiamo lo sguardo ancora una volta a qualche opera architettonica, che cosa ne possiamo dire? Possiamo dire: di fronte a noi, fuori nello spazio, vi è il rapporto tra forze verticali e orizzontali e di forze che agiscono una con l’altra nello stesso modo in cui operano altrimenti nel corpo fisico umano. Tutto ciò viene portato fuori.


Altrettanto quel che scorre dal corpo eterico nel corpo fisico possiamo ora non più portarlo fuori di noi, ma solo tirarlo giù in noi dal corpo eterico nel corpo fisico. Possiamo insomma suscitare qualcosa che non separiamo dalla nostra natura, che non poniamo fuori nello spazio, ma qualcosa che spingiamo solo dentro di noi. Operando così abbiamo in fondo a che fare con un rendere fisiche le leggi del corpo eterico che il corpo eterico riceve dal corpo astrale, come nell’architettura divengono fisiche, sono proiettate fuori le leggi del corpo fisico. Come l’architettura deriva dal nostro corpo fisico, così dal nostro corpo eterico deriva l’arte plastica, la scultura; in certo qual modo abbassiamo di un gradino le leggi del corpo eterico.


Architettura >> Corpo Fisico

Scultura >> Corpo Eterico

Come spingiamo fuori nello spazio le leggi del corpo fisico nell'architettura, così nella scultura abbassiamo le leggi del corpo eterico di un gradino. Non le espelliamo da noi, ma le spingiamo nella nostra figura. Come dobbiamo considerare l’architettura una proiezione delle leggi del corpo fisico fuori di noi, così dobbiamo considerare la scultura una proiezione delle leggi del nostro corpo eterico in noi; le inseriamo poi nello scolpire, nell’opera plastica. Considerando queste cose si delinea ogni legge della scultura. Come nell'architettura trasferiamo fuori nello spazio solo le leggi del corpo fisico, le sue linee di spazio e i suoi effetti di forze, e non mettiamo nient’altro nello spazio, niente dal corpo eterico, niente dal corpo astrale, niente dall’io, così nella scultura abbassiamo di un gradino le leggi del corpo eterico; non abbiamo niente dal corpo astrale, niente dall'io, o solo nella misura in cui essi inviano impulsi al corpo eterico. Per questo l’opera scultorea ci si presenta suscitando parvenza di vita. Avrebbe interamente vita se ci fossero dentro io e corpo astrale. Quando cerchiamo le leggi della scultura ci deve esser chiaro che sono le leggi del nostro corpo eterico, come l’architettura ha in sé le leggi del nostro corpo fisico.


Se facciamo lo stesso per il corpo astrale, se in un certo senso abbassiamo di nuovo di un gradino l’elemento astrale entro il corpo eterico, spingiamo in giù ciò che vive già interiormente nell’uomo. Allora non sorge nulla che in verità possa essere un fatto spaziale, dato che il corpo astrale, quando si spinge nel corpo eterico, non si può inserire in un fatto spaziale, poiché il corpo eterico è ritmo, consonanza. Lì può solo sorgere un’immagine, e in effetti sorge un’immagine, nasce la pittura. La pittura è l’arte che ha in sé le leggi del nostro corpo astrale così come la scultura ha in sé le leggi del nostro corpo eterico e l’architettura le leggi del nostro corpo fisico.


Architettura >> Corpo Fisico


Scultura >> Corpo Eterico


Pittura >> Corpo Astrale

Se ora guardiamo la quarta parte costitutiva della nostra entità umana, l'io, e lo spingiamo con le sue leggi giù, fin dentro il corpo astrale, ancora più in giù, e qui lo facciamo stare in movimento, attivo, di nuovo ci viene data un’altra arte che non ha in sé ciò che opera nell’io, che noi più o meno riassumiamo nel linguaggio o nella nostra capacità ordinaria di rappresentazione; ci viene dato qualcosa che è spostato in giù di un gradino dall’io verso il subconscio. In un certo senso con l’orizzonte della nostra coscienza andiamo in giù per una metà di una parte costitutiva della nostra entità umana, scendiamo di mezzo gradino, ci immergiamo nel corpo astrale con l’io, e ne nasce la musica.

