Il modo di pensare scientifico-spirituale può essere esteso alla conoscenza dell'uomo, se in primo luogo si cerca almeno un surrogato alla difficile comprensione della tridimensionalità dello spazio.
Proviamo una volta a fare un'osservazione: ci sarà facile vedere che la nostra simmetria ha qualcosa a che fare con il nostro pensare, vedendo che, se vogliamo esprimere in gesti il pensare raziocinante, compiamo gesti elementari e spontanei. Toccandoci il naso con un dito, compiamo un movimento entro il piano di simmetria verticale che ci scinde nella nostra parte sinistra e nella nostra destra. Tale piano, che passa attraverso il nostro naso e il nostro corpo, e che rappresenta il piano di simmetria, è ciò di cui possiamo prendere coscienza come di qualcosa che ha a che fare con tutto quanto in noi è il discernere, con tutto il pensare discriminante, con il giudizio discriminante.
Prendiamo il caso della funzione del vedere. Noi vediamo con i due occhi in modo che quel che entrambi gli occhi fanno viene portato a un preciso punto di convergenza. Guardiamo un punto e lo vediamo sia da sinistra che da destra, ma lo vediamo un'unica volta poiché le linee ottiche, le linee di focalizzazione, si intersecano, e lo fanno in modo che il loro intersecarsi avvenga nel piano che ho qui disegnato. La nostra attività umana è sovente disposta in modo tale che l'intendere, il comprendere, ha qualcosa a che fare con quel piano.
Possiamo poi trasporci su un altro piano; esso dovrebbe passare più o meno per il centro del nostro cuore e separare la nostra parte posteriore da quella anteriore. L'uomo anteriore è articolato secondo una prospettiva fisionomica, è l'espressione della sua natura animica; in contrapposizione con quella che è la parte semplicemente organica. Ed ecco che dai punti principali, dalle linee principali possiamo ricavare un piano.
In modo analogo possiamo collocare un terzo piano, che segnerebbe il confine fra ciò che verso l'alto si articola in capo e viso, e ciò che verso il passo si articola in tronco e membra.
Ho già detto come sia possibile acquisire un sentimento del primo piano. Lo si deve sentire come il piano del PENSARE discernente.
Il secondo piano, che separa l'uomo in un davanti e un dietro, starebbe ad indicare senz'altro l'elemento grazie al quale l'uomo è uomo. Questo secondo piano, il piano della verticalità, sarebbe connesso con tutto ciò che è VOLONTA' umana.
Il terzo, il piano orizzontale, perpendicolare al precedente, andrebbe messo in relazione con tutto ciò che è umano SENTIRE. Tutto ciò di cui l'uomo si serve per esprimere il suo sentire, che si tratta di un saluto, o di un ringraziamento, oppure di ogni altro partecipare ad un sentimento altrui, si avvicina in certo qual modo al piano orizzontale.
Rudolf Steiner O.O. 201 - Corrispondenze fra Microcosmo e Macrocosmo | Dornach, 9 Aprile 1920
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