Architettura >> Corpo Fisico


Scultura >> Corpo Eterico


Pittura >> Corpo Astrale


Musica >> Io

La musica ha dunque in sé le leggi del nostro io, ma non come le sviluppiamo nella comune vita prosaica, bensì spinte in basso nel subconscio, entro il corpo astrale, direi quasi come un io immerso sotto la superficie del corpo astrale e lì nuotante e ondeggiante secondo le leggi del corpo astrale.


Se poi ci vogliamo occupare delle parti costitutive superiori dell’entità umana, e per primo del sé spirituale, ne possiamo parlare solo come di qualcosa che è ancora fuori dell’entità umana. Infatti cominciamo solo nel nostro quinto periodo postatlantico a rendere a poco a poco il sé spirituale una parte costitutiva interiore. Se però l’uomo lo accoglie come proveniente da un elemento superiore e lo spinge in fondo al suo io, come il nuotatore nell’acqua si immerge in qualcosa che oggi può solo venir presagito, cioè nell’io che presagisce il proprio sé spirituale, nasce così la poesia.


Architettura >> Corpo Fisico


Scultura >> Corpo Eterico


Pittura >> Corpo Astrale

Musica >> Io

Poesia >> Sé Spirituale

Volendo ancora andare avanti, ci si potrebbe dire, almeno sino a un certo grado: poiché attorno a noi vi è spiritualmente anche lo spirito vitale che accoglieremo in seguito, potrebbe anch’esso venir spinto in basso una volta nel sé spirituale. Naturalmente è qualcosa che solo in un futuro molto lontano potrà raggiungere un certo grado di compiutezza, poiché nel mo mento in cui si cerca di calare lo spirito vitale entro il sé spirituale si deve vivere del tutto in un elemento che oggi ci è completamente estraneo. Su questo campo si può al più parlare come del balbettare del bambino di fronte alla successiva compiutezza della lingua. Si può presagire che in avvenire ci sarà un’arte completa che in certa misura si spingerà oltre la poesia, come la poesia va oltre la musica, la musica oltre la pittura, la pittura oltre la scultura, la scultura oltre l’architettura (e certo con questo non ci si riferisce a una superiorità, ma a una pura collocazione). Ovviamente è inteso che con questo indico qualcosa che oggi conosciamo solo nella sua fase più che iniziale, che possiamo avere solo nei suoi accenni più che iniziali: intendo l'euritmia. Essa è veramente qualcosa che oggi deve fare il suo ingresso nell'evoluzione umana come una necessità, ma che non dà nessun adito ad alterigia, poiché oggi può essere solo come un balbettare di fronte a ciò che un giorno dovrà scaturire da quest’arte.


Architettura >> Corpo Fisico


Scultura >> Corpo Eterico


Pittura >> Corpo Astrale


Musica >> Io

Poesia >> Sé Spirituale

Euritmia >> Spirito Vitale


Ora potremo iniziare in qualche modo una considerazione che va un po’ avanti. Se però vogliamo farla ci deve esser chiaro che l’organizzazione umana davvero non è semplice, come spesso si vorrebbe pensare per propria comodità di conoscenza. È davvero infinitamente comodo pensare che l’uomo consta di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io e così via. Se si riesce a enumerare queste cose e se ne ha un’idea approssimativa, ci si può facilmente ritenere soddisfatti per una conoscenza più o meno comoda. Ma le cose non sono così facili. Non si tratta di gusci disposti uno nell’altro; corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io, sono di fatto creazioni davvero complicate. Prendendo ad esempio il corpo astrale, non si può dire soltanto: questo è il corpo astrale, e basta. La cosa è più complicata.


Il corpo astrale per esempio (si possono usare parole che lo caratterizzano solo approssimativamente) ha ancora in sé un’articolazione, è composto di sette parti. Come l’uomo stesso è diviso in sette parti costitutive: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io, sé spirituale, spirito vitale, uomo-spirito, così il corpo astrale passa attraverso tutte queste parti, e ne viene, direi quasi, una parte sottilissima del corpo astrale che si potrebbe definire come adatta e conformata in prevalenza per il corpo fisico. Insomma, un regolare sviluppo del corpo astrale per il corpo fisico, un regolare sviluppo del corpo astrale per il corpo eterico, un regolare sviluppo del corpo astrale per se stesso, un regolare sviluppo del corpo astrale per l’io, un regolare sviluppo del corpo astrale per il sé spirituale, per lo spirito vitale e per l’uomo-spirito. Ognuno di questi elementi è di nuovo articolato in sette, di modo che, quando abbiamo l'uomo articolato in sette e consideriamo che ogni parte è nuovamente articolata in sette, abbiamo già quarantanove elementi. Naturalmente questo è un orrore terrificante per la moderna psicologia che vorrebbe considerare l’anima come un'unità e non vorrebbe impelagarsi in cose del genere. Ma per una conoscenza reale, quale deve verificarsi a poco a poco nell’evoluzione spirituale dell’uomo, in effetti tutto questo non è senza significato. Se infatti sappiamo che il corpo astrale ha una natura articolata in sette, ed è un organismo di impulsi interiori di vita, ci diremo: nel corpo astrale e nella sua articolazione in sette si svolge qualcosa anche tra i suoi singoli elementi.


La parte del corpo astrale che corrisponde al corpo fisico è in una certa correlazione con la parte del corpo astrale che corrisponde al corpo eterico, e con quella che corrisponde al corpo astrale stesso, e così via. Non sono semplici ipotesi astratte; nell'organismo umano può ad esempio senz'altro capitare che, diciamo, l’uomo senta interiormente un moto nell’elemento del corpo astrale che corrisponde al corpo fisico, per altro più nel subconscio che nella coscienza piena. Poi, attraverso un qualcosa, può sopraggiungere un moto e avere inizio necessariamente nell’elemento del corpo astrale che corrisponde al corpo astrale, e così via. Questo accade davvero, non è sola teoria, succede veramente.


Se ora pensiamo che i sette elementi del corpo astrale sono in relazione reciproca come gli intervalli della scala musicale: prima, seconda, terza, quarta eccetera, se ci affidiamo all’effetto di una melodia, si ottiene l’effetto dalla nostra organizzazione umana; questo avviene perché, quando in una melodia vi è questo o quel tono, esso viene sperimentato interiormente nell’elemento corrispondente del corpo astrale. Una terza viene sperimentata nella parte del corpo astrale che corrisponde al corpo astrale stesso. Una quarta viene sperimentata nella parte del corpo che corrisponde, definita ora più precisamente, all’anima razionale o affettiva. Una quinta viene sperimentata nella parte del corpo astrale che corrisponde all’anima cosciente. Se poi ricordiamo che in una suddivisione più precisa scomponiamo l’essere umano in modo da avere nove parti, dobbiamo scomporre anche il corpo astrale secondo le indicazioni date. Enumerando, potrei dire: l'elemento del corpo astrale corrispondente al corpo fisico nella nostra utilizzazione attuale viene sperimentato nella prima. Potrei dire: la parte del corpo astrale corrispondente al corpo eterico nell’utilizzazione attuale viene sperimentata nella seconda. Potrei parlare del componente del corpo astrale corrispondente al corpo astrale stesso e dire che nell’attuale utilizzazione viene sperimentato nella terza.


In effetti lo sperimentare l'opera d’arte musicale si basa sull'interiore agire musicale del corpo astrale, solo che mentre ascoltiamo l’opera d’arte col nostro io immediatamente immergiamo l’esperienza nel nostro corpo astrale, in certe regioni subcoscienti.


Questo però ci conduce senza dubbio a qualcosa di molto significativo. Consideriamo noi stessi in quanto siamo un'entità astrale, in quanto portiamo in noi un corpo astrale. In che modo lo siamo? Noi siamo creati dal cosmo come entità astrali secondo leggi musicali. In quanto siamo un'entità astrale, abbiamo una connessione musicale col cosmo. Noi stessi siamo uno strumento.


Immaginiamo ora di non aver bisogno del risuonare fisico delle note, ma di poter ascoltare l’attività creativa nel cosmo che ci ha creati dal cosmo nella nostra organizzazione astrale: sentiremmo risuonare la musica dei mondi, quella che si è sempre chiamata musica delle sfere. Immaginiamo di essere in grado di immergerci coscientemente nella nostra entità astrale, e di innalzare tale entità a una forza elevata, a una tale forza spirituale, da udire le attività creatrici della musica dei mondi; potremmo allora dirci: il cosmo suona la nostra propria entità con l’aiuto del nostro corpo astrale. Il pensiero che ho ora espresso, viveva realmente nell'uomo in tempi antichi. Quando si pone attenzione a qualcosa del genere, si accenna di nuovo a tutto il materializzarsi dell’evoluzione umana fino al quinto periodo di civiltà postatlantico, perché naturalmente questo pensiero non vive nella nostra odierna civiltà umana. L’umanità non sa che l’uomo, rispetto al suo corpo astrale, è uno strumento musicale. Non fu però sempre così, ma si è dimenticato che appunto non fu sempre così. Vi fu infatti un tempo in cui gli uomini si dicevano: una volta vi era un Giovanni, ed egli poteva immergersi in una condizione spirituale tale da sentire la musica della Gerusalemme celeste.


Dicevano: tutta la musica terrena può essere solo imitazione della musica celeste che ebbe inizio con la creazione dell’umanità. E sentivano (almeno la parte dell’umanità di tipo più religioso): poiché è passato ai desideri del mondo fisico, l’uomo ha accolto in sé gli impulsi che gli annebbiano, gli oscurano la musica celeste. Ma sentivano al contempo che ci deve essere una via nell’evoluzione umana attraverso una purificazione dalla caotica vita esteriore, direi quasi allo scopo di ascoltare la musica spirituale universale attraverso la musica materiale.

Ho accennato ieri che l'uomo in fondo non dorme solo di notte, ma che qualcosa nell’uomo dorme anche di giorno. Di notte dorme più ciò che ha a che fare col pensiero e col sentimento, di giorno dorme più ciò che ha a che fare con la volontà e col sentimento. Ci si immerge proprio in ciò che ha a che fare con volontà e sentimento, facendo immergere l’io nel corpo astrale. Nel risuonare dell’opera d’arte musicale avviene appunto che l’uomo si immerge coscientemente con la natura dell’io in ciò che altrimenti dorme. Sedere in ascolto di una sinfonia significa interiormente smorzare la vita comune e profana dei pensieri, e immergersi con l'esperienza spirituale-animica in ciò che altrimenti dorme durante la veglia diurna. Questo determina la connessione dell'effetto musicale con tutte le forze ravvivanti nell’organismo umano e anche con tutto ciò che pervade e vive in tutto l'uomo e lo fa diventare uno, vorrei dire lo fa crescere e unire con le fluenti battute musicali.


Quando dormiamo di notte, la profana vita del pensiero viene attenuata in un elemento che ancora non abbiamo nella coscienza normale. Se però ci riesce di introdurre nella comune coscienza diurna quel che viene destato nell’uomo che dorme, se ciò in cui l’uomo vive nel sonno si immerge nella vita diurna desta si ha la poesia. Si osservi la contraddizione: ho appena detto che nell’esperienza musicale l'esperienza dell’io si immerge in ciò che di giorno dorme; ora immergiamo nella veglia diurna quello che sperimentiamo di notte. Lo sentivano persone come Platone, quando chiamavano il poetare un sognare divino.



Se ci approfondiamo nella connessione dell'uomo col cosmo intero, come lo si può fare con la guida delle arti, possiamo portare a una certa vita quello che altrimenti rimane un puro schema fisso concettuale. Le cose non sono però schemi fissi di concetti! A certa gente dà molta gioia poter mettere in ordine una dietro l’altra in uno schema le cose che sono sviluppate nel mio libro Teosofia, e certo alcuni avranno pensato che si tratti di pura ostinazione che io, quando ho accennato alle tre serie di parti costitutive inserite una nell'altra, mi sia allontanato dal precedente insegnamento teosofico. Quando però si arriva a quello che si sperimenta, alla realtà della cosa, già dalla natura della melodia in maggiore e in minore ci si accorgerà che le cose sono ben fondate nell’intera struttura del cosmo. Solo se vengono tratte viventi dall'intera struttura del cosmo, le cose corrispondono a una vera realtà.


Naturalmente era necessario che all’inizio venisse detto qualcosa le cui origini veramente sono risultate a poco a poco solo nel corso degli anni. Allora ci si doveva già esporre al pericolo che le persone si avvicinassero con la loro critica, non sapendo su che si basano le cose e come si devono presentare, tenendo conto dell’intera struttura del cosmo. È così però anche con dell'altro. Contro molto di quel che viene detto ora si può obiettare altrettanto, avvicinandosi con concetti superficiali. Ma nel corso degli anni o forse di decenni si troveranno le giustificazioni. Le conoscenze scientifico-spirituali stesse diverranno fruttuose, se non saranno più teorie, ma un elemento vivente.


Dipende tutto che ci si innalzi da ciò che inizialmente si unisce alle parole: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e così via, fino a rendere viventi queste idee, poiché allora ne deriva, ne irradia una reale comprensione universale. Chi ne è in grado paragoni l’estetica che si è sviluppata nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, con quello che, dalla conoscenza dell'organizzazione umana, può derivare per lo sviluppo delle arti. Chi farà questo paragone vedrà come sia impossibile, senza la conoscenza dell'organizzazione umana, arrivare a una vera comprensione di ciò che vive attorno a noi e ci dà gioia.


Vorrei suscitare una sensazione del fatto che con la stessa scienza spirituale è stato dato un impulso iniziale che si svilupperà sempre più, che in certa misura siamo stati chiamati a fare i primissimi passi e possiamo presagire che cosa deriverà da questi primi passi, quando già da lungo tempo non saremo più in questa incarnazione.


Rudolf Steiner O.O. 275 - L'Arte alla Luce della Saggezza dei Misteri

Dornach, 29 Dicembre 1914


TROVI IL LIBRO QUI


 

PARTECIPA AL PERCORSO IN EURITMIA ONLINE

"Hallelujah"


📅 DATE

Sempre di lunedì e sempre dalle 19 alle 20


Lunedì 5 Giugno

Lunedì 19 Giugno

Lunedì 10 Luglio

Lunedì 24 Luglio


CONDUCE

Giovanna Galimberti


"Amo dire dell’Hallelujah che esso diviene via via un servizio, che si compie nei confronti di se stessi e dei mondi."


* * *


DESCRIZIONE


Muovere l’Halleluiah con l’aiuto dell’Euritmia, è un’esperienza indimenticabile.


Si possono “assaggiare” e mettere in movimento flussi e radianze ed iniziare a padroneggiarle. Si può presentire ed essere testimoni di quanto di grandioso si muove dentro, intorno e fra di noi.


Faremo un percorso insieme, delicatamente, che passerà da alcuni esercizi specifici donati da Rudolf Steiner per il riequilibrio dell’essere nei propri spazi, fisici, vitali, animici e di coscienza e centratura dell’Io.


Non vi é bisogno di aver già praticato l’Euritmia per poter partecipare. Approfondiremo l’esperienza dell’Halleluiah in movimento e questo è accessibile per chiunque ne senta la chiamata.


ASPETTI PRATICI


Durante l’ora di lavoro cercate di avere un pochino di spazio intorno a voi circa 2 m²., in modo da potervi muovere con qualche passo e da poter allargare le braccia in alto, di fianco e davanti liberamente. Il computer (meglio che il telefono) dovrà poi essere posto di fronte a voi su un piano rialzato per permettere alla videocamera di potervi inquadrare.


* * *


CONTRIBUTO PER LA PARTECIPAZIONE


✅ 33 Euro per i 4 incontri


Se il gruppo formato ne avrà piacere, si proseguirà a settembre con un nuovo percorso che potrà prevedere anche incontri in presenza (tutto da valutare in base alla "domanda" dei partecipanti).


Come per molti dei nostri percorsi, l'online è solo un primo mezzo per arrivare a coloro che poi si riuniranno in presenza perchè lo vogliono e creano una piccola comunità con anche aspetti di ricerca e studio.



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